BOBO DIOULASSO

NELLA CASA DEI BOBO E DEI DIOULA

SOGGIORNO CULTURALE NELLA CITTÀ DI BOBO-DIOULASSO

E NEI VILLAGGI LIMITROFI

 

INDICE

I INTRODUZIONE

II BOBO-DIOULASSO

III IL VILLAGGIO DI KOUMI

IV IL VILLAGGIO DI DESO

V BANFORA E DINTORNI

VI IL VILLAGGIO DI SINDOU E I PICCHI SACRI

VII OUAGADOUGOU: UNO SCORCIO SULLA CAPITALE

 

I INTRODUZIONE

Sono passati alcuni anni, ormai, dal primo viaggio in Africa di un gruppo di giovani artisti della Scuola Internazionale per attori Koron Tlè che insieme ad un piccolo gruppo d'attori locali iniziò un cammino lungo la "Grande Strada" della ricerca interculturale.

Con il tempo i viaggi sono diventati molti, i rapporti umani si sono consolidati ed ampliati, lo scambio culturale è stato continuo, pieno di sorprese e di nuove emozioni. Stiamo crescendo.

Da questi viaggi e da queste esperienze è nata l’Associazione Siraba - che in lingua dioula significa appunto la Grande Strada - e il relativo Centro di formazione Artistica e Artigianale di Bobo-Dioulasso (si veda per maggiori informazioni il dossier allegato) che promuove questo progetto di turismo responsabile.

Turismo responsabile, soggiorni culturali ...? Questi vocaboli possono voler dire tutto e niente allo stesso tempo, possono avere così tanti significati che ognuno finisce per attribuirgli una propria interpretazione.

Il nostro punto di vista, come Associazione Siraba, è quello di un turismo che veda nel viaggio un efficace strumento per attuare uno scambio tra culture coerente con il percorso artistico già intrapreso.

La fitta rete di relazioni e amicizie che ci lega a questa porzione di terra d’Africa, ci permette d'accompagnare il viaggiatore - attraverso l’incontro con l’arte, la visita a villaggi che sembrano vivere un isolamento epocale e i cui abitanti non sono abituati a sorridere agli obiettivi dei turisti, l’incontro con i vecchi saggi e la tradizione - in un percorso di scoperta e conoscenza di una diversa cultura.

La responsabilità del turista risiede nell'atteggiamento con cui intraprende questo difficile percorso. Avvicinarsi ad un altra cultura e nel frattempo mostrare la propria, rendendo minime ipocrisie e barriere non solo non è facile, ma può comportare notevoli conseguenze sia per sé stessi, sia per gli altri. I rapporti Nord - Sud del Mondo sono già falsati da incomprensioni, ignoranze, e inutili pietismi. Il nostro scopo non è sensibilizzare, catechizzare, creare sensi di colpa al turista occidentale, ma al contrario cercare di ridurre il divario esistente mostrando l’altra faccia dell’Africa, la sua dignità, quello che veramente rende grande e unico questo continente.

Saranno gli occhi e le orecchie del viaggiatore ad assimilare; saranno gli africani a mostrarsi e a spigarsi, a volte con il viso della gente comune, altre con quello degli artisti, altre ancora con quello dei i membri di famiglie come i Kouyate - griots di tradizione da diversi secoli, professionisti dell’arte, profondi conoscitori della tradizione africa e della realtà occidentale-. Poi le parti si invertiranno, gli ascoltatori diventeranno narratori di sé stessi...

II BOBO-DIOULASSO

Posta a Sud-Ovest sulla strada che porta in Mali, Bobo è la seconda città del Burkina con circa 400.000 abitanti. Caratterizzata da un ambiente estremamente tranquillo, lontano del caos e dalla frenesia di Ouaga (tutto è relativo!!) e da una ricca vegetazione subtropicale, con larghi viali bordati di manghi e ceiba, il suo vero punto di forza risiede nella sua posizione geografica. Vicina a Mali e Costa d’Avorio con cui divide anche la lingua (il dioula è un ceppo della lingua bambarà ampiamente diffusa in Africa centro-occidentale), Bobo è da sempre un crocevia importante e il punto d’incontro di diverse etnie che la rendono una cittadina molto attiva e vivace dal punto di vista culturale (da tempo Bobo ospita la Settimana Nazionale della Cultura e il Festival Yeleen : due delle più importanti ed interessanti manifestazioni artistiche di tutta l’Africa francofona.)

