Van le tempeste, e questa è già la nona

che Aurelian col suo tramar professa,

quando Felice Papa sull'ancona

dei Santi vuol si celebri la messa.

 

Ma una novella idea ancor s'affoglia

al credo rovesciato lì da un vate

e i mal di Roma aggrappano la voglia

di quel tal Paolo sorto a Samosate.

 

Su due frontiere così il cristiano

combatte impavido la sua battaglia

con quell'assalto che ne sforma il brano.

 

Ma la città, premuta ora ai confini

con la legione che cede e deraglia,

ha da badar ai suoi dei sibillini.

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