Sui metodi della sociologia  

In sociologia, come in biologia, l'indagine scientifica impiega in concorrenza tra loro i tre modi fondamentali che ho distinto, fin dal secondo volume di questo trattato, nell'arte generale di osservare: cioè l'osservazione pura, l'esperimento propriamente detto, ed infine il metodo comparativo essenzialmente adatto ad ogni studio sugli esseri viventi. Si tratta dunque di valutare sommariamente qui la portata relativa ed il carattere particolare di questi tre procedimenti successivi, per quanto concerne la natura e lo scopo, precedentemente definiti, di questa scienza nuova (p. 265, I vol.)[…].

Vista l’eccessiva complessità di tali fenomeni, la loro osservazione statica non potrebbe diventare veramente efficace che dirigendosi ormai in base ad una conoscenza, almeno schematica, delle leggi essenziali della solidarietà sociale; ciò accade ancora più evidentemente per i fatti dinamici, che non avrebbero alcun senso preciso se innanzitutto non si ricollegassero, sia pure con una semplice ipotesi provvisoria, alle leggi fondamentali dello sviluppo sociale (p. 270, I vol.) […].

Si capisce dunque che, per la natura stessa della scienza sociale, l'osservazione propriamente detta ha necessariamente bisogno, in una maniera più profonda ancora e più particolarmente che in qualunque altro caso, di una intima subordinazione continua all'insieme delle speculazioni positive relative alle leggi reali della solidarietà o anche della successione dei fenomeni eminentemente complessi. Nessun fatto sociale potrebbe avere significato veramente scientifico senza essere immediatamente riferito a qualche altro fatto sociale: puramente isolato, esso resta inevitabilmente allo stato sterile di semplice aneddoto, suscettibile tutt'al più di soddisfare una vana curiosità, ma che non permette alcun uso razionale. Una simile subordinazione deve senza dubbio aumentare direttamente la difficoltà fondamentale, già così pronunciata, che caratterizza le osservazioni sociali, e deve anche concorrere oggi a rendere, in questo campo, i buoni osservatori ancora più rari, sebbene debba, al contrario, moltiplicarli ulteriormente, man mano che la scienza reale si svilupperà […]. La seconda maniera fondamentale dell'arte d'osservare, o l'esperimento propriamente detto, sembra, ad una prima valutazione, dover essere interamente precluso alla nuova scienza che qui costituiamo; il che d'altra parte non le impedirebbe affatto di poter essere completamente positiva. Ma, osservando con attenzione, si può facilmente riconoscere che questa scienza non è affatto, in realtà, totalmente priva, per sua natura, d'una simile risorsa generale, sebbene non sia certamente la principale che essa deve impiegare. È sufficiente perciò distinguervi convenientemente, per la natura dei fenomeni, tra la sperimentazione diretta e quella indiretta, come ho fatto nei due volumi precedenti. Noi abbiamo soprattutto riconosciuto, nel terzo volume, che il vero carattere filosofico del metodo sperimentale non consiste affatto essenzialmente in quell'istituzione artificiale delle circostanze del fenomeno, che, per la massa degli scienziati, costituisce oggi il principale attributo d'un tal genere d'indagini. Che il caso sia naturale o artificiale, noi sappiamo che l'osservazione vi merita realmente sempre il nome specifico di esperimento, tutte le volte che il verificarsi normale del fenomeno vi prova, in una maniera qualunque, un'alterazione ben determinata, senza che la spontaneità di quest'alterazione possa distruggere l'efficacia scientifica inerente ad ogni modificazione delle circostanze abituali del fenomeno per meglio chiarirne la produzione effettiva. È soprattutto in questo senso che il metodo sperimentale può realmente appartenere alle ricerche sociologiche (pp. 272-274, I vol)[…].

Considerando infine il metodo comparativo propriamente detto, devo per prima cosa, a questo proposito, rimandare il lettore alle spiegazioni fondamentali che ho sufficientemente esposte, in filosofia biologica, per dimostrare la supremazia necessaria d'un simile procedimento in qualsiasi studio di cui gli esseri viventi possono diventare il soggetto, e con un'evidenza tanto più irresistibile quanto maggiormente i fenomeni si complicano o l'organismo si perfeziona […].Quando gli studi sociali saranno infine opportunamente diretti dallo spirito positivo, non si tarderà, senza dubbio, a riconoscervi l'utilità permanente, e, in molti casi, la necessità di introdurvi, ad un certo grado, la comparazione sociologica dell'uomo con gli altri animali, e soprattutto coi mammiferi più progrediti, almeno dopo che le società animali, ancora così mal conosciute, saranno state infine meglio osservate e meglio apprezzate […].

