Istituto
Comprensivo "G.A. Bossi"
di Busto Arsizio (VA)
Nome proprio: |
BOMBYX MORI |
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Nome comune: |
BACO DA SETA |
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Origine: |
CINA |
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Residenza: |
COSMOPOLITA |
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Lunghezza: |
2,5 mm alla nascita, 80 mm da adulto |
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Colore: |
Bianco |
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Segni particolari: |
Produttore di seta, capacità metamorfica |
Classe 2E
Professori: |
Iannaccone
Margherita |
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Plaitano Annamaria |
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D’Orazio Antonio |
Anno Scolastico 2002-2003
In questa interessante ricerca, svolta dalla classe II E, vi parleremo della seta. La nostra curiosità su questa fibra tessile è nata un anno fa quando la professoressa di scienze ci aveva accennato che in seconda media, avremmo acquistato un kit per l’allevamento in classe del baco da seta. È stata proprio questa notizia a spingerci a fare ulteriori ricerche per soddisfare la nostra curiosità.
La nostra attività di ricerca si è sviluppata attraverso i seguenti punti:
-Storia del baco da seta a partire dal 2600 a.C. fino ad oggi;
-Via della seta;
-Le leggende;
-Produzione della seta;
-Diario quasi quotidiano dell’allevamento fatto in classe;
-Angolo delle curiosità e.... del divertimento con quiz, cruciverba, giochi.
Siamo stati seguiti nel nostro lavoro dalle professoresse di lettere e scienze/matematiche e dal professore di ed. tecnica.
Vogliate perdonare gli eventuali errori che riscontrerete. Grazie per la pazienza........
Ed ora........... buona lettura!!!
Gli alunni che hanno effettuato le ricerche sono i seguenti:
Allesina Claudia |
Gaslini Nicole |
Asta Andrea |
Genoni Andrea |
Benincasa Alessandra |
Lo Vullo Alice |
Bonini Veronica |
Marcora Giorgia |
Bonzini Alessio |
Medici Alberto |
Braga Federico |
Papagni Laura |
Carbisero Luca |
Parravicini Filippo |
Cattaneo Federica |
Pellegatta Grazia M. |
Cavazzin Lucrezia |
Salamone Samuel |
Colombo Luca |
Serra Veronica |
Forino Gennaro |
Zarini Francesca |
F. Braga; L. Colombo
fronte retro
La nostra storia inizia dal primo francobollo stampato su seta ed emesso dalle Poste Italiane. Si intitola: “Como, città della seta” . Il tessuto è doppio, al 100% di seta ed è stato fabbricato a Como. Le tecniche utilizzate per la realizzazione del francobollo è la stampa serigrafica manuale e la tiratura è stata limitata.
Esso è stato stampato nel 2001, ed il valore è di 2,5 euro. Sul fronte c’è riproduzione serigrafica del quadro “ COMO DALL’ALTO” del pittore e scultore Baldassarre Longoni (1876 / 1956) . Sul retro è riprodotto il marchio del prodotto serico di qualità, certificato dal tessile di Como S.p.A.
Le parole “Como” e “seta” ci hanno indotto a cercare ulteriormente e abbiamo scoperto notizie interessanti, partendo proprio dalle sue origini.
Il suo nome scientifico è “Bombix Mori L.” e l’origine del suo allevamento si perde nella leggenda.
A. Asta e N. Gaslini
Secondo uno storico cinese intorno al 2900 a.C. la seta era già adoperata per fare le 36 corde del liuto e in uno dei libri di Confucio, si parla di una imperatrice cinese che avrebbe insegnato ad allevare il baco da seta e ad estrarre la seta dal bozzolo più di 2600 anni a.C.
Per questo beneficio portato al suo popolo fu divinizzata e adorata come dea della seta.
L’uso di allevare il baco da seta, in Cina, fu sempre tenuto in grande onore presso la corte imperiale che lo diffuse fra il popolo che custodì gelosamente il segreto del suo allevamento. Nonostante ciò, nel IV secolo d.C., una principessa che andò sposa al re del Kothan (oggi Turkestan cinese), per non rinunciare al suo abbigliamento, portò fuori dal paese, nascoste nella sua capigliatura, le uova del prezioso insetto, che poi si diffuse in India e quasi contemporaneamente in Giappone.
