Dopo
i trascorsi che son sotto gli occhi da
Tagaste Agostino è su a Milano e
il vero, oscuro in quegli amor balocchi, ha
sotto un fico chi gli dà una mano. Come
egli affida alle sue Confessioni, mentre
San Paolo scorre alla deriva uno
stranito replicar di suoni col
«prendi e leggi» tosto lì gli arriva. Maturo
ormai è chino al Battistero e
penitente torna poi ai suoi siti dove
ad Ippona è fatto condottiero. Su
Roma infin, che dietro il rovinio con
Alarico rade tutti i miti, ferma
il pensier con la «Città di Dio».
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