| |
I principali inquinanti atmosferici
I composti
chimici che causano l’inquinamento dell’aria sono numerosi e con
effetti diversificati sulla salute dell’uomo e sull’ambiente
urbano. Tra questi i principali sono: il biossido di zolfo (SO2),
gli ossidi di azoto (NOx), il monossido di carbonio (CO),
l'ozono, il benzene, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), le
polveri, il piombo e altri metalli pesanti. |
|
|
|
Biossidi
di zolfo
Le principali sorgenti di biossidi di zolfo (SOx) sono gli
impianti di produzione di energia, gli impianti termici di riscaldamento, alcuni
processi industriali e, in minor misura, il traffico veicolare, con particolare
riferimento ai motori diesel. C’è anche una fonte naturale di emissione: i
vulcani.
|
|
Gli
SOx possono essere considerati uno dei principali agenti del
processo di acidificazione dell’atmosfera, con effetti negativi
sia sull’ecosistema sia sui monumenti e i manufatti. |
|
Ossidi
di azoto
Gli
ossidi di azoto (NOx) si formano principalmente dai processi di combustione che
avvengono ad alta temperatura. Le principali sorgenti di ossidi d’azoto (NOx,
NO2) sono gli impianti di riscaldamento civile e industriale, il traffico
autoveicolare, le centrali di produzione di energia ed un ampio raggio di
processi industriali (produzione di vetro, calce, cemento, ecc.).
|
Gli
ossidi di azoto contribuiscono ai fenomeni di eutrofizzazione, allo
smog fotochimico (sono composti che causano la formazione di
inquinanti secondari come ozono e particolato fine secondario) e
alle piogge acide. Dopo un forte aumento delle emissioni registrato
negli anni ’90, con conseguente crescita della concentrazione
degli inquinanti e la formazione di smog, il trend delle emissioni
è comunque in diminuzione, soprattutto nel settore energetico e nei
trasporti. Per quanto riguarda l’ammoniaca (NH3) le emissioni
derivano essenzialmente dalle attività agricole, dallo smaltimento
dei rifiuti e dai processi industriali. Il trend generale della
produzione si mantiene costante. Si registra però una diminuzione
delle emissioni nei processi produttivi, contrapposta da un notevole
incremento nel settore trasporti.
|
Monossido
di carbonio
La
principale sorgente di CO è rappresentata dai gas di scarico dei veicoli a
benzina, soprattutto funzionanti a bassi regimi, come nelle situazioni di
traffico urbano intenso e rallentato. Altre sorgenti sono la combustione in
impianti di riscaldamento alimentati con combustibili solidi, liquidi e gassosi
ed i processi industriali come la produzione dell’acciaio, della ghisa e la
raffinazione del petrolio. Il monossido di carbonio, sostituendosi all’ossigeno
nei processi della respirazione, può provocare insufficienza respiratorio. I
soggetti più a rischio sono i bambini perché il CO tende a depositarsi a
livello del terreno.
Ozono
L’ozono è di origine sia antropica che naturale. È un inquinante
secondario, cioè non viene emesso direttamente da una o più sorgenti, ma si
produce per effetto della radiazione solare in presenza di inquinanti primari
quali gli ossidi d’azoto (NOx) e i composti organici volatili (COV), prodotti
in larga parte dai motori a combustione e dall’uso di solventi organici. Il
complesso dei fenomeni che porta a elevate concentrazioni di ozono viene
denominato 'smog fotochimico'. L’inquinamento fotochimico è un fenomeno
anche transfrontaliero: è possibile infatti che, in particolari condizioni
meteorologiche e di emissione, si formino inquinanti fotochimici che vengono
trasportati a distanze di centinaia o migliaia di chilometri.