SITI DI MAGGIOR INTERESSE A BOBO-DIOULASSO

- L’antica moschea : Costruita nel 1880 è uno squisito esempio d'architettura sudanese in fango - si racconta che qualche anno fa il comune voleva demolirla per costruirne una nuova ma i bulldozer non riuscirono a scalfire i solidi muri di bancò - una volta dentro colpisce il suggestivo interno che ricorda molto un labirinto ed è caratterizzato da un soffitto basso e da un'estrema semplicità nei dettagli con pareti di fango, molte colonne e nessun tipo di decorazione - d’altronde si tratta di un vecchio tempio animista riconvertito all’Islam -.

- I vecchi quartieri di Kibidwé e Sya : costituiscono la parte più antica della città. All’ interno è possibile ammirare case tradizionali dioula e bobo - queste ultime sono a due piani: al piano superiore vive la donna con i figli, al piano terreno vive l’uomo - e la prima casa costruita in questa città - attribita all’epoca di Sundiata, glorioso imperatore mandingo vissuto, a quanto pare, all’epoca di Carlo Magno - . Molti fabbri, vasai, tintori e tessitori lavorano qui seguendo i metodi ancestrali. Grande animazione lungo il braccio morto del fiume Huet e, di sera, nei molti caffè del quartiere. Le vie sono rese vivaci dal incessante lavoro degli artigiani che è possibile osservare all’opera.

- Il Grand Marché : è uno dei più belli dell’Africa occidentale grazie alle sue dimensioni e alla sua arhitettura sudanese che gli conferisce un che di particolare.

All’interno è un vero alveare febbrile dove si trova tutto ciò che è possibile comprare: nelle gallerie alte si trovano bellissime maschere, vecchi sgabelli, gioielli, scrigni bobo, giochi rompicapo tradizionali, pozioni magiche......; ovunque ci si imbatte in piccoli oggetti di uso comune - pentole, sgabelli, pettini.... - tessuti artigianali e cotoni stampati (batik e bogolan). Imperdibile la macelleria coperta: davvero impressionante!

 

SITI DI MAGGIOR INTERESSE NEI DINTORNI DI BOBO

- Lo stagno dei pesci sacri di Dafra : a 8 km da Bobo non va assolutamente perso. è infatti un posto unico sia per le colline che lo cirondano e per la sua posizione in fondo ad un crepaccio, sia per l’aurea di mistero e sacralità che lo circonda.

Ogni giorno della settimana è pieno di persone che arrivano con polli e capre uccisi per nutrire i suoi enormi pesci e per invocare la fertilità.

- La Guinguette : a 18 km da Bobo è una località nota per un fiume dall’acqua cristallina che attraversa una foresta lussureggiante, la Foret due Kou.

Offre la possibilità di fare un bagno paradisiaco in un’acqua fresca e con intorno un ambiente piacevole sempre circondato da musica, danze e divertimenti.

- Il Mare degli Ippopotami : a 66 km da Bobo, verso nord sulla strada per Dédougou. Si presenta come uno lago pieno di ippopotami che è possibile osservare da vicino accompagnati da pescatori locali sulle loro piroghe.

Occorre però prestare molta attenzione essendo gli ippopotami africani animali esrtemamente suscettibili che non amano essere disturbati - ogni anno in Africa questi pachidermi mietono più vittime di qualsiasi altro animale -; inoltre a causa della bialharziosi (grave malattia parassitaria) è assolutamento sconsigliato bagnarsi in acqua.

