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Hildegard Goss-Mayrnata il 22 gennaio 1930 a Vienna in Austria è la maggiore
testimone della nonviolenza evangelica nel mondo. È il presidente onorario
del MIR (*) e membro del comitato di sostegno del Coordinamento Francese per
il Decennio e del Coordinamento Internazionale per il Decennio della cultura
della nonviolenza e della pace. |
Riconoscimenti
Nominata per il Premio Nobel per la Pace nel 1979 (assegnato a Madre Teresa) nel 1987 (conferito ad Óscar Sánchez Arias) e nel 2005 tra le “1000 donne per il premio Nobel 2005”. | |
Ha ricevuto il Premio Bruno-Kreisky (Austria) nel 1979, il Premio Niwano per la
Pace (Giappone) nel 1991 ed attiva il Premio Hildegard Goss-Mayr per la
Nonviolenza dell’IFOR (International Fellowship Of Reconciliation – sigla
anglofona per il MIR) |
Lavori
Another revolution. Violence of non-violent the , Paris, Stag, 1969. | |
Der Mensch VOR dem Unrecht. Spiritualität und Praxis. Gewaltlose Befreiung , Vienna, 1976 Frenchwoman of chapter 2 in '' Cahiers of the Reconciliation '', n° 3-2005, 48 p. (published by the French branch of the MIR) | |
Gerard Hoover, Jean and Hildegard Goss-Mayr, non-violence, it is the life , Arudis, Utovie, 1986. | |
Évangile and fights of peace , Paris, Bergers and Magi, 1989. | |
Friede braucht Bewegung. Analysen und Perspektiven der Friedensbewegung in Österreich , with Thomas Roithner and Pete Hämmerle. | |
To dare the non-violent combat at the sides of Jean Goss , Paris, Stag, 1998, foreword of the cardinal Franz König. |
All’estero
Articoli di Hildegard Goss-Mayr in Germania | |
Collezione di articoli di Hildegard Goss-Mayr in Germania |
Jean Gossnacque a Caluire (comune nei pressi di Lione) il 20 novembre 1912 e morì a Parigi il 3 aprile 1991. È uno dei maggiori testimoni della nonviolenza evangelica nel mondo. |
Gioventù e conversione
Legato ad un baritono dell’opera, che perse la sua voce
all’epoca della Prima Guerra Mondiale, Jean Goss dovette impiegarsi all’età di
12 anni, a Parigi, in piccole vendite, prima di entrare nella compagnia
ferroviaria nel 1937. All’età di 15 anni entrò nel mondo del sindacato.
Fu mobilitato nel 1939. La Seconda Guerra Mondiale fece di lui un soldato pieno
di ardore, convinto di combattere quel demonio di Hitler. Ma in piena ritirata
nel 1940, a seguito del suicidio del tenente del suo reggimento, fu lui che dopo
essere stato colpito (fu decorato per il suo coraggio) dovette portare indietro
le armi e vide uno sconvolgente esperimento dell’amore di Dio per lui e tutta
l’umanità. L’odio lo abbandonò e dovette constatare amaramente che non uccideva
Hitler ma uomini come lui, dei padri e dei lavoratori che non avevano chiesto
quel macello.
Da lì nacque l’impegno per una vita piena che facesse vivere e scoprire quell’amore
che non lo lasciò mai più. La prigione del campo dove l’ingiustizia e la
violenza erano un fatto corrente divenne il suo primo luogo di testimonianza .
Gli costò una sentenza di morte da cui sfuggì solo per l’intervento del capo del
campo (per via della sua capacità di sconvolgere il campo dovuto alla sua
testimonianza di fede) che decise, in extremis, di nasconderlo ai gendarmi
tedeschi a rischio della sua stessa vita.
Un impegno per la nonviolenza
Con la liberazione cercò di entrare in contatto con i
cattolici e le loro persone impegnate che credeva tutte convinte dell’assoluto
rispetto della persona umana e della necessità di non far più la guerra. Si
spinse fino a forzare l’entrata del Santo Uffizio a Roma nel 1950 per incontrare
il cardinale Alfredo Ottaviani! Andò oltre il suo ardore per i preti e finì, nel
1948, con l’indicare l’esistenza di Protestanti che condividevano idee di questo
tipo.
Così incontrò il Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR), a cui
aderì, dando un’etichetta al suo ideale: La nonviolenza evangelica. Nel 1948
torna alle sue carte dell’esercito ed alle sue decorazioni. Allo stesso tempo,
si impegna per il riconoscimento dell’Obiezione di Coscienza, la costruzione di
case popolari e le lotte sindacali del SNCF al punto da diventare uno dei capi
parigini della lotta del 1953 e a farsi escludere dal sindacato fino a che nel
contempo non aderì al congresso di Pax Christi! Quindi prese parte a vari
incontri sulla pace nell’Est Europa (Budapest 1953, Varsavia 1956, Mosca 1957,
Praga 1958).
