Il Crocifisso di San Damiano
Il volto di Gesù Il centro dell'icona
è rappresentato dal volto di Gesù. Se si guarda bene, si può notare
che il volto, la corona di gloria ed anche il collo sono leggermente
velati, quasi fossero in ombra. Come la gloria del Signore «era un
tempo velata dalla nube» (Es 24,16), ora essa è velata dalla stessa
umanità di Gesù. La stessa Lettera agli Ebrei chiama
"velo" la carne di Gesù (cf. Eb 10,20). Nell'episodio della
Trasfigurazione, il velo è stato in qualche modo tolto e la gloria di
Gesù si è manifestata: «Il suo volto brillò come il sole e le sue
vesti divennero candide come la luce» (Mt 17,2) Gli occhi di Gesù, ben aperti e molto grandi rispetto alle
dimensioni del volto, lo indicano come una persona viva, anzi, come «il
Vivente» (Ap 1,18), il «Principe della Vita» (At 3,15): è Gesù la
Vita stessa (cf. Gv 14,6). Egli vuole introdurci nella sua stessa vita:
«poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta.
Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si
accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore»
(Eb 7,24-25). Il suo sguardo, poi, è puntato tra il cielo e la
terra. Questo particolare descrive ancora una volta Gesù come il
"mediatore" (cf. Eb 8,6), come colui che agisce da sommo
sacerdote, offrendosi al Padre per gli uomini. Alcuni, poi, vedono, nelle rughe della fronte, l'immagine di una colomba, che indicherebbe lo Spirito Santo. Forse si tratta di una lettura un po' troppo "tirata", tuttavia la presenza dello Spirito è indicata da un elemento tradizionale delle icone. Il collo di Gesù, infatti, l'abbiamo già notato è molto robusto. Ciò indica l'invio dello Spirito da parte di Gesù, che, secondo l'evangelista Giovanni, avviene il giorno di Pasqua (cf. Gv 20,19-23). Il "soffio" dello Spirito richiama la creazione dell'uomo (cf. Gen 2,7) e suggerisce che si tratta di una nuova creazione, di una nuova risurrezione per tutti noi (cf. Ez 37,9; Rm 4,17). |