Questi appena presentati sono i siti di maggior interesse turistico, che in un paese ancora relativamente vergine come il Burkina, offrono anche una possibilità di approcciarsi alla popolazione osservandone credenze, tradizioni, usanze.

Tuttavia la vera forza di un viaggio come questo, vissuto all’interno del progetto Siraba, risiede nei molteplici contatti umani che si verranno a creare, nella comprensione di culture lontane, nello scambio e nella crescita reciproca; in tutte quelle cose che ognuno assimila, valuta, vive in modo assolutamente personale e che non possono essere ne generalizzati, ne tanto meno spiegati.

III IL VILLAGGIO DI KOUMI

Il villaggio si trova a circa 16 km da Bobo sulla strada per Sissako. Koumi è un posto molto bello, vivace, praticamente autartico e ancora sconosciuto al turismo di massa, con case alte 3-4 metri che danno l’impressione di essere fortificate richiamando un po’ i pueblo del sud-ovest ameriacno. è un villaggio prevalentemente animista ove è possibile osservare, ad esempio, i diversi totem familiari all’esterno di ogni casa; i molti alberi sacri - verso il fiume ce ne è uno con i canarì rovesciati: è l’albero della fecondità ove si mettono i capelli di tutti i bambini del villaggio a partire dal settimo giorno di vita -; le foglie di borasso d’esclusivo appannaggio delle mogli dei griot. è possibile ioltre osservare una chiesa in stile bobo con la forma originaria e il suo aspetto di cortile chiuso con un santuario coperto.

Appena arrivati bisogna fare visita al capo e chiedergli il permesso di visitare il villaggio. (È in ogni caso proibito fotografare i totem)

IV IL VILLAGGIO DI DESO

Situato a 27 km da Bobo, 10 dei quali di pista non asfaltata che si snoda attraverso campi, vegetazione (che durante la stagione delle piogge diventa di un verde lussureggiante) e piccoli villaggi peul. Lo stesso villaggio di Deso è immerso nel verde, circondato da bananeti e da un corso d’acqua dove i bambini si divertono a pescare e nuotare.

Abitato prevalentemente dall’etnia Bobo, di cui ne esprime i caratteri linguistici, architettonici e culturali, Deso è un villaggio che ancora non ha vissuto, se non con gli artisti portati dal Koron Tlè e dal centro Siraba, l’incontro col turista occidentale.

Aspettatevi quindi reazioni di aperta curiosità e non stupitevi di fronte ad un bambino che nel vedervi corre via piangendo…

V BANFORA

E' un grosso borgo agricolo dai quartieri tranquilli e stranamente sparpagliati sul territorio e dai campi agricoli sparsi un po’ ovunque (in principal modo campi di canne da zucchero, di cui il distretto di Banfora è il primo produttore del paese).

Il bello di questa cittadina sono però i sui dintorni, sicuramente una delle zone più affiscinanti del Burkina e vero paradiso per le escursioni.

Banfora è inoltre nota per alcuni dei sui cabaret ove è possibile ascoltare musica tradizionale suonata con balafon - sorta di xilofono fatto di legno e zucche di diverse dimensioni, è uno dei più antichi strumenti musicali africani - e bara - antichissimo strumento a percussione formato da una grossa zucca scavata e coperta con pelle di capra su cui è stesa una speciale gomma che gli conferisce sonorità particolari -, degustando il dolo - birra di miglio rosso - o il bangui - vino di borasso -.

NEI DINTORNI DI BANFORA

- Il lago di Tengrela : si trova a circa 10 km di strada sterrata da Banfora. Sul posto si possono osservare i pescatori in azione (particolarmente interessante il momento in cui tirano le reti in barca), numerose specie di uccelli tropicali, scimmie e ippopotami.

Sono particolarmente suggestive le "danze tremanti" che le donne del villaggio vicino vengono a fare sulle sponde del lago.

