AUM MEDITATION

Una Meditazione Anti-Meditazione per entrare in contatto con il sé più profondo.

 

Delirio, coscienza allargata, o semplicemente qualcosa di completamente nuovo? La mia esperienza ad una Aum Meditation, all’Osho Archan di Caprino. Un pomeriggio ancora invernale che sembrava estivo, per un qualcosa di particolare ma anche sorprendente. Per tornare ancora? Forse sì! Di certo, è stato bello!

 

Anti-meditazione? O piuttosto un modo per raggiungere uno stato tra il trance e la sospensione di coscienza?

Forse entrambi, e molto altro ancora. O forse nessuno dei due. Forse qualcosa di completamente nuovo, diverso, qualcosa che non lega con nulla di già visto, ma nello stesso tempo permette di raggiungere livelli di trascendenza molto elevati.

D’altra parte, chi ha conosciuto qualcosa, anche se molto superficiale, del personaggio Osho, può difficilmente pensare che questi proponga qualcosa di comune, usuale.

E questa volta, credo proprio che, entrando nell’Aum Meditation, ci si imbatta in qualcosa di mai trovato o visto (se non nella Bioenergetica: ma qui è comunque differente!). Qualcosa di nuovo, che è anche difficile descrivere a parole.

Subito, giungendo a Caprino Bergamasco, all’Osho Archan, devo ammettere un vago, ma marcato, senso di inquietudine. Non riuscivo a capacitarmi di cosa sentissi, ma lo sentivo, e non era così piacevole. L’ambiente ti pare qualcosa tra un Centro di Spiritualità ed una Comune, tra l’ovattato e l’immanente, tra l’ascesi e la carnalità (in senso positivo). Nel perfetto dualismo tra Anima e Corpo.

Mi ha colpito, devo dire, una gentilissima Kranti che mi ha accolto, confermandomi l’impressione positiva della vigilia. Mi ha stupito, decisamente, il suo abbraccio e bacio come saluto. Così come l’espansività che tutti dimostravano tra di loro. Particolare!

Il chiamarsi con il nome di Dharma (Sannyasyn, nella tradizione di Osho) già lo sapevo. E devo dire è bello. Quasi che, con questo fatto, si iniziasse una sorta di nuova Vita Spirituale. Va bene!

Ancora, mi ha colpito quando il Direttore della Meditazione (il facilitatore, se vogliamo), dal nome di Swami Somraj, mi ha abbracciato con trasporto, nel salutarmi. Io sono abbastanza espansivo, ma qui davvero era molto! Tuttavia era piacevole. Ma la sensazione di inquietudine continuava.

Iniziando la Meditazione, subito capisci che è tutto quasi opposto da come ti aspetteresti. Noi che meditiamo, infatti, siamo abituati alle luci basse, alla presenza, talvolta, di una Musica soffusa e delicata, per creare un’atmosfera di calma e quiete. Qui, l’opposto. Musica forte, vibrante ed agitazione per “entrare nell’atmosfera”. Una sorta di movimento, per sbloccare sé stessi, e creare nuovi stati mentali. Luci intense, forti, ben lontane dalle soffuse che ci si aspettava.

Poi, liberazione del sé. Poi, incontro con le nostre emozioni. Anche simulandole. Difficile, ma quando ti rendi conto che, comunque, nella tua Vita “reciti” sempre un ruolo, che sei comunque un “attore”, allora diviene tutto più semplice. E poi, Osho ha insegnato che tutto è un grande gioco, anche se serio, e bisogna imparare a divertirsi.

Ecco, quindi, l’esprimere odio ad una persona. “Ti odio” dichiarato con forza ed intensità, come in un gioco, ma credendoci almeno un po’. Per sbloccare, per mettere in scena un’emozione, in modo simulato, per poterla controllare quando fosse il caso!

Poi “ti amo”. Pronunciato con convinzione, con teneri abbracci, senza paura di sé, delle proprie emozioni e sensazioni. Una ricerca di trasporto profondo, ma diverso. E bello quanto vero.

Questo è solo l’inizio. Altre 10 fasi per circa 150 minuti complessivi, attendono chi si affaccia a questa meditazione.

Fasi contrastanti: alcune di grande movimento, quasi un delirio, in cui il corpo si muove sino allo stremo, sorretto spesso solo dall’energia del Gruppo. Si muove in maniera libera, quasi convulsa, per lasciarsi andare, sbloccando tutti quegli orpelli, quelle convinzioni errate e poco chiare, che ci legano ad una vita mediocre, quando la nostra vita potrebbe essere meravigliosa.

