Joshu chiese [ al suo maestro] Nansen: "La via ,
cos'è?".
Nansen disse: "E' la mente Quotidiana".
Joshu disse. "Bisogna mirare ad essa, non è
vero?".
Nansen : "Nel momento in cui miri a qualcosa, l'hai già persa".
Joshu : "Se non miro ad essa, come posso conoscere
la Via ?"
Nansen : "La Via non ha nulla a che fare col "conoscere" o col
non "conoscere".
Conoscere è solo percepire ciecamente.
Non conoscere è solo assenza di percezioni.
Se hai raggiunto la via a cui non si può mirare, è come lo spazio
:
un vuoto assolutamente limpido.
Non puoi forzarla nell'uno o nell'altro modo".
In quel momento Joshu si risvegliò al significato profondo.
La sua mente fu come la Limpida luna piena.
Nota: Nansen dice che la Via dello zen non è una Via di conoscenza della
forma, per cui la mente si rivolge all'esterno dell'essere, poiché così
essa si perde e si confonde in una miriade di conoscenze soggettive determinate
dai filtri sensoriali che la portano a distinguere, a selezionare, a separare,
a scegliere ciò che soggettivamente ritiene essere la meta, poiché
se c'è una meta si tende ad escludere ciò che è irrilevante
rispetto alla meta e si perde il senso dell'oggettività.
A che serve cercare qualcosa che sia Non-numero, non-erba, non-sedia, "non"
tutto ciò che è una cosa?
Nansen suggerisce di rivolgere la mente verso l'interno dell'essere per realizzare
la connessione con l' Intelletto che appartiene alla trinità immortale
e quindi divina
( intelletto, anima, spirito.) L'intelletto, alias Spirito Santo, alias corpo
causale e generante dell'essere è il contenitore di ogni legge, o darma,
o causa prima , o intelligenza , con cui l'essere viene creato, alimentato e
sostenuto nella sua esistenza fisica. Pertanto è lui che stabilisce e
segue la Via corretta per la creazione dell'
essere compresa la mente stessa che serve all'essere per gestire e coordinare
le funzioni più grossolane per governare l'organismo. Quindi la mente
deve essere serva dell'organismo, che è regolato automaticamente dall'intelletto
stesso, la cui struttura fisica risiede nel cervelletto. E in ogni cellula dello
organismo stesso (D.N.A.). La mente riceve le istruzioni dall'interno ed è
necessario che essa si attenga a tali istruzioni, Quando essa, omette di eseguire
tali funzioni nel tentativo di essere la padrona del corpo si stacca dalla connessione
col Padre (intelletto) e porta il corpo fisico alla sofferenza, e perfino alla
morte.
Il Dialogo fra Nansen e Joshù, e tratto da "Zen radicale: i detti
del maestro Joshu"
a cura di Yoel Hoffman. Ubaldini editore- Roma.
La nota è di Andrea Sorrentino, "libero Ricercatore"