L' economia dall'età della pietra

ALL' OTTOCENTO

iL TERRITORIO PRIMA DEI rOMANI                                                    

Gli uomini nell'età della pietra che fino a 1000 anni fa si avventuravano nella nostra zona, provenivano dagli Appennini.Nei loro continui spostamenti preferivano camminare lungo i crinali perché non incontravano mai corsi d'acqua e potevano guardare il territorio circostante. I monti e i colli erano coperti di foreste di querce, nelle valli scorrevano ricchi fiumi ma non c'erano ne città ne borghi. Lungo i crinali si snodavano stretti e tortuosi sentieri. I modi di vivere degli uomini di quei tempi mutavano assai lentamente perciò le forme del territorio per millenni rimasero inalterate.
Consistenti mutamenti iniziarono circa 7000-8000 anni fa quando giunsero nel cesenate genti nuove che sapevano allevare e coltivare i campi. I villaggi si fecero stabili e più grandi, formati da capanne e ampi recinti per animali allevati, circondati e protetti da staccionate, fossati e perfino da mura. I sentieri di crinale si trasformarono  in ampi tratturi per il passaggio delle greggi che stagionalmente migravano dai monti verso la pianura.

La via Emilia prima strada

All'arrivo dei Romani, la pianura cesenate era ancora in gran parte paludosa. Sorgevano pochi villaggi di pastori e agricoltori, collegati fra loro da sentieri. Nel giro di decenni i Romani trasformarono profondamente la pianura creando un'organizzazione molto razionale e efficiente e costruirono una strada  da Rimini a Cesena che più tardi fu chiamata Via Emilia perché è stata fatta costruire da Emilio Lepido.
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La Ripresa economica dopo il mille.

A partire dal mille, nel cesenate, come nel resto dell'Italia per alcuni secoli si registrò un forte incremento della popolazione ed effettuò una rapida ripresa economica. L'autorità fondamentale restò l'agricoltura e in quest'epoca si assistette al dissodamento di parte delle terre ancora incolte, sopratutto in pianura dove selve e acquitrini occupavano i nostri territori.In pianura e nel fondovalle si crearono nuovi poderi, si costruirono case rurali, si ampliarono vigneti, si impiantarono torchi e mulini ad acqua per la lavorazione dei prodotti agricoli. I prodotti più comuni erano il frumento, l'orzo, la segale, la fava, il miglio, il panico e il lino. Nell' XI sulle nostre colline comparve il castagno e in pianura il melo. La città di Cesena, intorno al mille  appariva poco florida, con i segni della decadenza e dell'abbattimento, tuttavia ben presto iniziò la ripresa da una parte con lo sviluppo di colture specializzate presso le mura(oliveti, vigneti e orti). Sulle colline del Borello riprese l' estrazione dello zolfo, un' importante risorsa locale.

Il territorio in età comunale.

Nel frattempo a Cesena la situazione politica si stava evolvendo: il vescovo progressivamente perse ogni potere civile e politico ed iniziarono aspre lotte fra popolo e nobili finchè, intorno al 1160, nacque il comune di Cesena. La città intanto si era ripopolata e si era estesa oltre le vecchie mura per cui venne costruita nel 1170 una nuova cinta muraria. La vita del comune al suo interno fu caratterizzata da lotte fra guelfi e ghibellini e all'estero da frequenti lotte con i comuni vicini per questioni territoriali. In questi secoli fu soggetta a frequenti spostamenti il confine il confine della zona collinare che era popolata di numerosi castelli; i Cesenati infatti si scontrarono  spesso con i Riminesi per il possesso del castello di Montiano che per lo più restò nelle loro mani.    

La città durante la signoria malatestiana

All'inizio del 1377 la città fu messa a ferro e a fuoco da un esercito di Bretoni, soldati mercenari, che vi starono svernando a carico della popolazione. Un terzo degli abitanti fu massacrato e altri abitanti si rifugiarono nel Riminese. La Cesena dopo il saccheggio era priva di un solido potere politico; il Papa allora incaricò Galeotto Malatesta, già signore di Rimini , di governare su Cesena. Iniziò in questo modo la signoria dei Malatesta nella nostra città e nel contado, signoria che si protrasse fino al 1465. Questo periodo fu il secolo d'oro della storia di Cesena, la nostra città all'ora fu fiorente e in condizioni sociali ed economiche mai viste prima. Durante la signoria la città si abbellì con la costruzione e la ristrutturazione di edifici importanti, molte opere furono attuate durante la signoria di Malatesta Novello, che fece costruire l'ospedale del Crocifisso e i conventi dell'Osservanza e di Santa Caterina. Grandi opere di ristrutturazione diedero un aspetto nuovo e di importante alla Rocca Malatestiana che divenne capace e degna di ospitare la corte signorile.   

L'economia dal quattrocento all'ottocento

Dal 400 all' 800 nel contado Cesenate l'economia fu quasi esclusivamente agricola, la peste del 1348 e degli anni successivi e l'eccidio dei bretoni avevano fatto diminuire la popolazione di oltre un terzo. Di conseguenza per la scarsa manodopera, si era registrato una contrazione delle aree coltivate; il vino era il prodotto principale sia per l'esportazione.
Ogni Cesenate allora mediamente beveva un litro di vino al giorno; in rotazione Con i cereali, si coltivavano le piane leguminose, sopratutto la fava. Negli orti erano abbondanti le verdure sopratutto aglio e cipolla. Molto diffuso sulle colline era L'ulivo che oggi è quasi scomparso, molti alberi da frutto(meli, peri, melograni mandorli, noci, fichi...) soddisfacevano il consumo locale. Nei poderi in collina si coltivavano il lino e la canapa, che alimentavano la produzione invernale da parte dei contadini che le avevano in affitto o a mezzadria erano pochissimi i coltivatori diretti. L'allevamento prevalente era quello dei maiali, pecore, e delle capre, che venivano portate a pascolare nei terreni incolti nelle selve. I bovini venivano allevati per la produzione di latte e latticini o per usarli da tiro per i lavori agricoli.
I cavalli erano utilizzati esclusivamente come animali da sella o da tiro. Gli artigiani lavoravano per il consumo interno solo la produzione tessile alimentava una forte esportazione di panni di cotone e lino, lana e seta. Il commercio era fiorente e ogni mattina in Piazza del Popolo si teneva il mercato e si vendeva frutta, verdura, uova, formaggi e animali da cortile. Ogni sabato c'era il mercato settimanale che non era solo per la compravendita tra cittadini e contadini ma fra cesenati e forestieri.
A Cesena si tenevano due fiere annuali: la fiera di SAN GIOVANNI (24 giugno) e la fiera d' Agosto (15 agosto)

 

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