PM10
|
Con il termine PM10 si indica una frazione delle
polveri sottili. Più esattamente si tratta di quelle particelle di diametro
compreso tra 2,5 e 10 micrometri (un micrometro è 1000 volte più piccolo di un
millimetro). Le polveri sottili hanno poi due ulteriori suddivisioni: fini (tra
0,1 e 2,5 micron) e ultrafini (inferiori a 0,1 micron). Queste polveri sono uno
dei tanti componenti presenti nei gas emessi dalla combustione dei
prodotti derivati dal petrolio e dal carbone. |
La loro pericolosita', testimoniata da
numerosi studi epidemiologici internazionali, deriva proprio dalla dimensione
minuta. Particelle così piccole sono capaci di entrare nell’apparato
respiratorio, neutralizzando tutte le difese e i tentativi del corpo umano di
farle uscire. Una volta entrate nei polmoni possono quindi arrivare, e
stazionare a tempo indeterminato, fino al livello degli alveoli polmonari, dove
avviene lo scambio di ossigeno e anidride carbonica nel sangue. In questa
posizione possono provocare il cancro. Il problema delle polveri PM10 è
divenuto di forte attualità negli ultimi mesi anche nelle Marche, a causa delle
alte concentrazioni rilevate in particolare nelle città di Pesaro e Fano nel
corso della stagione invernale. Per ricondurre la concentrazione delle polveri
nell’aria ai valori di legge, si è dovuti ricorrere anche al blocco della
circolazione e alle targhe alterne, per limitare almeno una delle fonti di PM10:
il traffico veicolare. Il periodo dell’anno compreso tra ottobre e marzo è
quello dove vanno a sommarsi i 3 fattori umani responsabili dell’inquinamento
atmosferico e le condizioni climatiche avverse alla pulizia dell’aria. Il
traffico, il riscaldamento domestico e i processi industriali sono le tre cause
principali dello smog. Quando le condizioni atmosferiche di alta pressione in
periodi invernali non consentono un ricambio dell’aria nei centri urbani, si
tende ad intervenire con misure di emergenza, che si rivelano purtroppo
inefficienti e spesso inefficaci. Sono indispensabili politiche strutturali per
ridurre stabilmente le fonti di inquinamento in citta'. Numerose e variegate le
misure attuabili. Dal maggiore controllo del parco auto privato, alla
conversione del parco pubblico a mezzi a bassa emissione (metano, biodiesel,
gasolio bianco, elettricita'), dalla dissuasione all’uso del mezzo privato
alla promozione del risparmio energetico e dell’isolamento termico delle
abitazioni. Molto c’è da fare, a partire dai comportamenti quotidiani. |
Benzene
|
Le
emissioni di benzene derivano principalmente dall’uso della benzina nei
trasporti, sia come prodotto di combustione sia di evaporazione, in secondo
luogo da alcuni processi produttivi e dai sistemi di stoccaggio e distribuzione
dei carburanti (stazioni
di servizio,
depositi). |
Per quello che riguarda i
trasporti su strada, la maggior parte di questo inquinante (circa il 95%) ha
origine allo scarico dei veicoli, dove il benzene è presente sia come
incombusto, sia come prodotto di “riarrangiamento” di idrocarburi aromatici
presenti nella benzina. Una parte (5%) deriva invece dalle emissioni evaporative
dal serbatoio e dal carburatore anche durante la sosta. L’alto indice di
motorizzazione dei centri urbani e la accertata cancerogenicita' fa del benzene
uno dei più importanti inquinanti nelle aree metropolitane.
|
I Metalli Pesanti
I metalli pesanti rientrano nella categoria dei
contaminanti in traccia, così definiti perché si trovano generalmente
nell’ambiente in bassissime concentrazioni. Alcuni, come Zn, Mn, Fe e Cu
sono micronutrienti essenziali per le specie viventi e risultano tossici
solo quando le loro concentrazioni superano di molto i valori naturali.
Altri, in particolare As, Pb, Cd e Hg, non solo non svolgono alcun ruolo
specifico nei processi vitali, ma possono anche causare danni gravi e
irreversibili se presenti al alte concentrazioni. Effetti apprezzabili
sulla salute si possono avere anche a seguito di esposizioni protratte a
basse concentrazioni, data l’elevata tendenza di tali elementi ad
accumularsi e persistere nei tessuti animali e vegetali. In genere sono le
piante i principali accumulatori di queste sostanze e possono favorirne
l’introduzione negli organismi animali attraverso la dieta.
I metalli pesanti vengono rilasciati sia da
sorgenti naturali, quali principalmente i suoli e le eruzioni vulcaniche,
che antropogeniche, tra le quali le più importanti sono le lavorazioni
industriali e i processi di combustione di petroli e carbone. |
|
|