I Greci e i Romani dei primi secoli dell’era cristiana adoperavano la seta senza conoscerne l’origine, (si pensava addirittura che si ricavasse dal mondo vegetale), comperandola dai mercanti cinesi e pagandola a peso d’oro.
Si deve a due monaci dell’ordine di San Basilio l’introduzione in Europa della coltivazione del baco da seta, andati missionari in India e spintisi fino in Cina. Al loro ritorno nel 551 d.C. essi raccontarono all’imperatore Giustiniano che la seta era prodotta da alcuni animali e che avevano imparato il modo di allevarli.
Persuasi dall’imperatore, i due monaci ritornarono sui luoghi e riportarono a Bisanzio le uova del baco da seta, nascoste entro il cavo dei loro bastoni di bambù. Queste uova furono covate nel letame e in primavera si svilupparono i bachi, che, nutriti con foglia di gelso, compirono regolarmente il loro sviluppo: era così incominciata la bachicoltura in Europa. Da Costantinopoli la bachicoltura si diffuse nella Grecia e di qui in Italia. L’introduzione della bachicoltura nel nostro paese è attribuita a Ruggero II re di Sicilia, nella prima metà del XII secolo, ma è certo che esisteva nella provincia di Avellino già nel 1036.
Se l’unica importazione di uova di bachi da seta in Europa risale ai due monaci di S. Basilio, bisogna concludere che tutte le razze sviluppatesi in Europa, tanto diverse dalle razze orientali, si siano formate per effetto della selezione e dell’ambiente. Altri invece pensano che siano avvenute successive importazioni dalla Persia.
Oggi le razze conosciute sono centinaia, e di ogni gruppo si considerano i caratteri riguardanti i bozzoli, che si distinguono:
1)per il colore bianco (Cina e Giappone), biancastro (Caucaso, Persia, Turchestan), verdi (Giappone), gialli (Europa)e non manca, anche se molto raro, la tinta rosa (Giappone);
2)per la forma, che può essere ovale, più o meno allungata e tondeggiante;
3)per la ricchezza di seta.
G. Marcora e F. Parravicini
LA BACHICOLTURA: Carattere ed organizzazione
I paesi maggiori produttori di bozzoli sono: la Cina, il Giappone, l’Italia seguiti da regioni europee ed asiatiche come l’India.
In alcuni paesi dell’Oriente e anche in alcune province europee, la bachicoltura conserva il carattere antico, che aveva anche in Italia fino a pochi decenni or sono, cioè di industria casalinga: la famiglia rurale provvede alla coltivazione dei gelsi,
all’allevamento dei bachi fatti nascere nella casa stessa dalle uova del proprio allevamento precedente e alla filatura dei bozzoli.
In altri paesi (in Italia, Francia e Giappone)la bachicoltura è simile a qualsiasi altra industria agricola evoluta.
La bachicoltura ha per scopo la produzione del seme e deve provvedere alla selezione di ceppi immuni da malattie, alla scelta di razze con carattere pregevoli per facilità di allevamento, alle quantità e qualità dei bozzoli e della seta.
Il compito di produrre bozzoli per fornire materia prima alle filande è riservato all’agricoltura e presenta una certa semplicità. L’agricoltore non deve far altro che acquistare il seme-bachi già pronto e del tipo adatto alla località, oppure, i bachi già nati e procederà, poi, all’allevamento.
Eccettuato il Giappone, in quasi tutte le altre nazioni seriche la bachicoltura ha avuto periodi di grande sviluppo e periodi di grande decadenza. La decadenza si deve sia alle distruzioni, talvolta complete, dovute alle malattie dei bachi sia alla malattia dei gelsi, sia anche alla diminuzione delle popolazioni rurali per i fenomeni dell’urbanesimo e dell’emigrazione.
F. Cattaneo e L. Carbisiero
ISTITUTI D’ISTRUZIONE E SPERIMENTAZIONE
In tutti i Paesi dove si esercita la bachicoltura su piccola o grandi scala, essa si svolge sotto la guida e il controllo di speciali istituti.
Le stazioni sericole o bacologiche hanno carattere e funzioni varie da Paese a Paese. Talvolta hanno scopo pratico: distribuzione di gelsi, distribuzione del seme-bachi, prove pratiche di gelsicotlura e bachicoltura riguardo a scelta e metodi di coltivazione ed allevamento.
