LA SIGNORIA DEI MALATESTA

 

Galeotto rivolse subito il pensiero alla rinascita di Cesena, favorendo il rientro dei fuggiaschi, l'arrivo di nuove famiglie e stabilendo nuovi privilegi per tutti coloro che avessero introdotto l'esercizio di qualche nuova "arte". Mantenne gli statuti comunali, soprattutto il Consiglio Maggiore e quello degli Anziani. Iniziò la costruzione della nuova cattedrale, col progetto di liberare completamente il Colle Garampo per fare spazio all'edificazione di una nuova rocca. Galeotto ampliò anche il territorio cesenate, riscattando il porto di Cesenatico, che era tenuto da Guido Da Polenta. Istituì la fiera d' Agosto per favorire l'artigianato e l'agricoltura.Galeotto morì dopo appena 7 anni di governo, nel 1385. Gli successe il figlio Andrea, che resse la città fino al 1416. Dopo di lui ebbero la signoria i suoi fratelli Carlo e Pandolfo. Pandolfo arrivò a impadronirsi perfino di Brescia e Bergamo. I fratelli proseguirono l'opera del padre nel migliorare la città, circondandola da nuove mura, sistemando Piazza del Popolo, portando a termine la costruzione della cattedrale, impossessandosi di Cesena. Dopo la morte di Carlo, il potere andò a Domenico Novello, che fu l'ultimo signore di Cesena.

 

A soli 14 anni dovette governare Roncofreddo, la Pieve di Sestina, Bertinoro e Meldola. Diventò cavaliere nominato dall'imperatore e cambiò il suo nome in quello di Novello, che significa nuovo perché pensava che fosse diventato un'altra persona. Operò come cavaliere al servizio degli eserciti di Venezia e Roma. Secondo i documenti storici, Domenico Novello era un uomo gentile, colto e dedoto alla letteratura. Conosceva, oltre al latino, il greco e amava le opere storiche. Domenico dopo una lunga prigionia si dedicò al governo e all'abbellimento della città. Ne costruì i sistemi di difesa, cioè le mura e la rocca. Un importante intervento fu la costruzione dell'ospedale del Santo Crocifisso. Il signore, insieme a Violante da Montefeltr (sua moglie), diede contributi a chiese e conventi della città, soprattutto ai frati Francescani per ricostruire il loro convento e per l'edificazione della biblioteca che lo rese immortale. Sia Domenico che Violante erano cagionevoli di salute e non avevano figli. Domenico poi entrò in conflitto con il papa. Nello scontro il Malatesta fu sconfitto, chiese perdono e l'ottenne, ma il trattato di pace stabilì che, alla sua morte, i suoi domini sarebbero ritornati al papa. Domenico Novello morì nel 1465 e finì dopo 87 anni, con lui la signoria dei Malatesta. L'età Malatestiana è una delle più rilevanti della storia cesenate infatti Cesena crebbe in popolazione, estensione, ricchezza e cultura. Domenico Novello lasciò però molti debiti fatti per finanziare le sue imprese guerresche e le sue ambizioni; questi furono pagati nel corso di alcuni anni dalla popolazione.