Origine, significato ed effetti del mentire

Colui che voglia intraprendere il cammino della ricerca interiore di se stesso, per migliorare e cioè per correggere i propri errori e quindi per soffrire di meno (± errori = ± sofferenza), viene chiamato ricercatore della Verità o Realtà, (qualunque essa sia).
La qualità del ricercatore non è quella di ipotizzare o di immaginare, bensì il suo scopo è semplicemente di vedere come è la cosa che vuole conoscere.
Quindi per un vero ricercatore non ha importanza se la cosa sia bella o brutta giusta o ingiusta, ecc. .ecc., ma, ripeto, egli vuole conoscere la vera realtà di quella cosa.
Per fare questa ricerca egli usa la sua mente che è il suo unico strumento di comprensione della realtà stessa anche se molto inadeguato al bisogno. Capirete quindi quanto è importante che questo strumento sia perfettamente funzionante e centrato per poter distinguere quello che è da quello che “sembra” o per analizzare le cause che producono un fenomeno. Il funzionamento della mente sarà l’oggetto principale di questo mio lavoro, ma non l’unico. Non tutte le menti sono pronte e duttili da potersi autocorreggere e abbastanza umili da accettare i propri errori, anzi ci sono moltissimi che non possono accedere a tale ricerca per motivi diversi, esaminiamo ora il più importante di tali motivi di esclusione dalla giusta comprensione:
La falsità
Regola: “Qualunque mente che comincia ad usare la menzogna organizzata al fine di ingannare gli altri finirà inevitabilmente per identificarsi essa stessa nelle menzogne che aveva preparato per gli altri, mentre gli altri che voleva ingannare capiranno presto il suo tentativo e l’abbandoneranno, questa mente si avvolgerà sempre di più nella sua stessa rete fino a perdersi come una mosca nella tela del ragno.
Prima di dare spiegazione di questa regola vediamo: L’origine della falsità vi faccio notare che nonostante non mi riferisco a nessuno di voi in particolare, qualcuno di voi è già in allarme è si sente attaccato da me, (non è vero! state tranquilli), quello di voi che si sente più attaccato da me sarà consapevole di essere incline a mentire. Qualcuno sta già preparando la risposta al mio attacco (presunto!) ma nessuno di voi ,anche se sa di aver mentito, sarà disposto ad ammetterlo come errore fatto da lui contro se stesso. E coloro che sono più sinceri e ammettono di aver mentito hanno una forte giustificazione (mentono tutti!, diranno, non potevo fare diversamente! ecc.. ecc.)
Ma quanti di questi che si auto assolvono per aver mentito sono disposti ad assolvere gli altri che hanno ingannato loro? (Questo prendetelo come punto di riflessione?).
E’ molto importante sottolineare che io non attacco nessuno ma cerco di farvi riflettere sulle cose e, per far questo, devo per forza indicare il vostro modo di pensare poiché voi pensate in base alla vostra esperienza vissuta, sappiate una volta per tutte e per il futuro che questa regola della mia neutralità è sempre valida e non la ripeterò ogni volta altrimenti non dovrei fare nient’altro che scusarmi con qualcuno che si offende e si scaglia contro di me perché dico qualcosa che ha fatto lui (se l' ha fatta). Quindi regola: io sono solo un espositore e dico delle cose per far riflettere chi vuol capire, non giudico e non condanno, non mi pongo neanche il problema del singolo e non mi importa di ciò che fate di quello che dico, chiaro! Spero di si e procedo. Mi ricollego all’origine della falsità: tutti gli esseri nascono puri, semplici, spontanei, veri specchi della loro propria natura interiore (questa natura interiore è contenuta nel loro essere e viene chiamata “corpo causale” oppure “intelletto” che sarebbe l’intelligenza con cui l’essere si è generato e si tiene in vita. Crescendo, il bambino prende coscienza dei condizionamenti e delle regole che, prima i genitori, poi la società, gli impongono (super-io) quindi sorge nel bambino il seguente problema: io vorrei fare questa cosa ma, se la faccio gli altri mi puniranno o mi sgrideranno (perché é stato già punito in precedenti occasioni) quindi capite che a questo punto entra nella sua mente razionale un conflitto: rinunciare a fare ciò che desidera o affrontare la disapprovazione o la punizione? Il problema lo risolverà non appena scopre che è possibile fare ciò che vuole a condizione che nessuno lo scopra, da questo momento la sua mente comincerà a lavorare per nascondere agli altri quelle sue azioni per le quali potrebbe essere penalizzato. Questa è l’origine e il fine della menzogna. Nasce così il futuro essere intelligente e scaltro, falso al momento giusto e irreprensibile nell’apparenza, onesto nelle parole, pronto a giudicare e condannare gli altri, insomma ecco il vero  “ipocrita”(fa ciò che non dice e dice che si deve fare ciò che lui non farà) dopo aver visto che mentire rende non rimane che continuare, l’importante è non farsi beccare. Fino a quando un essere è disposto mentire? Fino a che non si accorge che non rende più ma questo lo spiegherò meglio in seguito. Vediamo ora che cosa produce nell’essere il fatto di mentire. La prima cosa negativa è che la mente deve usare necessariamente due verità in sé contrastanti (una verità è per se stesso); l’altra verità (che non è verità) è per gli altri che comunque devono credere e, pertanto, la si deve rappresentare come se fosse verità (qui entra in gioco l’abilità e l’intelligenza nel mentire) e più ti dimostri convinto più altri abboccano, quindi alcuni si specializzano e si identificano tanto nelle loro bugie che finiscono per confondersi fra le due verità esistenti nella propria memoria, nonostante la mente si sforza di tenerle separate ci sarà inevitabilmente il punto di contatto e in seguito la fase di sconfinamento dell’una nell’altra, a questo punto la mente userà indifferentemente l’una o l’altra. Quindi l’essere vive in una specie di semiastratezza fra la realtà e il pensiero di una ipotetica realtà. Tale soggetto usando indifferentemente la verità e il pensiero della verità, che assumono in lui pari dignita e forza, entrerebbe in crisi facilmente, ma evità tale crisi accettando indifferentamente l’una o l’altra a seconda della sua convenienza. Capirete che tale mente è entrata nel processo di frantumazione con le premesse di futura dissoluzione, in quanto non esiste più nessun legame valido fra inteletto e mente. Ma questo fattore sarà trattato e meglio definito in seguito.

Andrea Sorrentino