Milano, 7 ottobre, Hotel Sheraton Diana Majestic: inizia qui la
"fase 2" del cammino artistico di Marco Masini, "una voce
e un'anima della quale, forse senza essercene davvero accorti, sentivamo
la mancanza". Così recitano alcuni passi del comunicato stampa
della MBO Music di Mario Ragni che, insieme alla MamaDue di Marco
Poggioni, riportano sulle scene, dopo tre anni, l'artista fiorentino di Disperato
e Ci vorrebbe il mare, di Vaffanculo e Bella
stronza, fino agli anni più bui di Scimmie e Lasciaminonmilasciare.
Scorrono le immagini del video di Generation, diretto da
Leonardo Torrini e girato a Londra. Marco è visibilmente emozionato,
sigaretta, maglietta blu Adidas e una nuova acconciatura.
"Mi pare
di tornare al primo Sanremo" dice alla stampa presente. "Mi
sento emozionato, ora io riparto da zero".
Ma cosa lo ha spinto a tornare? E qui Marco incomincia una lunga e
sincera confessione. Parla innanzitutto del rapporto professionale e di
amicizia con Mario Ragni, interrotto nel 1996-97, ma ripreso un anno fa,
quando è ripartito il nuovo progetto. "La vita è l'arte
dell'incontro" - dice Marco - "Io e Mario abbiamo vissuto
l'inizio e la fine. Poi dopo io ho fatto degli errori, un po' per
ingenuità mia (sono stato troppo legato a un'epoca che stava cambiando
in fretta) e un po' a causa di un'esasperazione del personaggio Masini
da parte dei media. Io mi sono sempre sentito un mediano e mi hanno
dipinto come un centravanti. Addirittura qualcuno mi ha scambiato per un
intellettuale di sinistra! Ma io non sono un intellettuale. Non ho una
preparazione tale per esserlo. Io vengo da un quartiere periferico di
Firenze, Ponte Rosso, ho solo la terza media. Con la musica e con i miei
dischi avevo un giocattolo grossissimo che a un certo punto mi è
scoppiato di mano e non ho saputo difendermi. Mi hanno riempito di
etichette fino a quella del 'portasfortuna', io sono un introverso e non
sono stato capace di togliermi una maschera. Ho avuto la paranoia di
essere un personaggio scomodo e mi sono dato questa maschera di
introverso per difendermi dalle cattiverie."
Come vede Marco il suo ritorno? "Il mio ritorno è il risultato di
una fragilità, che è propria di ogni uomo, così come lo era stata la
decisione di smettere. È più una sconfitta che una vittoria.
D'altronde spesso si cambia idea, è normale, lo diceva anche il mio
conterraneo Montanelli".
Chi ha aiutato Marco in questi ultimi anni? "Molte persone mi hanno
spinto al ritorno, dal mio parrucchiere Giacomo fino a Panariello, o a
Pieraccioni, miei amici da tantissimi anni. Panariello in particolare mi
è stato molto vicino, è stato un prezioso consigliere, non solo dal
punto di vista umano, ma anche tecnico. Lui mi invitava anche ai suoi
programmi negli anni scorsi. Io manco dalla Tv da quattro anni, ma ci
tornerò proprio ospite da lui, il 12 ottobre a Torno sabato... e
tre. Farò un medley di tre canzoni, oltre al singolo Generation,
e parlerò un po', vedremo che fare Giorgio ed io. E poi, non da ultimo,
il pubblico. Anzi loro sono i primi fra tutti, che mi hanno scritto
lettere o incoraggiato attraverso il sito ufficiale o altri siti legati
a me. Persino alcune redazioni di radio che non mi passavano, per vari
motivi, mi hanno spesso incoraggiato, parlo di 105 o di Radio Deejay. Ciò
mi fa piacere, sono contento. Comunque, il mio pubblico non meritava di
essere abbandonato, era un mio errore di egoismo. I ragazzi sono
cresciuti con me, molte persone danno un enorme senso nell'ascoltare le
mie parole, la mia musica. Ci sono quelli che ascoltando le mie canzoni
vedono la giornata più positiva".
Quindi il rapporto con la vecchia casa discografica, la BMG Ricordi.
"Ho risolto i problemi con una transazione pacifica. Se aspettavo
una sentenza del giudice passavano anni, ed ora non sarei qui con un
nuovo disco. Loro non mi tutelarono come ritenevo giusto. Subivo
attacchi dappertutto e non partiva nemmeno la lettera di un avvocato. Ho
fatto 10 dischi, 6 sono andati benissimo, 4 no. Ma non solo negli ultimi
anni non vendevo dischi, io ero anche in difficoltà con la società.
Non era bello entrare al bar e vedere il barista che si toccava le
palle...".
A proposito di quegli ultimi dischi, cosa pensa Marco? "Uscita
di sicurezza non era di Masini. Era un prodotto tutto di Bigazzi.
Io sono molto fiero di Fino a tutta la vita che c'è e Ali
di cera. Con Scimmie fu sbagliato lanciare quel
singolo, troppo lontano dal Masini di quegli anni... È un po' come se
Gigi D'Alessio si mettesse a fare gli arrangiamenti dei Linkin
Park!".
