BENTORNATO MARCO!

Resoconto della conferenza stampa del 07/10/2003 in occasione del ritorno sulle scene di Marco Masini

DI CRISTIANO FRANZOSO (giornalista free-lance)



Milano, 7 ottobre, Hotel Sheraton Diana Majestic: inizia qui la "fase 2" del cammino artistico di Marco Masini, "una voce e un'anima della quale, forse senza essercene davvero accorti, sentivamo la mancanza". Così recitano alcuni passi del comunicato stampa della MBO Music di Mario Ragni che, insieme alla MamaDue di Marco Poggioni, riportano sulle scene, dopo tre anni, l'artista fiorentino di Disperato e Ci vorrebbe il mare, di Vaffanculo e Bella stronza, fino agli anni più bui di Scimmie e Lasciaminonmilasciare.
Scorrono le immagini del video di Generation, diretto da Leonardo Torrini e girato a Londra. Marco è visibilmente emozionato, sigaretta, maglietta blu Adidas e una nuova acconciatura. 

"Mi pare di tornare al primo Sanremo" dice alla stampa presente. "Mi sento emozionato, ora io riparto da zero".


Ma cosa lo ha spinto a tornare? E qui Marco incomincia una lunga e sincera confessione. Parla innanzitutto del rapporto professionale e di amicizia con Mario Ragni, interrotto nel 1996-97, ma ripreso un anno fa, quando è ripartito il nuovo progetto. "La vita è l'arte dell'incontro" - dice Marco - "Io e Mario abbiamo vissuto l'inizio e la fine. Poi dopo io ho fatto degli errori, un po' per ingenuità mia (sono stato troppo legato a un'epoca che stava cambiando in fretta) e un po' a causa di un'esasperazione del personaggio Masini da parte dei media. Io mi sono sempre sentito un mediano e mi hanno dipinto come un centravanti. Addirittura qualcuno mi ha scambiato per un intellettuale di sinistra! Ma io non sono un intellettuale. Non ho una preparazione tale per esserlo. Io vengo da un quartiere periferico di Firenze, Ponte Rosso, ho solo la terza media. Con la musica e con i miei dischi avevo un giocattolo grossissimo che a un certo punto mi è scoppiato di mano e non ho saputo difendermi. Mi hanno riempito di etichette fino a quella del 'portasfortuna', io sono un introverso e non sono stato capace di togliermi una maschera. Ho avuto la paranoia di essere un personaggio scomodo e mi sono dato questa maschera di introverso per difendermi dalle cattiverie."


Come vede Marco il suo ritorno? "Il mio ritorno è il risultato di una fragilità, che è propria di ogni uomo, così come lo era stata la decisione di smettere. È più una sconfitta che una vittoria. D'altronde spesso si cambia idea, è normale, lo diceva anche il mio conterraneo Montanelli".


Chi ha aiutato Marco in questi ultimi anni? "Molte persone mi hanno spinto al ritorno, dal mio parrucchiere Giacomo fino a Panariello, o a Pieraccioni, miei amici da tantissimi anni. Panariello in particolare mi è stato molto vicino, è stato un prezioso consigliere, non solo dal punto di vista umano, ma anche tecnico. Lui mi invitava anche ai suoi programmi negli anni scorsi. Io manco dalla Tv da quattro anni, ma ci tornerò proprio ospite da lui, il 12 ottobre a Torno sabato... e tre. Farò un medley di tre canzoni, oltre al singolo Generation, e parlerò un po', vedremo che fare Giorgio ed io. E poi, non da ultimo, il pubblico. Anzi loro sono i primi fra tutti, che mi hanno scritto lettere o incoraggiato attraverso il sito ufficiale o altri siti legati a me. Persino alcune redazioni di radio che non mi passavano, per vari motivi, mi hanno spesso incoraggiato, parlo di 105 o di Radio Deejay. Ciò mi fa piacere, sono contento. Comunque, il mio pubblico non meritava di essere abbandonato, era un mio errore di egoismo. I ragazzi sono cresciuti con me, molte persone danno un enorme senso nell'ascoltare le mie parole, la mia musica. Ci sono quelli che ascoltando le mie canzoni vedono la giornata più positiva".
Quindi il rapporto con la vecchia casa discografica, la BMG Ricordi. "Ho risolto i problemi con una transazione pacifica. Se aspettavo una sentenza del giudice passavano anni, ed ora non sarei qui con un nuovo disco. Loro non mi tutelarono come ritenevo giusto. Subivo attacchi dappertutto e non partiva nemmeno la lettera di un avvocato. Ho fatto 10 dischi, 6 sono andati benissimo, 4 no. Ma non solo negli ultimi anni non vendevo dischi, io ero anche in difficoltà con la società. Non era bello entrare al bar e vedere il barista che si toccava le palle...".


