Originario di quell'ampia terra

che dal Tigri confluisce nell'Eufrate,

ricorda Efrem da giovane un'acerra

in mano al padre già flamine e vate.

 

 A diciott'anni, dopo battezzato,

felice se ne vien fuori da Edessa

per scrivere in un poetico trattato

quella dottrina che ha studiato a messa.

È un'inventiva insieme a una vivezza

là dove in quel «più splendida del sole»

commenta per esempio la bellezza.

 

È un inneggiar che vibra su Maria

in un aliar supplito da parole

e il figurar scandito a sinfonia.

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