IL DERVISCIO

 

Di Alberto Rondalli

 

La Spiritualità nella sua forma più alta, più pura.

Una spiritualità a noi poco nota, quella Musulmana, che qui appare invece intensa, penetrante, a tratti sublime.

Un film in cui questa essenza profonda viene mostrata in modo diretto, senza fronzoli, senza inutili orpelli. Il punto di vista è, sempre o quasi, trascendente, come se si volesse costantemente superare la realtà, o trasfigurarla.

I Dervisci, i mistici dell’Islam. Un qualcosa che sfugge spesso alla percezione, che rimane sospeso tra quello che percepiamo e qualcosa che va ben al di là.

Tutto ciò è evidenziato con precisione, con bellezza, nel film di Rondalli. I suoni, le situazioni, le immagini sembrano fatte per trasportarci laddove non potremmo arrivare, in universi lontani dal nostro ma che, mai come in questo film, possiamo sentire vicini.

Suoni naturali: la musica, spesso enfatizzante le situazioni, qui non ha bisogno di essere: sarebbe solo un di più, una sovrastruttura. E il Regista lascia i soli suoni della Natura. E, naturalmente,i suoni che noi possiamo estrapolare dal nostro Essere più profondo, che di certo non possono vibrare di fronte a quello che osserviamo.

Un film che a qualcuno potrebbe apparire lento. È solo un’illusione, abituati come siamo ad un Cinema fatto di azione, di colpi di scena e simili. Qui l’apparente lentezza è solo un modo per farci entrare nel mondo della Mistica, per farci sentire nel profondo la profondità dello sguardo, per farcelo gustare. Rendendo, in tal modo, una cosa così lontana da noi molto vicina, e facendocene prendere parte, comunicandoci bellezza ed intensità.

 

Sergio Ragaini