INCONTRO INTERRELIGIOSO A UDINE
Palasport Carnera martedi 11 dicembre 2007
Articolo tratto dal giornale " LA VITA CATTOLICA " di sabato 15 dicembre 2007 - UDINE
mons Pietro Brollo, arcivescovo di Udine
S.E. cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia-
SS Dalai Lama
rav Elia Richetti, rabbino capo di Venezia
dott Saleh Igbaria, presidente Centro Islamico Trieste e Venezia Giulia
rav Elia Richetti - rabbino capo di Venezia
scambio dei doni
preghiera in comune, il momento più importante
Tratto da LA VITA CATTOLICA di sabato 15 dicembre 2007 - UDINE
VIBRANTE, PROFONDA ED ACCORATA LA PREGHIERA DEI RAPPRESENTANTI DELLE RELIGIONI ASSIEME AL DALAI LAMA AL PALASPORT DI UDINE
LA PACE È FRUTTO DEL DIALOGO
“ SERENITÀ E FELICITÀ NON DERIVANO DALLO SVILUPPO ECONOMICO “ ha ammonito il Dalai Lama ; “ senza dialogo si ha paura dell’altro – ha aggiunto mons. Brollo – il dialogo è la saggezza dei forti”
LA PACE, la serenità, la felicità non arrivano dal benessere economico.
«La felicità non si scarica da qualche computer. Ma c'è un unico modo di raggiungerla: sviluppare l'amore la compassione, la tolleranza, contro ogni paura. Questo è il contributo che possono dare le religioni in dialogo fra loro».
Lo ha affermato martedì 11 dicembre il Dalai Lama nel suo intervento al palasport «Camera» di Udine nel corso dell'incontro su «Religioni insieme in dialogo e preghiera per la pace», promosso in collaborazione con la Commissione per l'ecumenismo e il dialogo dell'Arcidiocesi di Udine.
All'appuntamento di dialogo e preghiera sono intervenuti il patriarca di Venezia, Angelo Scola, l'arcivescovo di Udine Pietro Brollo, Elia Richetti, rabbino capo della comunità ebraica di Venezia e Saleh Igbaria, presidente del centro islamico di Trieste.
«La felicità non si acquista»
II Dalai lama ha iniziato il suo intervento con una riflessione sul progresso materiale raggiunto dalle società di oggi, «uno sviluppo che sembra promuovere anche un proliferare di emozioni afflittive, come la paura, l'odio, la gelosia, l'intolleranza».
« Tali emozioni - ha proseguito - non possono essere ridotte con interventi chirurgici, possono essere però eliminate attraverso uno sviluppo dei valori interiori come la compassione, il perdono».
In questo percorso, le principali tradizioni religiose hanno un molto importante nello sviluppo di lati umani come l'amore, la compassione, il perdono, la fratellanza.
Possono contribuire, da un lato, a «eliminare le emozioni distruttive che danneggiano l'essere umano; dall'altro a sviluppare il suo lato migliore». «In questo le fedi hanno un patrimonio enorme»
«C è tanto bisogno di sviluppare la nostra parte inferiore» ha proseguito il Dalai Lama, «e questo è necessario per avere la pace, la serenità», anche per avere «famiglie più felici». La pace, la serenità, la felicita non arrivano dal benessere economico; «ci sono tanti ricchi, in giro per il mondo, che non sono affatto felici».
«Senza dialogo si ha paura»
Dopo il benvenuto di don Pierluigi Di - Piazza, del Centro Balducci, al «Carnera» - ha preso la parola l'arcivescovo di Udine - mons. Brollo, che ha indirizzato un «cordiale benvenuto» per quello che ha definito un «eccezionale avvenimento». Brollo ha poi sottolineato che i recenti
«cambiamenti politici hanno mutato radicalmente il quadro sociale, e non solo, del mondo», ed hanno arrecato ai popoli «la speranza», tra l'altro, di condizioni di vita «più pacifiche», ma soprattutto «un diffuso senso di ricerca della verità sull'uomo»
Mons. Brollo si è poi soffermato sul fenomeno dell'immigrazione e sulle opportunità che ha prodotto ed ha poi invocato il dialogo. «Senza dialogo si ha paura dell’altro» ha affermato. Il dialogo «è la saggezza dei forti». Un dialogo, però - ha specificato - che non annulli le differenze
Un dialogo, quindi, che arrichisca la vita e che sia alimentato dalla preghiera e dalla meditazione. L'Arcivescovo ha ancora sottolineato che «le voci delle religioni pur nell'apparente debolezza danno forza per rispondere alle domande dell'uomo».
Le religioni «sono in grado di gettare ponti e costruire legami», «non possiedono la potenza delle armi e delle leggi, ma l' immensa forza spirituale che trasforma l'uomo dal di dentro e lo trasforma in uomo giusto e misericordioso».
«Partire
da se stessi»
«Quando si tratta di pace, l'uomo chiamato a mettersi in cammino ad esporsi in prima persona - ha detto il patriarca di Venezia, Angelo Scola - Non bastano infatti ne i discorsi ne le buone intenzioni, come la storia talora tragica insegna». Per costruire la pace, ha insisto il cardinale, «bisogna partire da me, date, da noi, con realismo, evitando il rischio di inseguire una pace astratta, impossibile» e di cedere alla tentazione di sostituirla con una «teoria della pace» «fabbricata a tavolino».
Durante la riflessione, prima della preghiera, il rabbino capo della comunità ebraica di Venezia aveva confessato di non riuscire a nascondere la «tensione», la «commozione» per un momento «così importante» e si era soffermato a spiegare il significato di Shalom, che non vuole essere un generico saluto di pace.
«Emozione» anche da parte del presidente del centro islamico di Trieste, che ha tra l’altro sottolineato: «Qui dimostriamo di far parte di una comunità di uomini, di fratelli, come Dio l'ha voluta e l'ha creata». «La pace - ha aggiunto - non è un valore, ma "il" valore».
Igbaria ha pure sottolineato come l'uomo si sia allontanato da Dio e si sia posto nelle mani del
male, del diavolo. Costruire la pace non è un dovere soltanto dei governatori «ma ha precisato - di tutti noi».
In preghiera per la pace
L'incontro al «Carnera» si è concluso con la preghiera per la pace. Introdotti da mons. Brollo, indicando il tema «Dio conceda al mondo il dono della pace, affidata alla responsabilità di ciascun uomo» hanno letto una propria preghiera il cardinale Angelo Scola (quella di Giovanni Paolo II
ad Assisi), il musulmano Saleh Igbaria, il rabbino capo Elia Ricetti ed il Dalai Lama
II vicario generale dell'arcidiocesi, mons Giulio Gherbezza, ha poi donato ai rappresentanti delle quattro religioni un'opera realizzata per la circostanza.