Chissà se un giorno tu leggerai ciò che sto scrivendo in questo momento,
forse il solo momento in cui riesco a trovare un istante per guardarti,
come sei, tu che sei qui, vicina a me, che ti muovi intorno a me,
volteggi come una farfalla, e ti guardo,
nei tuoi silenziosi e aggraziati battere d'ali,
quel battere d'ali che vedo nei tuoi occhi stanchi,
stanchi di un volo troppo lungo, di un volo troppo pesante,
e vorrei tenderti il palmo della mia mano, vorrei che tu riposassi le ali su di me,
sentire che sfiori la mia pelle, con le tue mani, con il tuo sguardo,
che sento sfiorarmi, che sento sulla pelle come un fiocco di neve,
come un brivido di un istante, che poi va via, che si scioglie,
come il tuo sguardo che vorrei seguire,
seguire nei tuoi sogni di chi guarda lontano,
guarda lontano verso dove vorrei trovarmi, dove vorrei vederti,
dove vorrei portarti sul palmo di una mano.
Una mano che ti tendo con la mente, che ti tendo con l'anima,
ma una mano che tu non vedi, e come una farfalla nel vento
tu voli in cerca di un fiore che non trovi, un fiore che non senti vicino a te.
Ti guardo mentre te ne vai, mentre te ne vai nel vento,
nel vento di questo giorno di pioggia,
e ti guardo, ti guardo e vorrei essere il vento, il vento che ti sfida e vuole spingerti via,
il vento che si insinua tra i tuoi capelli, i tuoi capelli che si agitano,
i tuoi capelli che seguono gli invisibili sentieri del vento, e si muovono,
e io ti guardo, piccola goccia di pioggia tra milioni di gocce di pioggia,
ti guardo ma tu te ne vai, e non ti volti, non senti il grido silenzioso dei miei occhi,
non senti gridare la mia anima, non senti che con tutta la mia forza cerco di trattenerti,
cerco ancora uno sguardo, ancora un solo istante di te, per poterti sognare ancora,
per non sentire ancora il freddo di questa pioggia, il freddo di questo vento.

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