Non si sa il tempo ancor, né si sa il luogo

che, forse a Tiro, fa venir Cristina

quando il martirio sfuria col suo sfogo

e il mal si arrende all'infida dottrina.

 

Al chiuso di una torre con le ancelle

che al fuoco veglian per placare il fato,

la vergine pur sa delle novelle

che corron sciolte ormai da ogni steccato.

 

Quel puro amor che al nuovo Dio destina

e in mente lì sul tripode gli imbreccia

non teme più fra gli ozi una rovina.

 

Uscita indenne pur a un sasso avvinta,

in riva al lago è colta da una freccia

che dà ai tormenti l'ultima sua spinta.

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