Della famiglia insigne dei Catani il beato Arnaldo č giā benedettino quando ragazzo ancor con un domani patisce l'ira triste di Ezzelino.
Dal grande monastero di Giustina che a Padova si elegge per dimora rifugge come innanzi a una rapina quando il ribaldo non gli dā una mora.
Vi torna dopo sotto Federico in quel rifarsi gaio del sereno che rende al chiostro il suo sembiante aprico.
Ma infin rinchiuso dentro una segreta che fiacca il suo vigor come un veleno, per
anni si prepara alla sua meta. |