Setticlavio. Complesso delle posizioni occupate sul pentagramma dai segni detti chiavi, al fine di indicare, nella moderna notazione occidentale, l'altezza delle note. I tre segni di chiavi, di fa, di do, e di sol, designanti rispettivamente le note fa, do e sol, collocate su questa o quella linea del pentagramma, fissano su di essa la nota che funge da riferimento a tutte le altre. Le sette collocazioni in uso, costituenti il setticlavio, vengono chiamate a loro volta chiavi, e precisamente: di violino o canto, di soprano, di mezzosoprano, di contralto, di tenore, di baritono e di basso.
(Enciclopedia della musica Garzanti. Ed. 1996)

Viviamo in un' epoca che sembra dover per forza essere dominata dagli elementi, laddove ogni figura professionale sembra dover attribuire ad ogni cosa un qualche cosa di vitale, in un tempo dove non possiamo più fare a meno di icone, simboli, riferimenti, cielo, terra, acqua, aria, fuoco, pietra, vetro, legno, colore, magnetismo, punti cardinali. Oggi non si trova nessuno che non tiri in ballo la forza degli elementi che creano strani equlibri o benesseri, per non parlare delle più stravaganti parole con il postfisso terapia. Quindi a tutta forza con cromoterapia, musicoterapia (e pensare che a me la musica piace così tanto solo ascoltarla...), anemoterapia, fienoterapia, cioccolatoterapia, aromaterapia, seleneterapia (Selene non era la Luna? Quindi la canzone "tintarella di luna" era terribilmente all'avanguardia), trafficoterapia, caldoterapia, freddoterapia, tiepidoterapia, aereoterapia, trenoterapia. Io paziente attendo l'arrivo della vinorossoterapia. E non mettiamo in conto l'orientamento della casa, i benesseri derivanti dai punti cardinali, dalla distanza con un determinato meridiano o parallelo e per finire l'armonia data da un legno di (... boh?!) al centro di una parete. E, visto che noi non abitiamo nella terra che ha dato i Natali a Michelangelo, Raffaello, Botticelli, Caravaggio, Giotto, il Brunelleschi, il Palladio, ma bensì viviamo tutti in un loft di Nairobi, dobbiamo per forza circondarci di oggetti etnici (made in china), dobbiamo per forza imparare la danza del ventre e mangiare kebab... tanto vale che mi butti pure io nella mischia. Nel groviglio degli elementi che ormai credo siano già migliaia, nel turbine di magnetismi che governano la nostra vita, mi sono permesso di trovare sette "elementi". Garantisco e certifico con atto notarile che sono assolutamente indipendenti da come il mio letto sia orientato rispetto ai punti cardinali. Sette elementi. Sette racconti che, come le chiavi nel setticlavio, posizionati in un determinato punto del pentagramma, vincolano tutte le note a seguire in quella determinata tonalità. Sette tonalità, sette voci in un coro. Sette solisti che, con le loro diverse altezze, però, formano l'intera estensione, sia corale che strumentale. I sette racconti hanno vita propria, fatto salvo qualche raro ed effimero intreccio, qualche passaggio, dove si toccano per qualche istante. Eppure, tutti e sette, formano, assieme, un' unica composizione. Un' unico pensiero.

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