IV Il processo al Re (sedia regale, armi romane, acqua e catino) |
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la
tua santa
croce hai redento il mondo. Dal Vangelo secondo Giovanni (18, 33 – 19,16) Pilato allora
rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei
Giudei?». Gesù rispose:
«Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?». Pilato
rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno
consegnato a me; che cosa hai fatto?». Rispose Gesù:
«Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i
miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma
il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato
gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù:
«Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel
mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità,
ascolta la mia voce». Gli dice
Pilato: «Che cos'è la verità?». E detto questo
uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo
in lui nessuna colpa. Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua:
volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?». Allora essi
gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un
brigante. Allora Pilato
fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di
spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora;
quindi gli venivano davanti e gli dicevano: «Salve, re
dei Giudei!». E gli davano schiaffi. Pilato intanto
uscì di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate
che non trovo in lui nessuna colpa». Allora Gesù
uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse
loro: «Ecco l'uomo!». Al vederlo i
sommi sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Disse
loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna
colpa». Gli risposero
i Giudei: «Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si
è fatto Figlio di Dio». All'udire
queste parole, Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel pretorio
disse a Gesù: «Di dove sei?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse
allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà
e il potere di metterti in croce?». Rispose Gesù:
«Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto.
Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande». Da quel
momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui,
non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare». Udite queste
parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo
chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la
Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il
vostro re!». Ma quelli
gridarono: «Via, via, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce
il vostro re?». Risposero i sommi sacerdoti: «Non abbiamo altro re all'infuori
di Cesare». Allora lo
consegnò loro perché fosse crocifisso. Dagli Atti degli Apostoli (17, 1-15) Seguendo la
via di Anfipoli e Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove c'era una sinagoga dei
Giudei. Come era sua
consuetudine Paolo vi andò e per tre sabati discusse con loro sulla base delle
Scritture, spiegandole e dimostrando che il Cristo doveva morire e risuscitare
dai morti; il Cristo, diceva, è quel Gesù che io vi annunzio. Alcuni di loro
furono convinti e aderirono a Paolo e a Sila, come anche un buon numero di Greci
credenti in Dio e non poche donne della nobiltà. Ma i Giudei,
ingelositi, trassero dalla loro parte alcuni pessimi individui di piazza e,
radunata gente, mettevano in subbuglio la città. Presentatisi alla casa di
Giasone, cercavano Paolo e Sila per condurli davanti al popolo. Ma non
avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni fratelli dai capi della città
gridando: «Quei tali
che mettono il mondo in agitazione sono anche qui e Giasone li ha ospitati.
Tutti costoro vanno contro i decreti dell'imperatore, affermando che c'è un
altro re, Gesù». Così misero
in agitazione la popolazione e i capi della città che udivano queste cose;
tuttavia, dopo avere ottenuto una cauzione da Giasone e dagli altri, li
rilasciarono. Ma i fratelli
subito, durante la notte, fecero partire Paolo e Sila verso Berèa. Giunti colà
entrarono nella sinagoga dei Giudei. Questi erano
di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica ed accolsero la parola con
grande entusiasmo, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose
stavano davvero così. Molti di loro credettero e anche alcune donne greche
della nobiltà e non pochi uomini. Ma quando i
Giudei di Tessalonica vennero a sapere che anche a Berèa era stata annunziata
da Paolo la parola di Dio, andarono anche colà ad agitare e sobillare il
popolo. Allora i
fratelli fecero partire subito Paolo per la strada verso il mare, mentre Sila e
Timòteo rimasero in città. Quelli che scortavano Paolo lo accompagnarono fino
ad Atene e se ne ripartirono con l'ordine per Sila e Timòteo di raggiungerlo al
più presto. Risonanza *
Il mio regno non è di questo mondo… *
Tu lo dici; io sono re! *
Sono nato e sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità…
*
Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce… *
Che cos'è la verità? *
Io non trovo in lui nessuna colpa… *
Salve, re dei Giudei! *
Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato
dall'alto… *
Ecco l’uomo! Ecco
il vostro re! *
Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare… Canti CIELI
E TERRA NUOVA Cieli e terra nuova il Signor darà
in cui la giustizia sempre abiterà. Tu
sei Figlio di Dio e dài la libertà; il
tuo giudizio finale sarà la carità. Il
suo è regno di vita, di amore e di verità, di pace, di giustizia, di gloria e santità. GESÙ PERDONACI Gesù
perdonaci, che abbiam peccato, abbi pietà, o
Signore. A te, Signore, ricorriam fidenti, misericordia
noi da Te speriamo: non
ci respinger, Tu che ci hai redenti. La nostra vita scorre nei dolori, il
nostro cuore non resiste al male. La
grazia tua sani i nostri errori. Tu per salvarci non hai disdegnato di sopportare questa nostra vita: fino alla morte ti sei umiliato. |
V | Il Re sulla croce |