Émile Durkheim (Épinal, 1858 – Parigi, 1917)
Émile Durkheim nacque in una famiglia ebrea e venne avviato, da bambino, agli studi che lo avrebbero portato a diventare rabbino, come il padre. Piuttosto presto, tuttavia, prevalse in lui una vocazione laica che lo portò a seguire studi di tipo filosofico-sociale. La
Francia in cui vive Durkheim è quella della terza Repubblica - preceduta
dalla sconfitta francese contro i tedeschi nel 1870 e dall’esperienza della
Comune di Parigi nel 1871 -, fino alla prima guerra mondiale.
Durkheim
è considerato uno dei maggiori maestri del pensiero sociologico
e fu lui ad avere la prima cattedra di sociologia che si conosca, prima
a Bordeaux a fine Ottocento e, nel 1913, alla prestigiosa Sorbona di Parigi.
Nel
corso della sua carriera, intensamente dedicata all’attività
accademica, Durkheim ha avuto modo di individuare l’oggetto della sociologia
nel ‘fatto sociale'
Centrale
nella sua riflessione è certamente il problema dell’ordine sociale,
cioè della fonte, della natura e delle trasformazioni del legame
sociale (la ‘divisione
del lavoro sociale’
Egli
è inoltre autore di una delle prime e più complete ricerche
sociologiche, in cui applica coerentemente i principi metodologici da
lui stesso elencati per dimostrare l’influenza della società
su uno degli atti comunemente ritenuti più individuali in assoluto:
il suicidio
Durkheim
si è occupato approfonditamente della religione
Opere da cui sono stati estratti i brani: É. Durkheim, Le
regole del metodo sociologico, in É. Durkheim, Le regole del metodo
sociologico - Sociologia e filosofia, Edizioni di Comunità, Milano,
1969; opera originalmente pubblicata nel 1895
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