LA SECONDA GUERRA CIVILE AMERICANA

 

Di Joe Dante

 

 

Il Mondo della Televisione. La deformazione a cui esso assoggetta quello che a questo strano Mondo giunge. La sua capacità di trasmettere, ma anche di falsare la Realtà dei fatti, puntando su indici di ascolto piuttosto che su una reale volontà di dire le cose.

Nel lavoro di Joe Dante, tutto questo è perfettamente visibile. Ci troviamo in un’Emittente Televisiva, la NN (News Net), che trasmette notizie 24 ore su 24, anche in condizioni impossibili.

Ci troviamo in uno dei tanti futuri possibili, un Futuro in cui gli Stati Uniti appaiono un vero crogiolo di etnie, spesso incapaci di comprendersi reciprocamente.

In questa situazione, il Governatore dell’Idaho, Farley, decide di chiudere le frontiere. Il “sogno Americano”, l’identità della Nazione lo spingono a questo.

Forse, la Televisione fa parte del Sogno Americano. O, meglio, del suo stereotipo, dei suoi stereotipi, quale la Famiglia Americana, che i vari serials e le varie soap operas cercano di portare avanti.

Forse, Farley vede quel sogno di una vera identità Americana che sta, lentamente, svanendo di fronte a qualcosa che, inevitabilmente, sta trasformando gli Stati Uniti in una realtà multietnica, una realtà ove, a Los Angeles, non si parla nemmeno più inglese (tutto questo, comunque, non è così difficile da pensare: uno studio prevede che, entro il 2050, la lingua più diffusa negli Stati Uniti sarà lo Spagnolo. E, comunque, il fatto che a Los Angeles parlino Spagnolo, può essere una riappropriazione etnica della zona!). Una Realtà dominata da fazioni rivali, da volontà di controllare le situazioni. Una Realtà ricca di ogni tipo di contraddizione.

Probabilmente, Farley vorrebbe mirare a quel Sogno Americano che lui stesso sintetizza come “L’America come vorremmo che fosse”.

Il motore di tutta la vicenda è il presunto arrivo, nei Centri di Accoglienza dell’Idaho, di gruppi di bambini Pakistani, rimasti orfani dopo l’esplosione, nel loro territorio, di missili nucleari Indiani. Il rifiuto di Farley alla loro entrata nel territorio dello Stato dell’Idaho, e conseguente chiusura dei confini, scatena la vicenda.

Sin qui la Storia, o almeno ciò da cui la Storia prende le mosse. Ma la vera protagonista della vicenda è la Televisione. Come già dicevo prima, infatti, ci troviamo nella sede di un’emittente televisiva. La visione del Mondo, che il Regista vuole presentarci, è quella dal piccolo schermo. Da dove le notizie partono. Un Mondo tutto fatto di indici di ascolto, di audience, di persone attaccate allo schermo, di volontà di fornire un prodotto che, ancor prima di essere fedele, sia visibile e visto dalla gente. Con quale gioia il Direttore dell’Emittente NN pensa al fatto che, grazie agli sviluppi della Situazione in Idaho, il prime time (la fascia di massimo ascolto) sarà costante. Sembra che questa notizia vada al di là dei rischi, ben tangibili, che l’Umanità potrebbe correre a causa di un possibile conflitto, di una Guerra Civile negli Stati Uniti.

Televisione come Mondo dell’Immagine. Quello che conta è apparire. L’immagine, come viene anche detto, è vista come quella struttura che può far credere che si stanno facendo delle cose, anche se non viene fatto nulla. La Televisione è Immagine. La Realtà che appare è filtrata attraverso gli occhi di chi mostra. Attraverso la Televisione è facile fare passare modelli falsi, elevare tutto a rango di puro spettacolo. È facile, attraverso questo mezzo, dare al Pubblico notizie non vere.

La Televisione, poi, si deve integrare con una Società veloce, incredibilmente veloce. Le vicende del Film sono narrate, in alcuni tratti come Voce Over, da Jim Kalla, giornalista anch’egli a News Net, che ricorda in parte i tempi in cui le notizie si muovevano più lentamente, e la gente poteva elaborarle, assimilarle. Oggi, in un Mondo ove tutto è veloce (il film è del 1997, oggi la velocità dell’informazione e della diffusione delle notizie e non solo è notevolmente cresciuta!), ove è facile essere superati, ove una notizia invecchia in pochi minuti, bisogna sempre essere pronti con la notizia, darla ad ogni costo, anche a costo di dare notizie false, poco attendibili. L’importante è che il Pubblico sia pronto a recepirle (e spesso non lo è, come lo stesso Kalla ricorderà!)

Insomma, può andare bene anche costruire una sorta di “realtà parallela” della Notizia, anche se con l’intento di fornire la Realtà la più veritiera possibile. L’importante è che al Pubblico piaccia. Forse, in questo Mondo, il verosimile è più importante del vero.

L’aereo, pieno di scalmanati bimbi pachistani, che viene fatto atterrare dopo per catturare un maggiore indice d’ascolto, ne è un esempio molto chiaro. La fantomatica Miss Sims, leader di un’organizzazione umanitaria che accompagna i bambini pachistani, appare molto più attratta dalla possibilità di avere denaro e successo che dai veri scopi che dovrebbero animarla. Tutto grazie al piccolo schermo.

