La storia

 

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    Con gli interventi di recupero attivati da tempo dalla Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta e con il contributo del Comune di Napoli, un primo nucleo del grande parco archeologico del Pausylipon è stato riaperto al pubblico in maniera stabile grazie all’impiego di personale comunale, di lavoratori socialmente utili e di soci cooperatori.

    L’itinerario, estremamente affascinante e suggestivo, inizia dall’accesso ubicato alla estremità della discesa Coroglio, dove si apre la monumentale Grotta di Seiano: una galleria artificiale che attraversa con un traforo di circa 770 metri la collina tufacea di Posillipo congiungendo l’area di Bagnoli e dei Campi Flegrei con il vallone della Gaiola.

       Il percorso del lungo antico passaggio, scavato circa due millenni fa e rinforzato in epoca Borbonica, si snoda nell’affascinante penombra della galleria attraversata nella parte terminale dalla sfolgorante luce che si irradia dai cunicoli laterali posti a strapiombo sulle bellissime cale che offrono un panorama mozzafiato.

     Superata la grotta si giunge, attraverso un sentiero fiancheggiato dalla tipica vegetazione mediterranea, nell’area della villa che Vedio Pollione, ricco cavaliere romano legato ad Ottaviano Augusto, volle chiamare con una denominazione di derivazione greca “Pausylipon”, ossia “luogo che fa cessare gli affanni”, descrivendo in tal modo in maniera mirabile l’incanto e la bellezza del sito detto appunto Posillipo. 

      L’area contiene straordinari resti archeologici di un teatro con una splendida struttura, con 13 ordini di sedili nell’ima cavea e con 6 in quella media e una capienza complessiva di duemila posti, costruita sfruttando, secondo una tecnica tipica dei teatri greci, il pendio naturale della collina.

   Una villa molto articolata, ampliata per fronteggiare le esigenze di una residenza imperiale, la cui totale estensione potrà essere evidenziata solo al termine della ulteriore campagna di scavo tuttora in corso da parte della Soprintendenza Archeologica e che ha come obiettivo quello di restituire alla pubblica fruizione l’intero parco archeologico-ambientale del Pausylipon.

 


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