STAZIONI BACOLOGICHE
La più antica stazione bacologica è quella sperimentale di Padova, fondata nel 1871 da Luigi Luzzatti e da Enrico Verson. E’ un istituto attrezzato ed organizzato in modo da potervisi eseguire ricerche di biologia in generale e che dispone di terreno, locali e mezzi di lavoro per le speciali ricerche riguardanti la sericoltura: è inoltre fornito di numerosi laboratori, d’una biblioteca specializzata, d’un museo, d’un erbario e d’una collezione di fotografie riguardanti la gelsicoltura.
E’ fornito anche di un’aula per le lezioni, di celle refrigerate e d’una stanza a riscaldamento autoregolabile per ricerche sull’ azione della temperatura e per la conservazione e incubazione del seme-bachi. Dispone anche d’una serra e d’un gelseto con i gelsi necessari agli allevamenti e con una collezione delle principali varietà di gelso.
Esiste una stazione di gelsicoltura e bachicoltura anche ad Ascoli Piceno. L’ istituto della seta di Como e la stazione sperimentale per la seta di Milano istituita nel 1923 svolge attività di ricerca e sperimentazione anche in collaborazione con aziende ed istituti italiani e stranieri.
G. Pellegatta e S. Salamone
Lo studio delle epoche preistoriche ha dimostrato che l'uomo, gia nel neolitico, conosceva diverse specie di bachi selvatici e ne utilizzava i bozzoli; il filo che si ricavava poteva essere usato per ottenere corde e tessuti. Furono alcune popolazioni stanziali della Cina che per prime, circa 5000 anni fa addomesticarono l'antenato del baco da seta allevandolo nelle proprie case: nasceva cosi "la sericoltura", un sistema completo per allevare i bachi, produrre i filati di seta e i preziosi tessuti. Si tratto di un cambiamento molto rilevante che arricchi produttori e mercanti e diede alla seta una straordinaria importanza economica e politica. per secoli i metodi di produzione rimasero un segreto gelosamente custodito. La sericoltura era sotto il controllo dell'imperatore e l'esportazione del baco e delle sue uova fuori dal territorio dell'impero era punita con la pena di morte. I cinesi utilizzarono la seta per produrre tessuti resistenti, leggeri e raffinati, cinture, nastri e ornamenti, e vista la sua grande resistenza fili da pesca e corde per archi.
E’ documentato che nel II secolo a.C. la seta venne utilizzata come moneta di scambio, stringere patti di alleanza con gli stati confinanti, per comperare oro e per ricompensare coloro che rendevano un particolare servizio allo stato. La seta fu cosi importante che piu di 230 ideogrammi cinesi tra i 5000 sono derivati da quello della seta. La Cina riusci a mantenere il segreto fino al 300 d. C. , quando i giapponesi , e poco piu tardi gli indiani , lo scoprirono. Nell’ Antico Testamento si trovano testimonianze che indicano che la seta era conosciuta nell’Asia Occidentale fin dai tempi biblici e da qui si diffuse presumibilmente in Grecia e nel mar Egeo. I cinesi avevano stabilito un commercio molto redditizio con l’Occidente fin dal tempo della dinastia Han. L’antica corte persiana usava seta cinese, disfatta e nuovamente tessuta secondo i disegni persiani. Si narra che, quando Dario III, re di Persia , si arrese ad Alessandro Magno, era vestito con abiti di seta talmente splendidi che Alessandro domando come bottino tonnellate di preziosissima seta. Le carovane portavano la seta a dorso di cammello dal cuore dell’Asia a Damasco in Siria, punto d’incontro commerciale fra Oriente e Occidente. La seta divenne un genere di lusso molto apprezzato anche in Grecia e poi a Roma, dove Giulio Cesare stabili che la seta fosse destinata esclusivamente al suo uso personale. Fino al 550 d. C. tutti i tessuti di seta provenivano da fonti asiatiche. Si tramanda che l’imperatore romano Giustiniano abbia inviato in Cina due monaci, perché rubassero semi di gelso e uova di bachi da seta.Con la caduta dell’Impero la produzione della seta e la sua diffusione nel Mediterraneo furono appannaggio degli Arabi , che la resero fiorente in Spagna e in Sicilia. Nell’antichita e fino al Medioevo l’impiego della seta nell’abbigliamento fu limitato alle classi privilegiate a causa del alto costo; solo dopo le crociate e con il proliferare delle manifatture la seta divenne piu accessibile e se ne allargo il consumo testimoniato ampiamente da documenti e pittura dell’epoca. Per molti secoli tra il XI e il XVII Catanzaro fu un importante centro della lavorazione della seta , rinomato in tutta Europa per la produzione dei velluti. Fu introdotta a Catanzaro da orientali prima del sec. XI e fu favorita dai Normanni. In quest’epoca , 1470 ogni primavera i catanzaresi si recavano a Reggio, ove convenivano veneziani, genovesi,olandesi e spagnoli per comperare le sete. Ludovico il Moro, nato a Vigevano nel 1452, introdusse la coltura del baco da seta alla Sforzesca.