Il principale difetto di tale ordine di comparazioni socio- logiche, sarà, senza dubbio, quello d'essere limitato, per sua natura, alle sole considerazioni statiche, senza poter giungere fino a quelle dinamiche, che devono costituire, soprattutto ai nostri giorni, il soggetto preponderante e dirètto della scienza. Questa restrizione deriva evidentemente dal fatto che lo stato sociale degli animali, senza essere, in realtà, così assolutamente stabile come lo si immagina, non sperimenta essenzialmente, da quando la supremazia umana s'è pienamente sviluppata, che impercettibili variazioni, non paragonabili al progresso continuo dell'umanità, considerata anche nel suo sviluppo primitivo meno pronunciato. Ma, ridotta alla statica sociale, l'utilità scientifica d'una simile comparazione mi sembra veramente incontestabile, per meglio caratterizzarvi le più elementari leggi di solidarietà fondamentale, manifestando direttamente, con una evidenza irresistibile, la loro verifica spontanea nello stato di società più imperfetto, in maniera anche da poter qualche volta suggerire, inoltre, utili induzioni sulla società umana. Niente è più idoneo soprattutto a far apparire quanto siano pienamente naturali le principali relazioni sociali, che tanti spiriti sofistici credono ancora oggi di poter trasformare a piacimento delle loro vane pretese: essi smetteranno, senza dubbio, di considerare artificiali ed arbitrari i legami fondamentali della famiglia umana, ritrovandoli, con lo stesso carattere essenziale, negli animali, ed in una maniera tanto più pronunciata quanto più l'organismo vi diventa progredito, e vicino all'organismo umano. In una parola, per tutto ciò che concerne i primi germi delle relazioni sociali, le prime istituzioni che hanno spontaneamente fondato l'unità della famiglia o della tribù, in questa parte elementare della sociologia che si confonde quasi con la biologia intellettuale e morale o almeno con ciò che si chiama la storia naturale dell'uomo della quale essa sembra costituire un semplice prolungamento generale, vi sarà non soltanto un grande vantaggio scientifico, ma una vera necessità filosofica, ad impiegare convenientemente la comparazione razionale della società umana con le altre società animali […].

Affinché le principali forme distinte proprie, in sociologia, al metodo comparativo, siano qui sempre considerate nell'ordine successivo della loro importanza crescente, devo ora segnalare la maniera fondamentale, che consiste in un paragone razionale tra i diversi stati coesistenti della società umana sulle diverse parti della superficie terrestre, considerati soprattutto in popolazioni pienamente indipendenti le une dalle altre. Niente è più adatto di un simile procedimento a caratterizzare precisamente le diverse fasi essenziali dell'evoluzione umana, che, di conseguenza, possono essere simultaneamente esplorate, in maniera da far risaltare in modo più diretto ed evidente i loro attributi preponderanti. Sebbene il progresso fondamentale dell'umanità sia necessariamente unico, per ciò che concerne lo sviluppo totale è nondimeno incontestabile che, per un concorso di cause sociali, molto male analizzate fin qui nella maggior parte dei casi, popolazioni molto considerevoli, e soprattutto molto varie, non hanno ancora raggiunto che gradi inegualmente inferiori di questo sviluppo generale, di modo che, a causa di questa ineguaglianza, i diversi stati precedenti delle nazioni più civili si trovano oggi essenzialmente, malgrado le inevitabili differenze secondarie, in popoli contemporanei sparsi in diverse parti del mondo. Come l'osservazione propriamente detta, della quale esso costituisce la modifica più spontanea, questo metodo comparativo presenta innanzitutto il vantaggio evidente d'essere parimenti applicabile ai due ordini essenziali di speculazioni sociologiche, le une statiche, le altre dinamiche, in modo da verificare egualmente le leggi dell'esistenza e quelle del movimento, o anche di fornire qualche volta, a loro riguardo, preziose induzioni dirette. In secondo luogo, esso si estende essenzialmente oggi, in realtà, a tutti i gradi possibili dell'evoluzione sociale, della quale tutti i tratti caratteristici possono essere cosi effettivamente sottoposti alla nostra immediata osservazione: dai disgraziati abitanti della Terra del Fuoco fino ai popoli più progrediti dell'Europa occidentale, non si potrebbe immaginare alcuna sfumatura sociale che non si trovi attualmente realizzata in certi punti del globo, ed anche quasi sempre in più località decisamente separate […].

