Tesi 8 
 RIVOLUZIONE D'OTTOBRE
E DEGENERAZIONE BUROCRATICA

VAI A

socialismo

stato

rivoluzione

Il recupero del programma della rivoluzione d'Ottobre è condizione decisiva della rifondazione. Ciò che è fallito nell'URSS non è la pianificazione economica dello Stato ma la gestione burocratica dell'economia pianificata. Ciò che è fallito nell'URSS non è il potere dei lavoratori ma la casta burocratica che l'ha distrutto.

La rifondazione comunista deve recuperare a pieno il programma originario della Rivoluzione d'Ottobre.

Ciò che è fallito nell'URSS non è la pianificazione economica di Stato al posto del mercato capitalistico. Al contrario l'esproprio della borghesia e la concentrazione nelle mani dello Stato delle leve della produzione ha garantito a quelle popolazioni grandi conquiste sociali, non a caso oggi nel mirino della restaurazione capitalistica. La insospettabile Banca Mondiale oggi dichiara: "La pianificazione ha dato risultati impressionanti: crescita della produzione, industrializzazione, educazione di base, cure sanitarie, abitazione e lavoro per l'intera popolazione… Nel sistema a pianificazione i Paesi del COMECON erano società con alto livello di educazione… Anche in Cina i livelli dei risultati educativi erano, e sono ancora, eccezionali se comparati con i Paesi in via di sviluppo… In URSS e nei Paesi del COMECON le aziende erano spinte ad impiegare il massimo di persone possibile, e perciò era molto più comune avere scarsità di mano d'opera che disoccupazione…"

Ciò che è fallita è la gestione burocratica dell'economia pianificata, che ha espropriato progressivamente i lavoratori e i loro organismi democratici di ogni funzione di gestione e controllo, a tutto vantaggio di uno strato sociale privilegiato e parassitario. Uno strato sociale che ha concluso la sua parabola storica trasformandosi in agente della restaurazione capitalistica e, quindi, in una nuova classe borghese sfruttatrice. Un processo che ha confermato la validità dell'analisi marxista sulla degenerazione dell'URSS così sintetizzata da Trotsky nel 1938: "Il pronostico politico ha un carattere alternativo: o la burocrazia, diventando sempre di più l'organo della borghesia mondiale nello Stato operaio, distrugge le nuove forme di proprietà e respinge il Paese nel capitalismo, o la classe operaia schiaccia la burocrazia e si apre una via verso il socialismo." (Programma di transizione).

E ancora: ciò che è fallito in URSS non è la conquista del potere politico, la rottura della macchina statale borghese, il potere dei soviet. Ed anzi il superamento rivoluzionario della falsa democrazia borghese e la costruzione di una democrazia nuova e superiore ha rappresentato non solo un'esperienza storica straordinaria ma anche un riferimento decisivo, teorico e pratico, per la stessa nascita del movimento comunista di questo secolo. Ciò che è fallito al contrario, è il potere di una burocrazia che ha via via smantellato la democrazia dei soviet e del partito, trasformando la dittatura del proletariato nella dittatura della burocrazia sul proletariato. I suoi crimini efferati contro lavoratori e comunisti, nell'URSS e nel movimento comunista internazionale, non hanno rappresentato una astratta patologia del "potere" in quanto tale: ma un mezzo brutale di difesa del privilegio burocratico contro il programma originario della rivoluzione d'Ottobre. Per questo rimuovere la categoria stessa della conquista rivoluzionaria del potere politico nel nome della "rottura con lo stalinismo" significherebbe paradossalmente celebrarne, di fatto, la vittoria postuma.

Occorre invece trarre le lezioni dall'esperienza dell'URSS, rilanciando il programma fondamentale di Lenin e Trotsky e, in Italia, di Gramsci: quello che combina l'abolizione della proprietà borghese con la costruzione di un nuovo potere, della democrazia dei consigli. Una democrazia che ridefinisce natura e soggetto del potere, supera la scissione tra masse e istituzioni, abolisce i privilegi dei rappresentanti eletti, sancisce la revocabilità permanente di questi ultimi. Una democrazia che supera e rimuove quella rete di poteri legali e illegali, palesi e occulti, che restano il cuore di ogni democrazia borghese come strumento di intimidazione permanente contro i lavoratori. Una democrazia, infine, che è superiore proprio perché supera e rimuove la separatezza burocratica dello Stato borghese e perché coniuga il rispetto del pluralismo politico con il carattere pubblico della proprietà.

In definitiva, dal fallimento dello stalinismo occorre uscire non in direzione di un "socialismo di sinistra" riformistico-pacifista, ma nella direzione opposta della rifondazione comunista rivoluzionaria.