Lo sviluppo industriale seguito alla seconda guerra mondiale con il conseguente travaso di manodopera dalla campagne alle industrie riduceva fortemente la disponibilita di forza lavoro e ne elevava il costo di impiego. Questi due effetti si verificarono mentre in altri paesi produttori di bozzoli serici le condizioni rimanevano immutate. La conseguenza e stato che, in mancanza di innovazione radicale sul modo di allevare, in grado di assorbire gli effetti negativi che la bachicoltura europea ed Italiana in particolare, non e stata piu competitiva in termini di costi rispetto al bozzolo prodotto da altri paesi. Il declino della bachicoltura in Italia e contemporaneamente in tutti i Paesi Europei dove nello stesso periodo veniva praticata, e risultato, percio, rapido ed inarrestabile.
C. Allesina; A. Asta; A. Benincasa; F. Parravicini; G. Marcora; A. Genoni
La via della seta, il cui termine è stato coniato dall'esploratore tedesco Von Richtofen, era costituita dall'antica via carovaniera che partendo dall'oasi di Kashgar, in Asia, attraversava il Pamir Cinese, passava per il Karakorum fino a giungere ad Islamabad. Questa antica strada univa la Cina, gran produttrice di seta, ai territori dell'Impero Romano. Aperta probabilmente nel 100 a.C. dall'imperatore Wu-Ti della dinastia Han, percorreva oltre 6.000 Km. Dopo la caduta dell'Impero Romano, la via della seta cessò di essere percorsa, fino ai tempi dell'Impero Mongolo. Invece, in tempi moderni, occorsero vent'anni, 8.000 tonnellate di esplosivo e 80.000 tonnellate di cemento per realizzare la KKH o Karakorum Highway. Questa strada si inerpica tortuosa fra montagne e terrazzamenti, lungo le pareti a strapiombo il corso di fiumi come l'Hunza, il Gilgit o l'Indo. Frequenti frane costringono i Pakistani a fare continui lavori di manutenzione, ma, nonostante tutto, questo tratto è sicuramente il più spettacolare di tutti. La via della seta, oltre ad essere stata di grande beneficio alla diffusione del Cristianesimo in Asia, è stata percorsa anche da Marco Polo, mercante veneziano nato nel 1254 e grande esperto di lingue straniere, il quale si imbarcò Su una nave diretta verso Oriente con suo padre e suo zio e rimase affascinato dalla cultura, dai cibi e dalle produzioni dell'Impero del Gran Khan. Durante il suo viaggio Marco Polo visitò città dai nomi magici, come Aleppo, Tabriz, Arzingan, Kirzman, Bagdad… e arrivò alla corte del grande Kubilai, il quale gli si affezionò.
Il mercante veneziano rimase presso di lui per diciassette anni. Nel viaggio di ritorno Marco Polo toccò terre sconosciute, come Giava, Sumatra e il Borneo. L'arrivo a Venezia avvenne nel 1295; erano passati 24 anni dal giorno della partenza; anni pieni di fatti ed emozioni straordinarie che Marco Polo avrebbe poi raccontato negli ultimi anni della sua vita, quando fu prigioniero dei genovesi, al compagno di cella Rustichello, che avrebbe trascritto il suo racconto dando vita al "Milione", un libro che ha appassionato il mondo intero.
L. Colombo ; G. Forino; L. Papagni; V. Serra
Vi presentiamo le varie fasi attraverso le quali il baco si sviluppa da uovo a falena adulta.
BACO DA SETA : il nome attribuito alla larva (bruco) di diverse specie di falene, responsabili per la produzione della seta.
Il più comune è il bombice: esso, originario della Cina venne introdotto in Europa nel corso del II° secolo.
