LA BIBLIOTECA MALATESTIANA: LA STORIA

E' fra le migliori biblioteche esistenti, un vero gioiello del Rinascimento, perfettamente conservata sia per quanto riguarda gli arredi che il patrimonio librario. La storia di questa biblioteca è legato alla figura di MALATESTA DOMENICO detto Novello, cultore dell'arte e mecenate, signore di Cesena e ai Frati Minori osservanti di S. Francesco,i quali chiesero al papa la facoltà di poter detrarre dalla beneficenza la somma necessaria per costruire una più ampia biblioteca. Di questa iniziativa interessarono il signore della città, che vi prese parte attiva prendendo contatti con l'Architetto Matteo Nuti da Fano. La Biblioteca Malatestiana fu costruita nel quinquennio che va dal 1447 al 1452 e fin dal suo nascere fu aperta al pubblico per volontà dello stesso Novello Malatesta. In seguito fu da lui affidata al comune, che ne garantì la pubblica utilizzazione e soprattutto la conservazione. Il 17 febbraio 2001 è stato inaugurato il nuovo portale in bronzo del cesenate Ilario Fioravanti. L'opera illustra la vita del S. Giovanni Battista, patrono della città. Nelle otto formelle laterali sono raffigurati episodi salienti della vita del Santo, nella parte centrale è rappresentato l'incontro fra il Santo e Cristo, mentre nella parte superiore sono raffigurate i quattro evangelisti e la scena della crocifissione. Spiccano nella lunetta le immagini di Maria e al centro di S. Mauro e S. Vicinio. Novello Malatesta raccolse per la biblioteca codici di provenienza esterna, acquistandoli anche a prezzi altissimi ed infine creò in Cesena un'officina- scrittorio, dove in un periodo di circa vent'anni, furono copiati più di cento volumi. L'architetto Matteo Nuti divise in due piani la nuova costruzione, creando al piano terra due aule, una delle quali adibita a refettorio, locale a due navate, con affreschi in terra verde. Alla Malatestiana si accede dal lungo corridoio posto nel corpo di una costruzione di epoca successiva. Il portale, è sormontato dagli stemmi malatestiani, il timpano è quasi interamente Il occupato dall'elefante indiano, con l'iscrizione dello stesso Novello Malatesta:"ELEPHANS INDUS CULICES NON TIMET" (l'elefante indiano non teme le zanzare). Sopra la porta vi è un'altra iscrizione: "MALATESTA NOVELLUS PANDULPHI FILIU MALATESTAE NEPOS DEDIT". La porta di legno intagliata in maniera artistica, è opera di Cristofaro da S. Giovanni in Persiceto. La sala, solenne e luminosa, crea effetti straordinari di luci e di ombre; vuoti e pieni mirabilmente armonizzati creano un'atmosfera suggestiva. L'aula è a pianta rettangolare, divisa in tre navate da due file di colonne in pietra. La navata centrale ha volte a botte, mentre le 11 campate di quelle laterali hanno volte a crociera. I capitelli, di varie fogge, recano i diversi simboli malatestiani, ripetuti anche sui fianchi dei plutei lignei che contengono i codici. Sulla parete di fondo, sotto il rosone, è murata la lapide funeraria di Novello Malatesta, le cui ceneri furono traslate qui, da S. Francesco nel 1812.

 

 

 

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