A proposito di quegli ultimi dischi, cosa pensa Marco? "Uscita di sicurezza non era di Masini. Era un prodotto tutto di Bigazzi. Io sono molto fiero di Fino a tutta la vita che c'è e Ali di cera. Con Scimmie fu sbagliato lanciare quel singolo, troppo lontano dal Masini di quegli anni... È un po' come se Gigi D'Alessio si mettesse a fare gli arrangiamenti dei Linkin Park!".
Hai scritto tanto in questo periodo? Com'è il nuovo Masini? "No, non sono stato molto fertile. All'inizio stavo male, è ovvio, stavo in casa. Ma ora cerco di avere un'altra chance, voglio mettermi a nudo e ripartire da zero. In passato mi ha aiutato molto Giancarlo Bigazzi, affinando le mie idee di strada. Ora mi sento maturato artisticamente. E questo è un disco tutto mio, miei i testi insieme a Beppe Dati, mia la produzione artistica e miei gli arrangiamenti. Bigazzi dava un'impronta molto sua. Io lo ringrazio moltissimo, ma ora voglio davvero camminare da solo perché non sono solo il prodotto di un pigmalione".
Come sarà il rapporto con la stampa? "Io spero che ora verrò giudicato solo con la musica. Un mio disco potrà piacere o non piacere, ma senza pregiudizi. Qui dentro ci sono almeno 3 persone che sanno com'è il vero Masini. Loro sanno che sono un cazzone, che adoro scherzare e ridere. Io d'ora in poi sarò me stesso, non ho mai avvicinato i media personalmente, ma ora voglio farlo, io mi azzero, ma spero che così farete anche voi della stampa. Ora voglio sentirvi miei amici".


Cosa ne pensa Marco della politica? "È una gara a controbattersi. A darsi contro l'un l'altro. Io in Generation parlo di imbecillità, i ragazzi non sanno più dove trovare ideali o leaders carismatici. Anche io mi sento in continua ricerca, al di là della destra o della sinistra".
Qualcuno chiede se è più facile che Masini torni in classifica o che la Fiorentina vada in serie A. "Sono due cose difficili - risponde Marco - Non sono contento del mercato della Fiorentina".


Qualcuno chiede se rifarebbe Vaffanculo. "Sì, lo rifarei, ma con toni e su parametri diversi. Non volevo essere un profeta, un portatore di brutte notizie. Anche se un po' ho anticipato i tempi e certe brutte notizie si sono avverate. Ora però non attaccherei la discografia".
Cosa pensa allora Marco del mercato discografico? "Ormai le multinazionali fanno merce di scambio. Lanciano un artista solo se può aiutarne un altro. Non scommettono sugli artisti davvero bravi. Il direttore artistico non esiste più, ormai le case si affidano alle radio. Sulla crisi del disco o sui prezzi si potrebbe parlare per ore. Un tempo il disco d'oro era a 100mila copie, ora a 50mila...".


In sala qualcuno lo definisce "il solito Tarantiniano disilluso" e Marco così ribatte: "Generation è una canzone molto positiva, tutti noi cerchiamo di cambiare ciò che non ci piace. Prima usavo toni e linguaggi più drammatici (anche Renato Zero lo ha fatto prima di me, e lui è un mio grande maestro). Le mie canzoni raggiungono una grande fetta di persone scontente. Il video è girato a Londra perché è una città multirazziale che rappresenta bene il cambio generazionale. Il rapper Donald D. l'ho conosciuto in un locale di Firenze e ho voluto mettere un pezzo rap perché aumenta il messaggio della canzone in un modo diverso e lontano dal mio. E ciò mi piaceva".


Ci andresti al Sanremo di Tony Renis? "Anche a piedi, da Firenze".
I concerti live? "Non li faccio a pagamento da 4 anni. Ho suonato nei paesini, nelle feste di piazza, perché mi sembrava giusto raggiungere anche posti piccoli e lontani e poi era difficile stare lontani dal pubblico. Ho ritenuto giusto non fare pagare per dei concerti dove le canzoni e gli arrangiamenti erano sempre gli stessi. Avevo le ragnatele alla gola e dovevo tenermi in allenamento. E poi la passione per la musica non passa mai".
Si parla poi delle altre due canzoni inedite: "Io non ti sposerò è un inno all'anticonformismo sentimentale, alla libertà dell'amore. Benvenuta è dedicata ad una bimba appena nata, è la storia della vita in tre minuti". Un modo di pensare da donna, poiché anche per Marco "la mente delle donne è affascinante e le donne sono la cosa più bella che c'è".


Si parla quindi delle altre nove canzoni dell'album. "Non ho avuto il tempo per fare un intero disco nuovo. E ho voluto rispondere così anche alla decisione scorretta della mia vecchia casa discografica di pubblicare due collezioni non autorizzate da me. I ragazzi avrebbero dovuto spendere 20 euro per una mia compilation, senza inediti peraltro. Se mi avessero chiesto di rifare le vecchie canzoni io avrei accettato. Ora le ho riarrangiate io. Alcune anche riarmonizzate, mantenendo la stessa melodia, ma su accordi diversi. T'innamorerai aveva 8 accordi, ora ne ha solo 2 ed è in stile R&B. Ti vorrei è in stile dance. Ci vorrebbe il mare è in stile jazz".
Il disco, Il mio cammino, esce il 10 ottobre, mentre il singolo è già trasmesso dalle radio che, a detta di Marco, sembrano volerlo passare e nessuna ha detto un "no" dettato dal pregiudizio, come un tempo.


Al termine della conferenza stampa, Marco ribadisce che "Non mi sento una vittima. Io rimprovero solo me stesso per alcune cose del mio carattere del passato. Ora ho voglia di ricominciare da zero, ciò mi dà entusiasmo e curiosità di rimisurarmi con me stesso. Ho riflettuto tanto negli ultimi tempi e voglio davvero dimostrare che sono un mediano e non un centravanti".


Per riprendere le parole di un giornalista presente, "Bentornato, Marco!".