Lavori in corso!!!
Dire che cosa
è un albero non è una cosa facile come
si potrebbe pensare.Si
chiamano alberi quelle piante dal
fusto legnoso perenne , il tronco, ben definibile e
individuabile (alto non meno di cinque metri e dal diametro , a un metro
e mezzo dal suolo ,non minore di cinque
centimetri).L’albero è caratterizzato da una
massa di rami che si espandono nella parte superiore del
tronco stesso a formare una chioma fogliare o corona di forma tipica
da specie a specie ( piramidale, globosa
o ovoidale ).
In genere, guardando un albero, pur sapendo
benissimo che ha delle radici , non valutiamo quanto la parte
arborea si ramifichi e sviluppi sottoterra. Proviamo una volta a
immaginare questo esteso intrico di formazioni sotterranee come un’ altra
chioma all‘ingiù , con forma e funzioni ben
definite e vedremo in certo senso raddoppiare l’
importanza e la maestosità
dell’ albero medesimo. Consideriamo che l’Italia
è un paese formato per 8/10 da colline e da montagne e convinciamoci
che togliere dai nostri monti e dalle nostre colline anche poche decine
di alberi , vuol dire esporre i rilievi all’ azione dilavante a quella erosiva
dei venti alle dannose continue insolazioni.
Certi alberi hanno foglie i a lamina appiattita, foglie delle forme svariate , che
in autunno ingialliscono e cadono,lasciando il tronco e i rami spogli; ma ricompaiono,
fresche e verdi, a ogni nuova primavera sono i cosiddetti alberi a fogliame
caduco, deciduo,come i tigli e gli ippocastani, i pioppi e le querce.Altri
alberi hanno foglie sottili, aghiformi, fatte per resistere anche alle temperature
più basse, rivestite da una lamina
coriacea: sono i pini e gli abeti.
Per loro la
caduta delle foglioline vecchie non avviene in forma massiccia e contemporanea,
come nel caso delle latifoglie(per es. quercia, ippocastano) , ma graduale
e avvicendata così da non lasciare mai l’
albero spoglio.
In primavera sui rami dei pini e degli abeti le nuove foglioline
si aprono al sole; si notano benissimo per la loro tonalità più
chiara e tenera, all‘apice dei vari rami.
a darci
ombra:
a permettere lo sviluppo di
quelle piante che in pieno sole non riescono a spuntare, o una volta spuntate,
muoiano.
a darci
ossigeno:
un solo albero, svolgendo tra
le sue chiome, nell’ interno delle sue foglie
la funzione clorofilliana, assorbe
dall’ aria che respiriamo enormi quantità di anidride carbonica ( la
stessa che noi emettiamo durante la respirazione) e ci dà in cambio
preziosissimo ossigeno, lo stesso che inspiriamo e che ci serve per tutti
i nostri essenziali processi vitali. L’opera
purificatrice, ossigenatrice
dell’ albero nei
confronti dell’ atmosfera è
insostituibile,
primaria.
a darci frutti :
se dovessimo citare tutti i
frutti, da quelli delle nostre regioni a quelli esotici, occorrerebbero le
pagine di un grosso libro.
a darci legno:
dal legno da ardere a quello da
industria e da opera; legni dolci ,legni duri legni “ferro”.
Legno da
ebanisteria e da intarsio, legni comuni e legni pregiati, di ogni sfumatura di
colori, dalle più svariate qualità.
a darci carbone:
attraverso una serie di
processi di trasformazione di sostanze vegetali, avvenuti fuori del contatto
dell’ aria si sono prodotti i carboni fossili torba,
lignite, litantrace e antracite).