Un Mondo che si presta ad equivoci, a spettacolarizzazioni, proprio per la sua impossibilità (o non volontà) di mostrare tutto. Un Mondo dove lo Spettacolo è superiore ad ogni altro valore.

A questo proposito si può citare il bellissimo “Quinto Potere”, di Sidney Lumet (1976). Qui appare come ogni cosa sia lecita nel nome dei punti percentuali dell’Indice d’Ascolto. Perfino utilizzare un personaggio con chiari problemi nervosi (Howard Beale), e farlo poi uccidere perché aveva un basso indice d’ascolto.

Nel lavoro di Dante, tuttavia,  non appare così evidente il sacrificio di tutto in nome del Pubblico. Il problema è sfiorato, ma la sua portata si può vedere. Forse, in questo lavoro è l’Uomo ad essere più al centro della questione. L’Uomo al di là delle etnie e delle situazioni della Vita.

La voce di Jim Kalla appare lenta, cadenzata. In contrasto con la velocità del Mondo Televisivo. Forse il contrasto è voluto, e rappresenta il tempo dell’anziano giornalista, un tempo in cui le notizie erano meno vorticose. O anche la volontà di riflettere sulle situazioni, invece che farle fuggire in una girandola di suoni e rumori, che poi possono lasciare solamente il vuoto. Con ogni apertura all’equivoco. La volontà di dare la notizia in anticipo, fidandosi delle indiscrezioni, porta errori clamorosi, con conseguenze davvero catastrofiche. Mi riferisco, in particolare, a quanto l’equivoco tra le parole “successione” e “secessione” porterà come conseguenze.

La Televisione, però, è anche un mezzo per parlare della Società Americana. L’immagine che ne appare non è di certo confortante. Viene mostrata una Società controllata di fatto da lobbies, da congregazioni dei più svariati e disparati atteggiamenti, ma spesso animate da spirito ben lontano dall’essere Umanitario. Congregazioni molto attente a ottenere dalla questione vantaggi personali.

La Televisione, in questo caso, può assumere anche il valore dell’indagine, della volontà e possibilità di scavare nelle pieghe della Realtà. News Net è forse anche questo. Al di là di indici di ascolto, di dati statistici, è anche un modo per informare, per fare in modo che il Pakistan e gli Stati Uniti siano vicini, si possano addirittura guardare in faccia.

Ma il Film, di certo, ha una fortissima componente ironica, con punte di sarcasmo. Ed il fantastico, il paradossale, l’assurdo la fanno da padroni.

E non potrebbe essere altrimenti, se guardiamo al passato di Joe Dante, Regista del Fantastico con punte di Horror.

Qui, la sua natura appare molto bene, nel mettere in scena personaggi grotteschi, spesso irreali. Appare nel caricare volutamente situazioni, rendendole ai limiti dell’assurdo, dell’impossibile, dell’incredibile.

Anche il Presidente, un personaggio incapace di un giudizio personale, e in grado solo di ispirarsi a grandi statisti del passato (“oggi il Presidente si sente Lincoln”), e tra l’altro per merito di altri che cercano le possibili ispirazioni, fa parte di questa galleria dell’assurdo, ove tutte le situazioni appaiono “al limite”. E, in questo, la Televisione dà davvero una mano importante. La sua capacità di ingigantire, di gonfiare, di alterare i contenuti, anche contro la volontà stessa di chi ne tiene le redini, permette di aumentare ancora di più questo paradosso, rendendo i personaggi, già alterati, una sorta di quadro che, osservato, fornisce una sensazione di orrore misto a sdegno. Personaggi che, al di là della risata che suscitano, non possono non far riflettere.

Situazioni sovente al limite dell’assurdo. Lo stesso Governatore Farley, che dichiara la chiusura delle frontiere dell’Idaho, ha una relazione con Christina Fernandez, giornalista di News Net, nonché messicana, i cui genitori sono stati immigrati clandestini. Lui stesso dice di voler avere da Christina figli messicani, uno dei quali dovrà chiamarsi Juan Pablo (in riferimento al Papa Giovanni Paolo).

Una descrizione ironica quanto diretta di un Mondo forse al capolinea, ove il lottare in qualcosa in cui credere è sopravanzato da interessi economici, politici o di audience (l’ultimatum del Presidente è anticipato da 72 ore alla cifra quasi incredibile di 67,5 ore per permettere la messa in onda del serial “Figli Figli miei”).

Una descrizione, comunque, messa in scena in modo molto valido da parte di Dante. Stavolta, l’Orrore è solo sulla carta, ma scorre tra le righe, negli orrori dei personaggi, forse nell’orrore di un Mondo in cui tutto è Immagine, dove conta solo l’apparire piuttosto dell’Essere, dove ogni cosa è subordinata a dati statistici (il Direttore di NN si preoccupa che nelle immagini di guerra non compare il logo dell’emittente).

Joe Dante centra dunque l’obiettivo dell’ironia e del paradosso, ma anche quello di fornire una descrizione che fa riflettere su quello che noi vogliamo davvero, come Uomini immersi nel Mondo dell’Immagine, ma anche desiderosi di verità, e di un Mondo in cui conti Essere davvero.

 

Sergio Ragaini