Ma, dopo aver convenientemente apprezzato i preziosi attributi d'un simile procedimento, è molto importante, per la costituzione razionale della nuova filosofia politica, prevenire, a questo riguardo, una esagerazione troppo naturale oggi, segnalando ora, con non minore scrupolo, i gravi pericoli scientifici che gli sono propri, e che, nonostante tutti i vantaggi reali, non permettono assolutamente di affidargli la principale guida delle osservazioni sociologiche. Il suo primo difetto, al contempo il più grave ed il più inevitabile, consiste nel fatto che, per sua natura, esso non ha alcun riguardo alla successione necessaria dei diversi stati sociali che esso tende direttamente, al contrario, a presentare come coesistenti. Un uso troppo esclusivo, od anche soltanto troppo preponderante, di questo metodo d'indagine potrebbe dunque condurre a misconoscere, in maniera più o meno errata, l'ordine fondamentale secondo il quale questi diversi gradi dell'evoluzione umana son dovuti derivare gli uni dagli altri; e si può aggiungere che vi condurrebbe infallibilmente, se quest'ordine non fosse già essenzialmente stabilito da una migliore via scientifica: ora noi sappiamo quanto un tale concetto sia fondamentale in sociologia, ciò che deve far valutare tutta l'importanza d'un simile inconveniente. Per meglio afferrarne la portata, bisogna considerare, in secondo luogo, che l'incoerenza naturale. propria di questo genere d'osservazioni sociologiche comparative, non permette, quando sono impiegate isolatamente, di accorgersi esattamente della filiazione reale dei diversi sistemi sociali, anche supponendo che l’ordine positivo ne fosse preliminarmente conosciuto (pp. 278-284, I vol.)[…].
Risulta, infatti, dalla lezione precedente che la fondazione della sociologia positiva tende direttamente ad aumentare l'insieme dei nostri principali mezzi di speculazione, introducendovi, come ultimo elemento essenziale, quel mezzo generale d'indagine che ho segnalato sotto il nome di metodo storico propriamente detto, il quale, con un uso appropriato, costituirà realmente più tardi un quarto modo fondamentale d'osservazione, a seguito del processo comparativo della biologia, della quale esso presenta certamente una modifica abbastanza profonda per meritare d'esserne finalmente distinto. Questo nuovo mezzo d'indagine, la cui manifestazione era, per sua natura, così evidentemente riservata alla sociologia, è veramente, in fondo, più o meno applicabile a qualsiasi ordine di speculazione scientifica. È sufficiente, per questo, secondo il principio incontestabile sopra indicato, considerare ogni scoperta nel momento in cui essa si effettua, come costituente un vero fenomeno sociale, facente parte della serie generale dello sviluppo umano, e, a questo titolo, soggetta alle leggi di successione ed ai metodi d'indagine che caratterizzano questa grande evoluzione. Da un simile punto di partenza, la cui razionalità non potrebbe essere misconosciuta, si abbraccia ben presto l'intera universalità necessaria del metodo storico, da allora considerato in tutta la sua eminente importanza intellettuale. Non è evidente, infatti, che, con un simile metodo, le diverse scoperte scientifiche diventano, ad un certo grado, suscettibili d'una vera previsione razionale, in seguito a un'esatta valutazione del movimento precedente della scienza, convenientemente interpretato in base alle leggi fondamentali del cammino reale dello spirito umano? Giunta ad una tale specializzazione, la previsione storica non potrebbe senza dubbio, in seguito alle spiegazioni dal capitolo precedente, comportare determinazioni ben precise: ma essa potrà certamente fornire felici indicazioni preliminari sul significato generale dei progressi immediati, in maniera da evitare soprattutto, in gran parte, l'enorme dispendio di energie intellettuali che oggi si consumano in tentativi essenzialmente azzardati, la maggior parte dei quali non comporta alcun successo reale (pp. 327-328, I vol.).