Fontana Masini

 

Nella seconda metà del '500 il palermitano Tomaso Laureti, chiamato da Bologna, avviò i lavori di ampliamento dell'acquedotto al termine dei quali (1589) Francesco Masini progettò e diresse l'adornamento della nuova fontana, già attivata nel 1591. Realizzata in pietra d'Istria, il monumento si eleva con tre gradini sul livello della piazza. La vasca polilobata è ornata da mascheroni, cartigli, figure in rilievo tarsie di marmi policromi. Al centro, un tozzo pilastro regge due catini sovrapposti. Ciascun prospetto è decorato da una coppia di lesene scanalate che reggono un timpano curvilineo fratto all'interno dei quali è inserito uno stemma araldico. Quello del lato nord appartiene al papa Sisto V ed è sovrapposto all'insegna della città. All'interno della composizione architettonica, un mascherone getta acque in un catino semicircolare sul quale poggia un coppia di attorti delfini. Agli angoli, quattro erme a voluta sormontate da tritoni gettano acque soffiando in una tromba marina. Una pigna alla sommità corona la complessa macchina decorativa. Più vicina a certa produzione cinquecentesca nel campo dell'ornatistica, anche editoriale, la fontana si distacca notevolmente da esempi coevi. Il monumento, protetto fino al 1925 da una cancellata, fu soggetto nei secoli a numerosi interventi di sostituzione e integrazione delle parti deteriorate. Un recente e discusso restauro (1985) ha rimosso ogni aggiunta, riportando in luce i valori cromatici originali.

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