Altre larve produttrici di seta, meno pregiata, sono quelle dei Lepidotteri che appartengono alla famiglia dei Saturmidi.
LE UOVA: il baco da seta nasce da piccolissime uova, deposte da una farfalla che si schiudono entro 10 giorni. Al momento della nascita la larva è lunga non più di 2\3 mm. e pesa 0,5 mg.
LA LARVA: si nutre di foglie di gelso, ne mangia una quantità enorme ed in un mese può aumentare fino a 9000 volte.
In un mese essa attraversa circa 5 età e, cambiando 4 volte l'epidermide, la larva raggiunge la maturità di questa fase.
Essa ha una lunghezza di 7\9 cm e un peso di 54,5g. E' provvista di 5 paia di false zampe, ma in tutto sono 4 .
La larva è provvista anche di un apparato boccale e motrice . Per poter crescere deve abbandonare la vecchia pelle (muta).
Il ciclo larvale del baco da seta dura circa un mese alla fine del quale si ha il bruco.
IL BRUCO: il piccolo bruco mangia incessantemente per tutta la sua vita, eccetto nelle varie fasi di muta, durante le quali rimane immobile, con il torace rivolto verso l'alto, sollevando le tre paia di zampe toraciche, mentre sul suo capo compare un piccolo triangolino bianco.
Nella fase di muta i bruchi non devono essere disturbati, poiché sono ancorati sul loro piano d'appoggio tramite sottili fili di seta che servono per facilitare l'uscita della vecchia putticiola (pelle vecchia). La larva, prima di cercare un posto adatto per la costruzione del bozzolo, rifiuta la foglia.
IL BOZZOLO: una volta trovato il luogo adatto, attacca la bava ad un sostegno (rametto) ed in circa tre giorni di lavori porta a termine la formazione del bozzolo. Il bozzolo ha generalmente una forma ad uovo allungato. Essi possono avere forma, colore, peso e quantità molto diversi.
LA CRISALIDE: dopo aver formato il bozzolo, il baco rimane fermo per circa due giorni e quindi , con una nuova muta, si trasforma in crisalide.
Inizialmente il suo colore è giallo, poi diventa marrone. La crisalide subisce trasformazioni interne, che alla fine daranno origine alla farfalla o falena adulta.
LA FALENA adulta: è solitamente gialla o bianco-giallastra; con un corpo tozzo e peloso, e ha un'apertura alare di 4 cm. Dotata di un apparato boccale rudimentale, nel corso della sua breve esistenza la falena non si nutre.
La femmina che depone da 300 a 400 uova di colore bluastro, muore subito dopo aver deposto le uova, mentre il maschio vive poco più a lungo.
LA SERICOLTURA: è detta anche allevamento del baco da seta, comporta l'incubazione dalle minuscole uova del baco finché si schiudono e diventano bruchi.
Dopo la schiusa i bruchi vengono sistemati sotto uno strato di garza e per sei settimane mangiano quasi in continuazione foglie di gelso finemente tritate. Alla fine di questo periodo i bachi sono pronti per filare il bozzolo.
Nei ricoveri, dove vengono allevati, sono sistemati rami di alberi, ravizzoni secchi e cespugli, sui i quali i bruchi si arrampicano (bosco) e producono con un unico filo il bozzolo, che viene completato in circa 8 giorni.
La quantità di seta ricavabile da ogni bozzolo è scarsa e per produrre circa un kg. di seta cruda, occorrono circa 5300 bachi da seta.
A. Medici; S. Salamone; F. Zarini.
I bozzoli vengono bolliti e il bruco all'interno muore a causa dell'intenso calore. La fibra di seta viene estratta attraverso un processo chiamato " trattura ".
Il filato che si ricava viene detto " seta cruda ". Il percorso successivo consiste nel sottoporre i vari fili di seta cruda a torsione per consolidarli e renderli idonei alla tessitura.
Da questa materia prima si ricavano quattro tipi di filati: l'organzino e il crepe ritorto per trama e ritorto singolo.
L'organzino si ottiene tramite una torsione in un senso e nell' opposto.
Il crepe è simile all'organzino, ma è sottoposto a torsione maggiore.
L'organzino è utilizzato per l'ordito delle stoffe e il filato ritorto per la trama; invece il crepe è utilizzato per la tessitura delle stoffe.
