Il riposo nello Spirito di Fra SILOUANE

 

L’Apostolo Paolo dice agli Efesini: «siate ricolmi dello Spirito [il francese traduce più esplicitamente ‘ricercate nello Spirito la vostra pienezza’]» (Ef 5, 18). L’esperienza del riposo nello Spirito può essere considerata come una delle forme di comunicazione dello Spirito Santo, che afferra tutto il nostro essere: fisico (corporale), psichico (emozionale) e spirituale (teologale). E’ per così dire un’esperienza di pienezza di Dio vissuta nella totalità delle componenti del nostro essere; come dice ancore l’apostolo Paolo: «Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù » (1Ts 5, 23). Questo fenomeno nasce attraverso l’invocazione e l’accoglienza ‘cosciente’ dello Spirito Santo. Non ci sono ambiguità circa l’aspetto della preghiera esplicitamente indirizzata alla persona divina dello Spirito Santo. Per coloro che l’hanno vissuto in modo autentico, questa esperienza afferra tutta la persona nella sua psicologia, nella sua sensibilità, nelle sue emozioni; ma anche nella sua intelligenza. Occorrerebbe tuttavia aggiungere che si tratta di un fenomeno più emozionale che intellettuale dell’esperienza dello Spirito Santo, a volte addirittura sconcertante, intrigante, poco rassicurante per uno spirito cartesiano, o abituato solamente ad una forma intellettualizzata della fede.ciò che è certo è che non si tratta né d’isterismo né di transe, e nemmeno di una forma di ipnosi;chi lo sperimenta è realmente libero. Infatti, questa esperienza che non è affatto una sorta di sortilegio si vive in modo totalmente cosciente. Si tratta davvero di un’invasione dello Spirito Santo nelle nostre vite, come nel suo tempio (1Cor 3, 16). Indipendentemente dalle polemiche e dalle controversie su questo fenomeno che si sta sempre più diffondendo, questa esperienza vissuta autenticamente rimanda a degli aspetti biblici dell’esperienza di Dio nello Spirito Santo.Si tratta delle tre esperienze seguenti:

  1. 1. L’esperienza del peso della gloria di Dio.
  2. 2. L’esperienza della pienezza di Dio.
  3. 3. L’esperienza dello ‘straripamento’ dell’unzione divina.

 

1. L’esperienza del peso della gloria di Dio La parola gloria (kavod) nell’ebraico biblico significa «peso», ecco perché è frequente usare l’espressione: «il peso della gloria» divina. Come sappiamo, la manifestazione della gloria di Dio è «insopportabile», perché essa è imponente (Es 33, 18-23; Es 40, 34-35 ; Is 6, 1-5; 2Cr 7, 1-3; Is 35, 2; 40, 5; 1Cr 16, 28-29). La Bibbia dice che il giorno in cui Salomone fece entrare l’arca dell’alleanza nel tempio di Gerusalemme, non si poté concludere la liturgia, a causa di questa forte manifestazione della gloria di Dio. Sta scritto infatti: «[…] allora il tempio si riempì di una nube, cioè della gloria del Signore. I sacerdoti non riuscivano a rimanervi per il loro servizio a causa della nube, perché la gloria del Signore aveva riempito il tempio di Dio» (2Cr 5, 13-14). E’ ciò che si può vedere nel giorno della trasfigurazione di Gesù, quando i discepoli non poterono restare in piedi a causa della manifestazione della gloria di Dio nella nube; l’evangelista riferisce: «Egli [Pietro] stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore» (Mt 17, 5-6). Infatti, il profeta Malachia aveva annunciato che quando si manifesterà il Messia, niente potrà sostenere la sua apparizione e nessuno potrà restare in piedi quando entrerà nel suo tempio. Il profeta dichiara: « […] subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate; l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire?» (Mal 3, 1-2). Non siamo forse noi «il tempio dello Spirito Santo» (1Cor 3, 16; 1Cor 6, 12)? Un fenomeno analogo si verifica nell’orto degli Ulivi all’arresto di Gesù quando egli dice che egli è colui che cercano. Scrive l’evangelista Giovanni: «Appena

 

disse ‘Sono io’, indietreggiarono e caddero a terra » (Gv 18, 6). E’ anche quanto accadde a Saulo di Tarso sulla via di Damasco. Sta scritto che: «E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» (At 9, 3-4). Questa luce è lo splendore della gloria di Dio, come si vede altrove (Es 13, 21-22). La gloria di Dio è capace di farci cadere, essa è a sua volta una luce abbagliante e un peso che riempie.