Nel 1958, sposa Hildegard Mayr e piuttosto velocemente prende i suo congedo
dalle Ferrovie. La loro vita è da allora al servizio della giustizia, della pace
e della nonviolenza attiva. Sono a Roma nel 1962 per seguire il Concilio
Vaticano II, poi portano cibo in America Latina, in Brasile (1964-1965) quindi
in Messico (1970-1971). Organizzano due conferenze continentali sulla
nonviolenza (Montevideo 1966, Medellin 1974) da cui nasce il SERPAJ (Servizio
Paz e Justizia) il cui segretario, Adolfo Perez Esquivel, riceverà il Premio
Nobel per la Pace nel 1980. Essi poi collaborano con Hélder Câmara, Mgr Proaño,
Don Fragoso, Fredy Kunz.
In parallelo tengono seminari sulla nonviolenza in vari paesi toccati dalla
guerra o dalla violenza: Irlanda (dal 1963), i Balcani (dal 1972), il Sud Africa
(dal 1973), il Libano (1974, 1975 e 1980), El Salvador (1979). Gli anni ottanta
li vedono impegnati in Asia: Filippine (dal 1984), Taillandia, Bangladesh,
Hong-Kong. È da questo continente che vennero le più grandi soddisfazioni per
Jean: la Rivoluzione nonviolenta delle Filippine nel 1986 che preparò e
condusse. Negli ultimi anni della sua vita sentì l’urgente chiamata dell’Africa.
Nel 1990 andò nello Zaire e una notte dell’aprile del 1991, mentre il giorno
successivo sarebbe partito per il Madagascar, morì nel suo letto.
È stato per molti anni, con sua moglie Hildegard, membro del consiglio
internazionale del MIR e poi suo vice-presidente.
Jean Goss predicò nel tempo e contro i tempi questa sua nonviolenza evangelica
fino alla fine delle sue forze. La sua grande sofferenza fu quella di vedere la
sua Chiesa e le altre tanto esitanti Chiese Cristiane voltargli le spalle.
Dedicò molto tempo per dialogare con le loro persone impegnate ed una delle sue
soddisfazioni fu il seminario della nonviolenza che organizzò per i vescovi
dell’America Latina a Bogotà nel 1977. Con un’eccezionale risveglio delle
coscienze, Jean Goss portò alla nonviolenza molti testimoni contemporanei.
Riconoscimenti
1976 – Premio per la Pace Xirinacs (Pax Christi - Spagna) | |
1979 – Premio per i Diritti umani Dr. Bruno Kreisky (Austria) | |
1986 - Premio Papa Paolo VI insegnante di pace (Pax Christi - USA) | |
1990 - Premio Justicia Paz per i valori umani (Commissione Giustizia e Pace - Spagna) |
Tratto da Speedylook il 02/11/2008
(*) Il Movimento Internazionale della Riconciliazione /
International Fellowship of Reconciliation (MIR / IFOR)
è un movimento composto da donne e uomini impegnati nella nonviolenza attiva
come stile di vita e mezzo di cambiamento personale e sociale. Dal 1915 opera
per la risoluzione dei conflitti e la riconciliazione tra i popoli. Ha branche,
gruppi e affiliati in più di 40 paesi dei cinque continenti. E’ Organismo Non
Governativo (ONG) con status consultivo alle Nazioni Unite (ECOSOC e UNESCO) e
rappresentanti alle sedi di New York, Ginevra, Vienna, Parigi. Attualmente l’IFOR
promuove progetti educativi e di formazione alla nonviolenza attiva, missioni e
attività di peace-building in aree di conflitto, il potenziamento del ruolo
delle donne nei processi di riconciliazione e dello sviluppo sociale,
alternative nonviolente nel campo dei diritti umani, dello sviluppo, del
disarmo, il “Decennio internazionale per una cultura di pace e non violenza per
i bambini del mondo 2001-2010” proclamato dall’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite nel 1998 per iniziativa dell’IFOR e dei Premi Nobel per la Pace.
A membri dell’IFOR / MIR per otto volte è stato conferito il Premio Nobel per la
Pace: Jane Addams, USA, 1931, Emily Green Balch, USA, 1946, Albert Luthuli,
Sudafrica, 1960, Linus Pauling, USA, 1962, Martin Luther King, USA, 1964,
Mairead Corrigan, Irlanda del Nord, 1976, Adolfo Perez Esquivel, Argentina,
1980, Rigoberta Menchù, Guatemala 1992.
(da un comunicato del MIR di Palermo in occasione della visita di Hildegard Goss-Mayr avvenuta domenica 12 dicembre 2004).
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