Hai scritto tanto in questo periodo? Com'è il nuovo Masini? "No,
non sono stato molto fertile. All'inizio stavo male, è ovvio, stavo in
casa. Ma ora cerco di avere un'altra chance, voglio mettermi a nudo e
ripartire da zero. In passato mi ha aiutato molto Giancarlo Bigazzi,
affinando le mie idee di strada. Ora mi sento maturato artisticamente. E
questo è un disco tutto mio, miei i testi insieme a Beppe Dati, mia la
produzione artistica e miei gli arrangiamenti. Bigazzi dava un'impronta
molto sua. Io lo ringrazio moltissimo, ma ora voglio davvero camminare
da solo perché non sono solo il prodotto di un pigmalione".
Come sarà il rapporto con la stampa? "Io spero che ora verrò
giudicato solo con la musica. Un mio disco potrà piacere o non piacere,
ma senza pregiudizi. Qui dentro ci sono almeno 3 persone che sanno com'è
il vero Masini. Loro sanno che sono un cazzone, che adoro scherzare e
ridere. Io d'ora in poi sarò me stesso, non ho mai avvicinato i media
personalmente, ma ora voglio farlo, io mi azzero, ma spero che così
farete anche voi della stampa. Ora voglio sentirvi miei amici".
Cosa ne pensa Marco della politica? "È una gara a controbattersi.
A darsi contro l'un l'altro. Io in Generation parlo di
imbecillità, i ragazzi non sanno più dove trovare ideali o leaders
carismatici. Anche io mi sento in continua ricerca, al di là della
destra o della sinistra".
Qualcuno chiede se è più facile che Masini torni in classifica o che
la Fiorentina vada in serie A. "Sono due cose difficili - risponde
Marco - Non sono contento del mercato della Fiorentina".
Qualcuno chiede se rifarebbe Vaffanculo. "Sì, lo
rifarei, ma con toni e su parametri diversi. Non volevo essere un
profeta, un portatore di brutte notizie. Anche se un po' ho anticipato i
tempi e certe brutte notizie si sono avverate. Ora però non attaccherei
la discografia".
Cosa pensa allora Marco del mercato discografico? "Ormai le
multinazionali fanno merce di scambio. Lanciano un artista solo se può
aiutarne un altro. Non scommettono sugli artisti davvero bravi. Il
direttore artistico non esiste più, ormai le case si affidano alle
radio. Sulla crisi del disco o sui prezzi si potrebbe parlare per ore.
Un tempo il disco d'oro era a 100mila copie, ora a 50mila...".
In sala qualcuno lo definisce "il solito Tarantiniano
disilluso" e Marco così ribatte: "Generation è
una canzone molto positiva, tutti noi cerchiamo di cambiare ciò che non
ci piace. Prima usavo toni e linguaggi più drammatici (anche Renato
Zero lo ha fatto prima di me, e lui è un mio grande maestro). Le mie
canzoni raggiungono una grande fetta di persone scontente. Il video è
girato a Londra perché è una città multirazziale che rappresenta bene
il cambio generazionale. Il rapper Donald D. l'ho conosciuto in un
locale di Firenze e ho voluto mettere un pezzo rap perché aumenta il
messaggio della canzone in un modo diverso e lontano dal mio. E ciò mi
piaceva".
Ci andresti al Sanremo di Tony Renis? "Anche a piedi, da
Firenze".
I concerti live? "Non li faccio a pagamento da 4 anni. Ho suonato
nei paesini, nelle feste di piazza, perché mi sembrava giusto
raggiungere anche posti piccoli e lontani e poi era difficile stare
lontani dal pubblico. Ho ritenuto giusto non fare pagare per dei
concerti dove le canzoni e gli arrangiamenti erano sempre gli stessi.
Avevo le ragnatele alla gola e dovevo tenermi in allenamento. E poi la
passione per la musica non passa mai".
Si parla poi delle altre due canzoni inedite: "Io non ti
sposerò è un inno all'anticonformismo sentimentale, alla libertà
dell'amore. Benvenuta è dedicata ad una bimba appena nata,
è la storia della vita in tre minuti". Un modo di pensare da
donna, poiché anche per Marco "la mente delle donne è
affascinante e le donne sono la cosa più bella che c'è".
Si parla quindi delle altre nove canzoni dell'album. "Non ho avuto
il tempo per fare un intero disco nuovo. E ho voluto rispondere così
anche alla decisione scorretta della mia vecchia casa discografica di
pubblicare due collezioni non autorizzate da me. I ragazzi avrebbero
dovuto spendere 20 euro per una mia compilation, senza inediti peraltro.
Se mi avessero chiesto di rifare le vecchie canzoni io avrei accettato.
Ora le ho riarrangiate io. Alcune anche riarmonizzate, mantenendo la
stessa melodia, ma su accordi diversi. T'innamorerai aveva
8 accordi, ora ne ha solo 2 ed è in stile R&B. Ti vorrei
è in stile dance. Ci vorrebbe il mare è in stile
jazz".
Il disco, Il mio cammino, esce il 10 ottobre, mentre il
singolo è già trasmesso dalle radio che, a detta di Marco, sembrano
volerlo passare e nessuna ha detto un "no" dettato dal
pregiudizio, come un tempo.
Al termine della conferenza stampa, Marco ribadisce che "Non mi
sento una vittima. Io rimprovero solo me stesso per alcune cose del mio
carattere del passato. Ora ho voglia di ricominciare da zero, ciò mi dà
entusiasmo e curiosità di rimisurarmi con me stesso. Ho riflettuto
tanto negli ultimi tempi e voglio davvero dimostrare che sono un mediano
e non un centravanti".
Per riprendere le parole di un giornalista presente, "Bentornato,
Marco!".
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