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Gentilissimo Saverio,

mi capita spesso di visitare il sito di San Procopio, vuoi per tensione affettiva per il luogo natio, vuoi per spinte emotive pregne di malinconia; ho così motivo di valutarne  sia l’impaginazione, sia gli aspetti estetici e contenutistici.

Ottima l’idea di riservare una pagina ai sindaci del paese aspromontano;interpreto tale  scelta come un segno tangibile di riconoscenza per  i valorosi e generosi concittadini,che hanno saputo , nell’esercizio arduo e defatigante  della guida dell’amministrazione del paese, in mezzo a gravi difficoltà economico/finanziari: 

-         sostenere i concittadini più deboli;

-           incoraggiare  la schiera  di quanti nello studio,nel lavoro hanno operato  diligentemente per  la realizzazione dei propri ideali e, nel contempo, per  il prestigio  della nostra contrada;

-         tutelare il patrimonio religioso e culturale  del paese;

-         agevolare  iniziative  imprenditoriali impostate  con rigore etico, e coerenza  economica, ampliando così le opportunità di lavoro per i giovani;

-         rafforzare i legami con quei concittadini che sono stati costretti a trasferirsi in paesi lontani(molti nostri compaesani vivono e onorano la nostra tradizione persino in Australia) alla ricerca di opportunità di lavoro per il sostentamento delle rispettive famiglie, riuscendo anche ad esaltare la nostra cultura e ad occupare posizioni di prestigio  nelle professioni,nell’artigianato, nell’industria e nel settore tecnologico, esaltando  così  la storia secolare di San Procopio.

-         A tal proposito, proprio per ulteriormente  e meglio testimoniare ai  nostri  giovani i meriti politici ed etico civili dei nostri sindaci(Was du ererbt von deinen Vatern hast, erwirb es, um es zu besitzen : ciò che hai ricevuto dai tuoi padri,riguadagnatelo,per possederlo= Goethe) e la profonda riconoscenza che tutti dobbiamo  a tali ragguardevoli personaggi ti suggerisco di   affiancare ad ogni nome la foto e una breve  biografia.

-         A tal uopo, ti mando la foto di mio zio Domenico Borgia,che apre la lunga serie di valorosi sindaci, tanto amato dalla cittadinanza, che ha lasciato ,in chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, un ricordo affettuoso e riconoscente, come attestato dal commovente  saluto  dei suoi sodali, che allego alla presente.Fanne l’uso che ritieni opportuno.

Mi è pure gradito, approfittare di tale occasione, per ricordare con  profonda simpatia  i sindaci che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente sia  per relazione parentale,sia per relazione amicale, ed  apprezzarne  il rigore etico, l’impegno civile e la vocazione  politica rivolta  prioritariamente ed esclusivamente  alla tutela del bene pubblico:

-l’indimenticabile zio Pasquale Borgia, personaggio riservato,austero, imponente nell’aspetto fisico, generoso con i deboli ;severo con i  pretenziosi;amico disinteressato delle menti più prestigiose del Paese(in particolare,Bruno Occhiuto,figlio di  donna Teresina Occhiuto)da cui sapeva   accogliere ,personalizzandoli, suggerimenti  pertinenti e funzionali alla gestione democratica del comune;

-il riservato e taciturno Rocco Panuccio,che ai ragazzi della mia generazione  incuteva  tanto timore reverenziale per la sua figura ieratica,tempra di calabrese autentico,che era generalmente ammirato e stimato per la sua  non  comune sensibilità sociale e per il suo coraggio;

 

-il simpaticissimo e affettuosissimo prof. Palermo, scrupoloso nella gestione delle esigue  risorse finanziarie,attento a valorizzare ed esaltare le energie culturali del paese;schivo per natura ,tuttavia capace, se lo circostanze lo richiedevano,di  manifestare, sempre col dovuto garbo, la sua originale indole di uomo  forte e notoriamente  accorto nello sviluppare una cultura politica adeguata ai tempi e in linea con i principi democratici prevalenti,che possono essere emblematicamente rappresentati  dal  noto motto di don Sturzo: “servire, non servirsi del prossimo!!!”

- il prof. Rocco Galimi,personaggio timido e colto,a cui ero legato da sincera e devota amicizia;ricordo,con commozione  l’ultimo incontro che ho avuto con lui, in tempi ormai remoti, a Lissone, a casa dei fratelli Barillà;in quella indimenticabile circostanza ho avuto modo, con più consapevolezza,di apprezzare i tratti nobili del suo temperamento,non lo dimenticherò facilmente,  e sono certo che anche i suoi concittadini lo ricorderanno sempre con affetto!

- dello zio Francesco,il colonnello, ho già detto in altra circostanza,ora aggiungo che la sua esperienza di sindaco ha sviluppato la cultura politica  dei suoi predecessori con singolare  spirito innovativo nella  conservazione delle tradizioni più consolidate e generalmente condivise(nihil innovetur nisi quod traditum est), spendendo particolari energie  per la tesaurizzazione del patrimonio culturale ,religioso e folkloristico del paese  col consueto piglio  autorevole e determinato;

A tal proposito, avverto forte il desiderio di ricordare con riconoscenza e profonda gratitudine un autorevole gruppo di giovani degli anni  50/60,raffinati intellettuali,cenacolo culturale di elevato spessore speculativo/riflessivo,di cui ora  elenco  le figure più rappresentative:i fratelli Casella; i cugini Occhiuto;Mario Vigna; Luciano Bullace;Ciccio Marafioti,figlio di “Micu” titolare di un negozio di generi alimentari nel centro cittadino;Domenico Marafioti,figlio dell’ispettore Marafioti;i fratelli Barillà; e last, but not least il bello per antonomasia,Alessio Calabrò,figlio di donna Amalia, figura di madre eroica (ha perso un figlio disperso in Russia) tenera e soccorrevole, cultrice delle più apprezzate tradizioni culinarie della zona(famose le sue ricette di zucchine dolci ripiene e la pasta “china” );Alessio veniva spesso chiamato a interpretare il personaggio di “Gesù” nella mitica e indelebile rappresentazione sacra alla vigilia della Santa Pasqua,che si svolgeva nell’ampio piazzale del Duomo con enorme  successo di pubblico:partecipava,infatti,alla manifestazione religiosa l’intera cittadinanza,con intensa adesione spirituale!A questi giovani valenti e creativi , che rappresentavano esempi preclari di virtù civili e culturali, guardavamo con ammirazione ,sperando di poterli emulare a tempo debito!

 

 

In Particolare  ricordo una  stupenda e  spassosa gita a Gambarie di Aspromonte con il sindaco Palermo,sotto il cui vigile e premuroso sguardo  esercitavo le mie abilità sciatorie,all’epoca non certo  esaltanti!

Passo ora a proporti una nuova pagina nel tuo giornale Web da riservare agli artisti del luogo;potresti, per esempio, pubblicare  foto artistiche, quadri, sculture, disegni  ecc.ecc, di giovani” artisti…in  erba”, meritevoli di incoraggiamento;tale idea mi è stata  suggerita da una ardita ed efficace  interpretazione  della famosissima opera di Kandisky :”La linea ondulata”,eseguita con perizia e  abilità grafica dalla giovanissima  Sabina Frisina, nipote prediletta di mia zia Cata Occhiuto Borgia, che ricordo sempre con devoto affetto e amore filiale.

 

Per te e per i comuni amici  un caro e affettuoso saluto.