L'avvento di fibre sintetiche come il nylon e il poliestere , che, benchè siano meno pregiate sono più resistenti e meno costose della seta, hanno causato una riduzione delle produzione e del consumo della seta. La seta può essere di vari colori.
Con questo prodotto si possono anche ottenere i capelli finti che sono i più pregiati.
La filatura della seta consiste nel dipanamento del bozzolo che è costituito da un filo continuo detto bava.
l filo di seta greggia può essere utilizzato direttamente in tessitura senza subire alcuna operazione intermedia.
Le prime operazioni corrispondono alla incannatura ed instracannatura. Queste due operazioni possono essere riunite in una sola operazione: il filo viene fatto passare attraverso un rocchetto fra stibie pulitrici tenditori, torcitura , brovatura, sgommatura parziale (sete raddolcite) o totale (sete cotte) e solforazione. Durante questo processo di lavorazione, si ottengono i cascami che rappresentano il 60 / 70% mentre la resa in filato rappresenta solo il 20 / 25% del peso della greggia lavorata; il resto è costituito dalla sericina.
I filati ottenuti dai cascami si chiamano " schappe ".
In Italia la seta greggia viene classificata in : di marca, extra, classica, reale semireale, realina e scarto. Questi gradi di classificazione sono decisi in base alle prove di incannatura, al titolo, alla tenacità, all'allungamento alla rottura, alla regolarità, alla nettezza, alla coesione del filato.
La seta greggia ha buona tenacità, discreto allungamento alla rottura.
Si tinge con facilità e resiste bene al calore e agli acidi; a ripresa elastica e flessibilità moderata ed è anche molto lucente. Più queste qualità sono alte più la seta è pregiata.
La seta raddolcita e cotta è più morbida.
La seta non si degrada sensibilmente al calore sino a 120°; a 130°/180° incomincia a diventare fragile.
Questo prodotto è un cattivo conduttore di elettricità, ma è molto igroscopico. All'aria tende ad ossidarsi ed a ingiallire.
Viene attaccata da muffe e batteri che ne producono la scoloritura.
I filati ottenuti si suddividono in: telo, trama e organzino.
La seta pura viene utilizzata per abiti pregiati, per arredamento e in chirurgia per saturare.
La Pinna Nobilis è un grande mollusco bivalve che assomiglia ad una cozza gigante; vive nei mari caldi e temperati, attaccato agli scogli grazie ad un filamento preziosissimo. Fin daitempi più antichi l'uomo ne ha ricavato il Bisso, una fibra marina lunga da tre a sei cm, lucidissima e brillante molto simile alla normale seta, ma ancora più pregiata per la sua rarità. Veniva impiegata presso gli antichi Greci e Romani, per la confezione di manti regali o sacerdotali.
CURE E LAVAGGIO
La seta è la fibra tessile più elegante, riflette la luce con inimitabile splendore e una volta tinta si arricchisce di mille sfumature.
Non resiste a lungo alla luce solare e si macchia con il sudore. La vera seta si riconosce già al tatto.
La seta va trattata con particolare cura quando viene lavata ed è preferibile il lavaggio a secco. Per eventuali lavaggi in acqua tiepida è bene verificare la tenuta dei colori, bagnando dapprima solo un angolo del tessuto. Si consigli l'utilizzo di detergenti specifici. I corpi non devono essere strofinati, vanno risciacquati in acqua tiepida e asciugati lontano da fonti di calore.
F. Braga; N. Gaslini; L. Cavazzin
IL BACO TESSE IL FILO
E SI AVVOLGE IN UN BOZZOLO
Il Bombix Mori, o baco da seta, è un insetto che si nutre esclusivamente delle foglie di gelso.
Ha un paio di ghiandole salivari modificate, chiamate "ghiandole della seta".
Da un buchino situato sotto la bocca, il baco, con grande abilità, muovendosi come a formare un otto secerne una bava filamentosa che si solidifica a contatto dell'aria.
Circa sei settimane dopo la schiusa, il baco da seta smette di alimentarsi e fila il suo bozzolo, producendo fibre lunghe fino a 4 km.
Terminato il bozzolo, il baco vi si rinchiude e ne emerge dopo circa due settimane, nelle vesti di una falena adulta.
Il ciclo produttivi del baco da seta inizia con la deposizione delle uova, variabili da 400-500 unità. Esse danno origine ad un piccolo bruco lungo circa 3 mm.
