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Chiara Andreolli

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Laura Fornasier

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Marco Marinoni

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THOMAS MANN

 

 

Thomas Mann nasce nel 1875 a Lubecca da un padre tedesco, molto rigido e severo, e da una madre sudamericana, la quale essendo una ballerina, gli trasmette uno spirito artistico.

Nel 1903 Mann pubblica la raccolta di racconti “Tristano”, fra cui c’è “Tonio Kroger”, ancora incentrato sul rapporto conflittuale fra l’artista e il mondo borghese, tematica che verrà riproposta in un altro dei suoi capolavori, il lungo racconto “La Morte a Venezia” del 1912.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, in polemica con il fratello Heinrich, si schiera a favore dell’intervento armato tedesco. In seguito però il suo orientamento politico si evolverà verso posizioni liberali e democratiche fino al totale dissenso nei confronti del nazismo.

Alla guerra è legato il romanzo “La montagna incantata”, infatti la scoperta  del protagonista Hans Castorp di essere gravemente malato corrisponde alla consapevolezza del popolo tedesco della sua malattia attraverso l’evento sconvolgente della guerra.

Il suo successo come scrittore cresce a tal punto che nel 1929 riceve il Premio Nobel per la letteratura. Nel 1933, con la salita al potere di Hitler, sceglie la via dell’esilio volontario, stabilendosi in California e ottenendo la cittadinanza statunitense, essendogli stata revocata quella tedesca dai nazisti.

Ultimo suo celebre romanzo è “Doktor Faust”, in cui come il protagonista, il compositore Adrian Leverkun, ha venduto l’anima al diavolo, allo stesso modo gli uomini  hanno fatto un patto con Satana permettendo a brutalità come il nazismo e le due grandi guerre di realizzarsi.

Torna poi in Europa, stabilendosi in Svizzera, a Zurigo dove muore nel 1955.

La grande produzione di Thomas Mann si estende per oltre mezzo secolo: inizialmente è legato al romanzo naturalistico, come rivela “Buddenbrook” che ricorda i “Rougon-Macquart” di E. Zola; poi si arricchisce di forme simboliche ed allegoriche come ne “La morte a Venezia” e “La montagna incantata”.

Utilizza i sui romanzi per illustrare i conflitti che avvenivano nel suo tempo nella società borghese e, senza proporre cambiamenti, è riuscito a cogliere le ragioni della crisi di questa classe (conflitto artista-società).

 

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