2. L’esperienza della pienezza di Dio Il riposo nello Spirito è anche un’esperienza della pienezza. Sta scritto infatti nel prologo del Vangelo di Giovanni che il Cristo comunica la sua pienezza a coloro che credono nel suo nome. L’evangelista afferma: «Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia» (Gv 1, 16). Qual è questa pienezza che ci proviene da Cristo? I Padri della Chiesa dicono che si tratta dello Spirito; perché, come dice l’apostolo Paolo: «[…] siate ricolmi dello Spirito» (Ef 5, 18). Questa esperienza di pienezza è destinata a tutta la Chiesa, che è il Corpo di Cristo, «la Pienezza di Colui che si realizza interamente in tutte le cose» (Ef 1, 23). Questa esperienza della pienezza di Dio può essere così forte che essa travolge chi ne è riempito. L’Apostolo Paolo dice, ogni cristiano può entrare in questa pienezza di Dio quando dice che si può: « […] conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. A colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che già opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen» (Ef 3, 19-21). Dio vuole darci molto più di quanto possiamo chiedere o anche immaginare e una tale esperienza si situa al di là di ciò che noi possiamo immaginare. Che Egli sia benedetto!

3. L’esperienza dello ‘straripamento’ dell’unzione divina L’unzione divina è una comunicazione della potenza dello Spirito Santo (Is 61, 1-2; Lc 4, 18; At 10, 38). Questa unzione può manifestarsi come uno ‘straripamento’. Come si può vedere nel libro dei Salmi, si dice a Dio che: «[…] cospargi di olio il mio capo, il mio calice trabocca» (Sal 23, 5). Questo straripamento dell’unzione è un segno della profusione del dono della grazia divina dello Spirito Santo. Paolo dice che questo Spirito Dio lo ha: «[…] effuso su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro » (Tt 3, 6). La Scrittura dice altrove che: «[…] colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura» (Gv 3, 34). C’è anche nell’esperienza del riposo nello Spirito qualcosa di questo straripamento dell’unzione divina dello Spirito Santo. Non è raro che siano delle intere assemblee ad essere visitate da questo tipo di manifestazione divina dello Spirito Santo, perché lo Spirito è stato promesso ad ogni carne (Gl 3, 1). Questa percezione della presenza di Dio a volte si fa così forte che non si può restare in piedi, è allora che si può assistere a delle cadute, che di solito non hanno alcuna incidenza fisica o psichica sulle persone. Sfortunatamente ci si lascia troppo impressionare dall’aspetto spettacolare del fenomeno. Per chi l’ha vissuto in tutta semplicità, ha finito per realizzare che ciò non ha veramente niente di straordinario. Ciò che si verifica però è che durante il riposo nello Spirito possono prodursi: liberazioni di ogni tipo, delle guarigioni fisiche e anche psichiche, delle guarigioni interiori, delle conversioni, delle grazie di consolazione da parte del Signore, che ci ha promesso lo Spirito Santo Consolatore (Gv 15, 26; 16, 7). E’ possibile approfondire questo soggetto leggendo: René Laurentin, Lo Spirito Santo questo sconosciuto, Queriniana, Brescia 1998; Joseph, Cardinal, Suenens, Un phénomène controversé «Le repos dans l'Esprit» , coll. Les documents de Malines, n° 6, Ed. Desclée de Brouwer, 1986 ; Claude Payan, La nouvelle onction et ses manifestations , C.Média.com, Toulon, 2000, pp. 25-28 ; P. Robert de Grandis, Il riposo nello Spirito , Ed. S. Michele, 1995 ; e infine, Fr. Ephraïm – Ph. Madre, Il riposo nello Spirito, Ed.RnS, Nouan, 1992. Diciamo infine che, il riposo nello Spirito non è la cosa più importante della nostra vita carismatica perché la veracità di una tale esperienza si riconosce dai frutti dello Spirito Santo nella vita di colui che l’ha vissuta.

Nota dell’autore: Questo articolo non ha alcuno scopo polemico o apologetico, ma è un modesto contributo, tramite un breve studio biblico legato ad un vissuto personale dell’autore, per capire meglio ciò che può essere l’esperienza del riposo nello Spirito.