Il baco si nutre di foglie di gelso, finemente tritate. Dopo circa 20 giorni esso è giunto alla maturità, ed è pronto a trasformarsi in crisalide.
Ogni ghiandola della seta è divisa in tre porzioni: la porzione apicale, la più lunga con funzione secretrice; la porzione mediana, più breve ma più larga, avente funzione secretrice e di accumulo; la porzione terminale, rappresentata da un sottilissimo canale conduttore.
Il tubo filifero, sbocca al livello del labbro inferiore dell'apparato boccale. Il secreto, una sostanza semi fluida, vischiosa, costituita per la maggior parte da fibroina: al lato d'emissione, si solidifica a contatto con l'aria.
I seritteri iniziano l'emissione delle bavelle che si saldano per mezzo di una sostanza gommosa; esse, vengono poi impregnate di sostanze grasse e colorate.
Per la formazione del bozzolo, il baco sale su appositi ramoscelli precedentemente preparati, ed inizia la tessitura disponendo la bava in anse. I bozzoli prodotti hanno diverse forme e colori:
- gialli provenienti dall'Europa;
- bianchi provenienti dalla Cina;
- verdi, coltivati in modo limitato, in Cina e Giappone.
La seta è un filo continuo sottilissimo e lucente detto bava, con cui i bachi intrecciano il bozzolo nel quale si racchiudono per trasformarsi in crisalide.
Prima che la crisalide si trasformi in insetto, i bozzoli vengono tenuti per 16-18 ore in appositi forni di essiccazione; poi sottoposti alla crivellatura e fatti macerare in acqua calda per la scopinatura.
Il baco viene poi fatto morire in dei forni di aria calda, prima della schiusa, per non danneggiare le bave.
Dopo una serie di altre operazioni, i bozzoli vengono dipanati.
Il filo, infine, viene avvolto in masse, sotto il nome di seta greggia.
Lo Vullo A. ; Carbisiero L. ; Pellegatta
ANGOLO DELLE CURIOSITA’ E DEL DIVERTIMENTO
A. Genoni; F. Parravicini
L. Carbisiero; A. Lo Vullo; G. Pellagatta
Il “diario quasi quotidiano” è l’annotazione sull’attività pratica che è stata effettuata dalla classe 2’E con la guida della professoressa di scienze matematiche Iannaccone.
L’attività è durata circa 2 mesi nei quali noi abbiamo scritto e discusso sui vari problemi inerenti a questo lavoro.
SABATO 26-10-02 ORE:dalle 8.00 alle 10.00
Preparazione del kit
LUNEDI’ 28-10-02 ORE:10.00
Rabboccatura dell’ acqua
MERCOLEDI’ 30-10-02 ORE:10.15
L’acqua é sempre allo stesso livello
SABATO 2-11-02 ORE:dalle 8.00 alle 10.00
Sono nati i primi otto bruchi!
LUNEDI’ 4-11-02 ORE 10.00
I bruchi vengono trasferiti col pennellino sulla dieta( farina di soia, foglia disidratata, gelatina di alghe, amido, vitamine, sali minerali, zucchero, cellulosa) che era stata precedentemente tolta dal frigorifero per circa mezz’ora e lasciata a temperatura ambiente. Prima di mettere i bruchi sul cibo, ne abbiamo prelevato uno, l’abbiamo messo su un foglio di carta e osservato al microscopio collegato ad un computer in modo che le immagini si potessero vedere direttamente sullo schermo. E’ stato piuttosto difficoltoso fissarle perché il bruco era in continuo movimento. Quindi lo abbiamo rimesso insieme con gli altri bruchi; poi abbiamo richiuso la prima scatoletta, sigillate le altre due con la pellicola e riattivato di nuovo la corrente elettrica.
SABATO 9-11-02 ORE:8.00
Il kit viene aperto e si trovano vivi solo due bruchi di colore bianchiccio e di dimensioni più grosse dei bruchi trovati il lunedì precedente.
I due superstiti vengono osservati al microscopio collegato al computer
e rimessi nella loro scatoletta con la loro nuova dieta.
LUNEDI’ 11-11-02
Troviamo i bachi morti per cause imprecisate e ne richiediamo altri al centro della seta di Milano.
