Tesi 21 
PRC E GIUNTE LOCALI

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Lo sviluppo della politica del polo autonomo di classe e del blocco sociale alternativo implica la chiarezza e coerenza di una collocazione del PRC all'opposizione, anche sul piano locale; da qui il necessario superamento delle collaborazioni locali di governo tra PRC e Centrosinistra a partire dalle Regioni e dalle grandi città. Una svolta tanto più attuale sullo sfondo del sostegno dell'Ulivo alla guerra e dello sviluppo del federalismo istituzionale liberista.

Lungo l'itinerario di dieci anni il nostro partito ha realizzato e perseguito come costante la linea della collaborazione di governo col Centrosinistra sul terreno delle amministrazioni locali. E' una linea che da un lato ha mancato l'obiettivo dichiarato di "battere le destre" come rivela la disfatta di tante coalizioni di governo tra Ulivo e PRC nelle elezioni amministrative del 16 aprile 2000 (a partire dalla Regione Lazio). Dall'altro lato -e soprattutto- ha corresponsabilizzato il PRC nella gestione e concertazione locale delle politiche liberiste in aperta contraddizione con le ragioni sociali del nostro partito. La nuova politica di polo autonomo di classe anticapitalistico richiede dunque una svolta profonda della nostra politica locale.

Il Centrosinistra a livello locale non è altra cosa dal Centrosinistra nazionale: linee programmatiche, riferimenti sociali, metodi di governo sono inevitabilmente omogenei. Spesso anzi negli anni 90 proprio le amministrazioni locali dell'Ulivo hanno rappresentato laboratori d'"avanguardia" nella sperimentazione delle politiche liberiste.

L'avvento del governo Berlusconi col passaggio dell'Ulivo all'"opposizione" non ha minimamente mutato il profilo delle scelte locali del Centrosinistra. Proprio il tentativo dell'Ulivo di riaccreditarsi come carta di ricambio per la borghesia sul piano nazionale passa anche per l'uso delle proprie amministrazioni locali, spesso esibite come modello di efficienza manageriale a fronte delle presunte incertezze del Polo (v. privatizzazioni). Più in generale le giunte locali diventano più che mai, proprio oggi, uno strumento importante di consolidamento o ritessitura delle relazioni dell'Ulivo coi poteri forti della società italiana.

Lo sviluppo del federalismo istituzionale liberista, varato dall'Ulivo e ulteriormente aggravato dal nuovo governo Berlusconi, concorre a rafforzare ed estendere gli indirizzi liberisti delle amministrazioni locali. Il vecchio argomento della distinzione di piano tra politiche nazionali e politiche locali (da sempre infondato), è oggi demolito alla radice dalla nuova realtà. Il trasferimento ai governi regionali di larga parte delle voci e materie relative al così detto stato sociale farà degli esecutivi regionali di Centrosinistra i nuovi agenti della concertazione nazionale col governo delle destre e al tempo stesso una prefigurazione sperimentale sempre più ampia dell'alternanza nazionale di governo.

Peraltro la dislocazione diffusa dei governi locali dell'Ulivo a sostegno delle scelte di guerra congiunte dell'Ulivo e del Polo sono l'ulteriore e più clamorosa riprova dell'omogeneo carattere di fondo, nazionale e locale, del liberalismo borghese.

Il nostro partito è chiamato anche su questo terreno a una svolta netta. Tanto più oggi il PRC non può assumere la centralità dell'opposizione alla guerra dichiarando che con la guerra "nulla sarà come prima" e poi continuare a sorreggere "come prima" governi regionali schierati con la guerra. Il PRC non può assumere la centralità del movimento dichiarando che dopo Genova nulla sarà come prima e poi continuare a sostenere come prima giunte contrapposte o latitanti verso istanze del movimento (a partire dalla giunta di Genova)

E' necessario un coerente orientamento di fondo: la collocazione dei comunisti all'opposizione anche sul piano locale a partire dalle regioni e dalle grandi città.

Diversa è ovviamente la situazione -ad oggi eccezionale- in cui i comunisti fossero parte essenziale di giunte locali che si pongono realmente sul terreno dell'alternativa anticapitalistica: ove diventa fondamentale un'azione di opposizione al governo nazionale fortemente legato agli interessi di classe fuori da ogni falsa neutralità istituzionale.