- Le cascate della Comoé : si trovano a circa 3 km dal lago Tengrela, dove le acque del fiume Koba precipitano con belle cascate in una grande vasca naturale con tutt’intorno una folta vegetazione - non è raro imbattersi in leggendari ed immensi Baobab - e bizzarre formazioni rocciose.

L’acqua corrente e tiepida lo rendono un ottimo posto per rinfrescarsi e sguazzare in libertà.

- Le alture di Febedougou : sono raggiungibili dopo un percorso a piedi di circa 3 km che parte dalle cascate.

Le rocce del paesaggio sono molto suggestive: alcune sembgano delle capanne intagliate nella poetra, altre sembrano alberi, uccelli, zucche, maschere, visi....

VI IL VILLAGGIO DI SINDOU E I PICCHI SACRI

Sindou è un villaggio situato a 50 km da Banforà, nella regione della Comoè.

Conosciuto soprattutto per i suoi caratteristici picchi Sacri, rappresenta un interesse sia a livello turistico che a livello culturale e umano.

Nel 1995 il famoso cineasta Dani Kouyatè gira il suo primo lungometraggio "Keita, l’héritage du griot" (premio Fespaco ’95, Junior Cannes ’96, Mannheim ’96) nella suggestiva cornice dei picchi di Sindou. Lo stesso Dani farà da ponte tra il villaggio - con la sua comunità di vecchi e giovani - e artisti del Koron Tlè e dell’associazione Siraba.

Negli ultimi anni è stata fondata l’associazione Giovani e Studenti di Sindou che ha come obbiettivo di promuovere e valorizzare le particolarità culturali e turistiche del villaggio – ad esempio è stata da poco terminata la costruzione di un centro d’accoglienza per ospitare "amici" di passaggio.

L’interesse nel proporre Sindou nel nostro itinerario si situa non solo per l’importanza turistica dovuta alla bellezza del luogo, ma anche e soprattutto nell’amicizia che ci lega al villaggio e alla sua gente e che permetterà quindi al viaggiatore di penetrarne gli aspetti più intimi della vita quotidiana come di quella culturale-artistica-tradizionale.

LE FALESIE DI SINDOU

Nella valle del fiume Leraba le rocce di Sindou si innalzano nel cielo in lunghi cammini scolpiti dal vento, attorti, torturati. Chiunque guardando queste bizzarre formazioni rocciose potrà divertirsi nell’attribuire alle rocce le forme e le somiglianze che la sua fantasia gli suggerisce.

Il paesaggio circostante offre una veduta splendida e la possibilità di incontrare uccelli di tutti i colori.

VII OUAGADOUGOU: UNO SCORCIO SULLA CAPITALE

Ouagadougou fu fondata nell’XI sec. dai Nyonyonsé che la chiamarono Kombemtinga, la "Terra dei Guerrieri" e che stanchi di subire assalti da popoli vicini, si posero sotto la protezoine dell’Imperatore mossi Zoungrana. In seguito la città cambiò nome prendendo quello attuale, divenne nel 1441 capitale dell’Impero mossi, e nel 1919 capitale dell’Alto Volta coloniale.

Oggi si presenta come una strana città che ha l’aspetto di un raggruppamento di grossi villaggi costruiti in mezzo alla pianura più che della metropoli africn-occidentale stile Abidjan. Sebbene si stia urbanizzando velocemente, Ouaga riesce a mantenere una certa armonia come testimoniano i nuovi edifici alti al massimo 4-5 piani e costruiti con un’architettura molto elaborata.

La capitale del Burkina si presenta quindi come una città dall’atmosfera rilassante (anche se in misura notevolmente inferiore rispetto a Bobo) ma che nel contempo offre una vita notturna tra le più vivaci dell’Africa occidentale.

Una curiosità: a Ouaga di sera, con la polvere di mattone - che circola in quantità a volte davvero impressionanti - accumulata durante il giorno, si finisce per somigliare ad indiani pellerossa alla scoperta dei misteri africani.

Ouaga: città artificiale, che forse con il tempo si è guadagnata un’anima....