VENERDI’15-11-02 ORE:9.50
Arrivano nuovi bachi che sono alla quarta età del loro sviluppo.
Ore 10.00
Si osservano e si fotografano i bachi al microscopio.
ORE:11.00- 11.15
Si smonta il kit, viene pulita ed asciugata la vasca media e poi viene rivestita internamente con lo scottex. Sul fondo viene spalmata con una forchetta la dieta con il bollino blu, estratta precedentemente dal frigorifero. I bachi vengono tolti dalla vasca piccola e posati sulla dieta. (la vasca piccola non serve più). Evitiamo che entri acqua nella vasca media.
SECONDO GIORNO (sabato 16-11-02)
Doppia razione di pappa (bollino blu) fino a lunedì.
QUARTO GIORNO (lunedi’18-11-02)
Pulizia bachi e quarta razione di cibo individuato dal bollino blu. I bachi cominciano a crescere.
Presentiamo il lavoro sui bachi compresa la proiezione delle immagini tramite computer ai bambini di quinta elementare.
MARTEDI’ 19-MERCOLEDI’ 20-GIOVEDI’ 21-VENERDI’ 22
si ripetono le stesse operazioni:
-lavaggio vaschetta;
-pulizia bachi;
-somministrazione dieta (bollino blu).
Vengono osservati al microscopio e fotografati con quest’ultimo o con la macchina digitale di un compagno.
SABATO 23/11/02
Ultima razione di dieta e pulizia della vaschetta dei bachi.
Vengono scattate altre fotografie.
LUNEDI 25-11-02
Un baco ha già iniziato a fare il bozzolo. Viene pulita la vaschetta, ed in essa sono inseriti dei cilindretti di cartoncino (5x9 e 10x10) in cui vengono posti i bachi che vengono nuovamente fotografati. I cilindretti vengono appoggiati alle pareti e tenuti fermi da palline di carta. Qualche baco é uscito dai cilindretti. Il lavoro é stato presentato ad altri bambini di quinta elementare.
MARTEDI’ 26-11-02
Alcuni bruchi usciti dai cilindretti vengono rimessi al loro posto, mentre
altri quattro hanno già iniziato a fare il bozzolo, che dovrebbe essere completato in pochi giorni. Tra una decina di giorni (5/6 dicembre)potremo estrarre i bozzoli dai cilindretti per osservarli.
LUNEDI’ 2-12-02
Per cause impreviste, dell’acqua é entrata nella vasca media, bagnando la carta assorbente. Viene aperto il tutto, dopo aver staccato la spina, si cambia la carta e si riposizionano alcuni bozzoli negli appositi cilindretti, perché alcuni bachi usciti dal bozzolo, avevano iniziato a farli sulla carta.
Quindi si richiude il tutto e dobbiamo aspettare fino lunedì 9-12 per togliere i cilindretti.
LUNEDI’ 9-12-02
Sono nate due farfalle di colore beige chiaro. I restanti bozzoli vengono tolti dai cilindretti e deposti sul fondo della vaschetta in attesa della
fuoriuscita delle farfalle dai restanti bozzoli. Come al solito vengono scattate alcune fotografie: i bozzoli sono di colore bianco-candido.
MARTEDI’ 10-12-02 ORE:8.00
La terza farfalla sta uscendo dal bozzolo
MERCOLEDI’ 11-12-02 ORE 8.00
E’ nata la quarta farfalla.
VENERDI’ 13-12-02 ORE:11.00
Sulla carta assorbente sono visibili tantissime uova il cui colore varia dal giallo, al marrone, al nero. Due farfalle si stanno accoppiando, due sono libere e dagli altri bozzoli speriamo che ne escano altre.
Vengono fotografati sia un bozzolo con sopra le uova che un bozzolo con la farfalla.
LUNEDI’ 16-12-02
Vengono riaperte le scatole e riosservate le farfalle. Una é morta, mentre due sono ancora vive. Dai 4 bozzoli non ci sono segni di vita. Le uova che avevamo messo nella scatola piccola sono di colore marrone-nero. Da un bozzolo vengono presi alcuni fili di seta ed osservati al microscopio.
Le nostre ultime osservazioni al microscopio riguardano fili di seta prelevati dal bozzolo e due farfalle sul filo di seta.
Così si conclude la nostra avventura che ci ha coinvolto per diverse settimana!
C. Allesina e L. Cavazzin