Focalizzazione e approfondimento a cura

di Andrea Sorrentino “Ricercatore”

I numeri sono simboli che indicano quantità. Lo zero è numero e indica assenza di “quantità“. I simboli di qualità (m, cm, Kg, … ecc.) che si affiancano ai simboli numerici, specificano la qualità a cui si riferisce il calcolo numerico, ma non interferiscono in alcun modo con le operazioni che si svolgono esclusivamente fra numeri. Pertanto tutti numeri sono “puri” in quanto simboli esclusivi del calcolo numerico. Ora tutti voi che conoscete la matematica (ciò che s’impara) sapete che esiste il seguente teorema A: qualsiasi quantità moltiplicata per zero produce zero, qualsiasi quantità divisa per zero produce ¥ (infinito); ma è veramente cosi?
 La prima traccia dell’uso dello zero come simbolo numerico la troviamo negli scritti di Bramagupta, vissuto nell’India centrale e, attivo intorno al 628 d.C., Bramagupta non si pronunciò sulla divisione o sulla moltiplicazione fra un numero diverso da zero e lo zero stesso. Mentre troviamo questo tentativo nell’opera Vijaa-Ganita del matematico indiano Bhascara (1114 ca. – 1185) il quale definisce il quoziente di tre diviso zero una frazione la cui quantità è infinita. Ma non dà una spiegazione logico-scientifica a questa sua affermazione, si limita a chiamare in causa Dio, e così si esprime:
 “in questa quantità (infinita) che consiste in ciò che ha come divisore lo zero non v’è nessuna alterazione, anche se vi è aggiunto o tolto molto, infatti, afferma il Bhascara, nessun mutamento ha luogo nella infinità e immutabilità di Dio.

Ora non crediate che attualmente (dopo nove secoli) abbiamo una giustificazione diversa perché rimarreste delusi. In seguito lo stesso Bhascara asserisce che :
"( a/0)*0=a"
 Devo precisare che il matematico attuale considera corretta la prima affermazione del Bhascara"(a/0)=inf." e da come scorretta la seconda: "( a/0)*0=a)".

Io affermo che: "a/0=a" ; "a*0=a" Ed é questo che vorrei dimostrare.

 E’ necessario fare un breve richiamo sugli assiomi o postulati poiché su di essi si regge tutta la logica matematica. Gli assiomi sono “verità evidenti per se stesse” che l’intelletto umano accetta come veri, pur non potendone dare una spiegazione. Uno degli assiomi fondamentali viene definito come il “Principio di non contraddizione” per cui è impossibile che qualcosa sia e contemporaneamente non sia. Se non applicassimo questo principio rischieremmo di affermare qualsiasi cosa come vera e contemporaneamente potremmo affermare che è “non vera”, e questo significherebbe confusione e indeterminazione.

Chi conosce l’analisi matematica sa bene quanta sia la sua indeterminazione. Tale indeterminazione deriva dall’uso scorretto dello zero, che non è stato risolto con la teoria dei limiti di Leibniz- Newton. Dopo circa tre anni di ricerca sono pervenuto a conclusioni chiare e semplici per me, ma non semplici da dimostrare a coloro che tendono a mantenere  un errore come verità dimostrata, la storia dimostra che gli uomini tendono conservare i propri errori e disprezzano Coloro che tentano di levarli loro. Consapevole di questo, non rinuncio al tentativo di mettere la pulce nell’orecchio di qualcuno che volesse riflettere su ciò che con molta umiltà sono riuscito a chiarificare, non pretendo di essere creduto, ma mi auguro di non essere troppo disprezzato, pertanto cercherò di dimostrare il seguente Teorema S 
che per necessità distinguerò in due parti (a e b) quindi:
·        Teorema Sa) qualsiasi quantità ( non moltiplicata o non divisa ), rimane necessariamente se stessa  
·       
Teorema S b) qualsiasi quantità moltiplicata o divisa per zero,( che indica il nulla), rimane necessariamente se stessa

In realtà ciò che io do come Teorema, (Teorema = affermazione), è un vero e proprio postulato in quanto evidente per se stesso (il fatto che non sia praticato e applicato non implica che non sia vero ma semplicemente che non viene considerato come tale), La presente vale come dimostrazione logico-matematica.

Per evidenziare una verità offuscata da altra presunta verità si procede innanzi tutto ad eliminare l’errore che nel nostro caso è il Teorema A per cui è vero che 3x0=0. Mentre il Teorema che voglio dimostrare vero è il Teorema S e cioè che 3x0=3 e 3:0=3. Non sembra evidente anche a voi che se avete tre mele sul vostro tavolo e non le moltiplicate o non le dividete, rimangono sempre tre mele? Notate che questo è un postulato e non si può dimostrarlo: o si afferma o si nega.

Possiamo negarlo? Io dico di no! Ma provate a dimostrare il fatto che 3x0 = 0; voi state affermando che tre mele non moltiplicate si annullano magicamente! Vi sembra logico? Dobbiamo quindi affermare la parte a del Teorema S che dice che se non moltiplico e non divido le mele, esse rimangono inalterate al loro posto, se erano tre rimangono tre.

Ora il Teorema A, nega la parte b del Teorema S: ( 3 x 0 = 3 ) , poiché afferma che : ( 3 x 0 = 0 ).  (E’ necessario chiarire che questo è vero se moltiplico due dimensioni lineari per determinare una superficie, poiché se una delle due dimensioni è nulla la superficie da determinare sarà nulla, mentre non è vero che si debba annullare il valore della dimensione lineare che nel nostro caso era e dovrebbe rimanere tre. Questo argomento sarà spiegato meglio successivamente).

Se considerate lo zero come numero vuoto avrete le seguenti equazioni o identità :
(non moltiplicare)=(moltiplicare per 0) ; (non dividere) = (dividere per 0).
Quindi avrete che : Sa = Sb, pertanto se è vera Sa, E' vera anche Sb. per cui il Teorema S è affermato nella sua interezza. C.v.d.

Se affermate che la b) è diversa dalla a) dovrete affermare che lo zero indica una quantità diversa da “nulla” e quindi che zero è diverso da zero; 0¹0;e che le equazioni sono disequazioni :
(non moltiplicare) != (moltiplicare per 0) ; (non dividere) != (dividere per 0).
Che è assurdo. C.v.d.  
Nota : (!=) = (diverso)

Voglio precisare che il linguaggio lessicale esprime con le parole ciò che il linguaggio matematico  esprime con i simboli (che comunque contengono un concetto preciso) es. se dico tre " più " niente scriverò in linguaggio matematico 3+0 e voi capite che c’è tre a cui è stato aggiunto? “ Niente “e anche se avete aggiunto qualcosa che è niente il vostro risultato è sempre tre. Perché dovrebbe essere diverso quando moltiplico per “niente”?

Considerando ciò che ho detto sapreste dimostrare che 3x0=0, se non nel caso in cui il risultato sfocia in una diversa dimensione, quale quella quadratica? Io credo di no, quindi perché dovreste pretendere che io dimostri ulteriormente che sarebbe logico che 3x0=3? Mentre si dovrebbe affermare che tre moltiplicato zero uguale zero soltanto come superficie quadratica, che è una diversa dimensione? Quindi "3*0=0"; 3*0= ( 0 Unita quadratiche), L'unità quadratica è cosa
molto diversa dall'unità lineare : "1^2 diverso da 1"

Vi dico infine che la matematica non fa la logica, ma è la logica che fa la buona matematica, nel prossimo capitolo dimostrerò l’errore evidenziandolo dal punto di visto geometrico anticipandovi che ad esempio 3x1¹3.