Uscito da un casato di mercanti, Tommaso di Canterbury da amico si merita, dal re tutti quei vanti che portano il suo lustro in ogni vico.
Eletto a capo della Chiesa inglese, contesta al suo sovrano la licenza di prender col potere le pretese che offendon nella gente ogni decenza.
In mezzo al gran livor che si trascina e accentua con l'esilio la condotta tien ferma nei principi la dottrina.
Colpito infin da quattro cavalieri, depone sull'altare quella lotta che ha dato forma e voce ai (suoi) pensieri. |