Ancora espressione di sentimenti, Stavolta addirittura simulando la follia. Un modo per esprimere la follia che la nostra Società ci porta quotidianamente, e porvi finalmente rimedio. E la luce con la musica ti aiuta ad entrare nel personaggio.

Sentimenti contrastanti, con cambiamenti repentini. Dal pianto, anche reale (si pensa a qualcosa di brutto, spiacevole o anche drammatico successo nelle nostre vite) si passa al riso, in modo immediato, senza stacco ma con totale continuità di movimento. Come nella vita, dove sensazioni contrastanti sono sovente presenti, e tocca a noi distinguerle, o forse dissolverle in un’unica rappresentazione, come su un palcoscenico, coscienti che si sta recitando, per giungere poi al vero sé.

Fino a giungere a momenti di tenerezza, fors’anche di Amore, con la “danza degli Amanti”. Danzi con chi vuoi, fai ciò che vuoi, con dolcezza. Senza temere il tuo corpo o quello dell’altro. E capisci che, anche qui, gli ostacoli che ci impediscono di essere felici sono solo dentro di noi. Che li poni tu. Che alzi i muri alla comunicazione con l’altro davanti a te. E che l’altro si adegua semplicemente.

E ancora movimento, a tratti frenetico. Poi, di colpo, la quiete. Una candela accesa, tutto buio. Si canta l’”Om”. Un momento lirico, mistico, di vera ascesi, mentre tutti, in cerchio, ci si tiene per mano, e si osserva la candela sempre meno luminosa. Poi, il buio, il silenzio. Denso di vita interiore. Dopo le emozioni vissute, tutto tace. Sei solo con te stesso, ma pieno di meraviglia. Un silenzio che vale più di mille parole, se lo sai ascoltare, come lo stesso Osho dice.

Poi, tutto si riaccende, per il lirico e bellissimo momento finale. Ci si abbraccia, pronunciando la frase “Namasté”, che vuol dire, “mi inchino al Buddha che c’è in te”. Un momento per lasciarsi andare, per ringraziarsi, ma anche per stringersi metaforicamente tutti in uno. Per andare avanti, verso un futuro luminoso.

Il seguito della serata, con la successiva cena, è stato di certo “luminoso”. Tra silenzi e parole, tra quiete e moto, tra bellezza, dolcezza e gioia.

E la sensazione non gradevole dell’inizio se ne era andata. Sostituita da una dolce sensazione di avere vissuto qualcosa di bello ed intenso. E forse di aver fatto qualche passo sulla strada della ripulitura interiore, dell’eliminazione di quei blocchi che rendono la Vita un inferno, quando potrebbe essere un Paradiso. Dipende solo da noi. Era bello, ora, lasciarsi cullare dalle onde della compagnia, dell’Amore che passava tra tutti, che si avvertiva ad ogni momento, ad ogni sguardo carico di sorriso, interiore ed esteriore.

E anche qui, tutto va diversamente da come te lo aspetti. A mezzanotte, infatti, ancora gente è presente, per gli ultimi saluti. Abituato a Centri di Meditazione dove, alle 22, tutto tace, è particolare! Ma bello, meno inibizioni, meno costrizioni. E poi, come dice Osho, bisogna imparare a capire che la Vita può essere interamente divertimento, in ogni suo aspetto! Per comprendere in profondità come la Mistica non vada necessariamente d’accordo con la rinuncia, la mortificazione, la sofferenza. Anzi, essere Mistici vuol dire vivere le cose in modo pieno, intenso, totale. Con sguardo nuovo, ma senza nascondersi dietro falsi moralismi. In tal modo, di certo, nasce quello “Zorba il Buddha”, unione tra ascetismo e piaceri della Vita, tanto ventilato da Osho.

Alla fine, mentre mi allontanavo, una battuta di Kranti, relativa ad un commento su un’altra meditazione da me praticata: “magari è ora di cambiare rotta”. Nel senso, di cambiare rotta nella meditazione.

Una risposta? Nuovo seguace di Osho? Futuro Sanniasyn? È presto troppo presto per dirlo! Seguo già altre pratiche, anche se non mi posso definire, in queste, un “veterano”. Ma le seguo. E devo dire mi interessano.

Questa mi è decisamente piaciuta, e posso già dire che non sarà l’ultima di Osho, che avrà un seguito.

Qualche dubbio ed interrogativo, non mento, mi sono rimasti soprattutto su alcune questioni.

Dubbi ed interrogativi bloccanti, che potrebbero essere ostacoli insormontabili? Sospendo qualsiasi risposta, non potrei ancora darne.

Ma, forse, questi dubbi potrebbero essere destinati a sciogliersi come il ghiaccio in una giornata di primavera. Lasciando un dolce prato fiorito di fresco.

 

Sergio Ragaini