TESI 38
UN NUOVO MOVIMENTO OPERAIO
(approvata dal Comitato Politico Nazionale)

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Lavoro
movimenti

La contraddizione capitale-lavoro è sempre più acuta e generalizzata, ma i soggetti del lavoro si moltiplicano in segmenti sempre più separati. Il problema principale è oggi quello della ricomposizione sociale e politica delle figure sociali oppresse e spezzate dal capitalismo globale. Un compito inedito.

Dal punto di vista sociale il nostro agire si rivolge in primo luogo a tutti i soggetti sociali vittime di uno stato di sfruttamento e di alienazione. Come abbiamo visto la rivoluzione capitalistica restauratrice intervenuta in questi anni ha provocato uno sconvolgimento nella morfologia delle classi subalterne e in particolare un processo di ampliamento e di frantumazione del lavoro a diverso titolo subordinato. Da un lato infatti le figure sociali hanno perso contorni netti -si pensi alla moltiplicazione e allo sminuzzamento delle posizioni contrattuali-, dall'altro lato assistiamo ad una sussunzione diretta nel processo di valorizzazione del capitale di figure, o di attività in capo alle stesse persone, che un tempo si collocavano nel campo della riproduzione della forza lavoro, cioè fuori dal lavoro produttivo inteso in senso stretto. Non si tratta di fenomeni assolutamente nuovi, come non è un'invenzione di adesso, il dibattito sui confini che separano il lavoro produttivo da quello improduttivo, quello materiale da quello intellettuale, ma è indubbio che questi fenomeni sono oggi assai ampliati rispetto al passato. Il lavoro, che è sempre astratto dal punto di vista del capitale, oggi assume una forma che concretamente si avvicina a questo suo carattere.
Accanto all'enorme crescita della precarizzazione, aumenta la disoccupazione di massa che è più che raddoppiata rispetto agli anni '70. Si manifesta un processo di crisi nell'estensione del rapporto di lavoro salariato, nel senso che molte attività sono a tutti gli effetti lavori al servizio diretto del capitale - e dunque il lavoro non solo non finisce, ma si estende -, anche se non vengono economicamente e socialmente riconosciute come tali. Questo fenomeno conferma in sé una carica potenzialmente rivoluzionaria, poiché indica l'irriducibilità di fondo del lavoro vivo ad essere integralmente sottomesso al capitale. La contraddizione capitale-lavoro è dunque sempre più acuta e generalizzata nella società, ma i soggetti che investe sul versante del lavoro, e sui quali si articola sono molteplici e divisi. Conseguentemente l'individuazione dei referenti sociali nella costruzione dell'alternativa non può essere affidata ai paradigmi del passato, né si può concepire lo schieramento sociale dell'alternativa come una semplice riedizione dei classici concetti di blocco sociale, per cui attorno alla classe rivoluzionaria per eccellenza, che costituiva il motore umano del processo produttivo, andavano uniti ceti superiori o le classi che avevano perso di centralità a causa del pieno avvento del capitalismo industriale. Il problema principale è oggi ricomporre l'insieme dei soggetti vittime dello sfruttamento e dell'alienazione che sono divisi e contrapposti dalla ristrutturazione capitalistica, in un nuovo movimento operaio. Le recenti esperienze di lotta che vedono assieme i metalmeccanici con il nuovo movimento no-global, anche grazie ad un comune tratto generazionale, indicano che questo obiettivo è non solo necessario ma possibile.
In esso possono avere più peso le figure sociali che occupano i luoghi decisivi della produzione di plusvalore all'interno del processo di accumulazione capitalistica, ma la loro individuazione resta un compito, non solo un dato di partenza. Per queste ragioni l'individuazione dei referenti sociali della nostra azione politica comincia con il lavoro di inchiesta: perché solo attraverso questo è possibile conoscere le condizioni e i bisogni di queste figure sociali e stabilire con esse una relazione dinamica che già di per sé costituisce una pratica politica e non solo conoscitiva.

TESI 38
(alternativa)
UN NUOVO MOVIMENTO OPERAIO E DEI LAVORATORI

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Lavoro
movimenti

Dal punto di vista sociale il nostro agire si rivolge in primo luogo a tutti i soggetti sociali vittime di uno stato di sfruttamento e di alienazione. Come abbiamo visto la rivoluzione capitalistica restauratrice intervenuta in questi anni ha provocato uno sconvolgimento nella morfologia delle classi subalterne e in particolare un processo di ampliamento e di frantumazione del lavoro a diverso titolo subordinato. Da un lato infatti le figure sociali hanno perso contorni netti -si pensi alla moltiplicazione e allo sminuzzamento delle posizioni contrattuali-, dall'altro lato assistiamo ad una sussunzione diretta nel processo di valorizzazione del capitale di figure, o di attività in capo alle stesse persone, che un tempo si collocavano nel campo della riproduzione della forza lavoro, cioè fuori dal lavoro produttivo inteso in senso stretto. Non si tratta di fenomeni assolutamente nuovi, come non è un'invenzione di adesso, il dibattito sui confini che separano il lavoro produttivo da quello improduttivo, quello materiale da quello intellettuale, ma è indubbio che questi fenomeni sono oggi assai ampliati rispetto al passato. Il lavoro, che è sempre astratto dal punto di vista del capitale, oggi assume una forma che concretamente si avvicina a questo suo carattere.
Accanto all'enorme crescita della precarizzazione, aumenta la disoccupazione di massa che è più che raddoppiata rispetto agli anni '70. Si manifesta un processo di crisi nell'estensione del rapporto di lavoro salariato, nel senso che molte attività sono a tutti gli effetti lavori al servizio diretto del capitale - e dunque il lavoro non solo non finisce, ma si estende -, anche se non vengono economicamente e socialmente riconosciute come tali. Questo fenomeno conferma in sé una carica potenzialmente rivoluzionaria, poiché indica l'irriducibilità di fondo del lavoro vivo ad essere integralmente sottomesso al capitale. La contraddizione capitale-lavoro è dunque sempre più acuta e generalizzata nella società, ma i soggetti che investe sul versante del lavoro, e sui quali si articola sono molteplici e divisi. Conseguentemente l'individuazione dei referenti sociali nella costruzione dell'alternativa non può essere affidata ai paradigmi del passato, né si può concepire lo schieramento sociale dell'alternativa come una semplice riedizione dei classici concetti di blocco sociale, per cui attorno alla classe rivoluzionaria per eccellenza, che costituiva il motore umano del processo produttivo, andavano uniti ceti superiori o le classi che avevano perso di centralità a causa del pieno avvento del capitalismo industriale. Il problema principale è oggi ricomporre l'insieme dei soggetti vittime dello sfruttamento e dell'alienazione che sono divisi e contrapposti dalla ristrutturazione capitalistica, in un nuovo movimento operaio, e per questa via poter anche riformulare una nuova concezione di blocco sociale, capace di raccogliere e rivolgersi all'insieme delle figure lavorative sfruttate e alienate, ai ceti intermedi, ai poveri e agli esclusi. Le recenti esperienze di lotta che vedono assieme i metalmeccanici con il nuovo movimento no-global, anche grazie ad un comune tratto generazionale, indicano che questo obiettivo è non solo necessario ma possibile.
In esso possono avere più peso le figure sociali che occupano i luoghi decisivi della produzione di plusvalore all'interno del processo di accumulazione capitalistica, ma la loro individuazione resta un compito, non solo un dato di partenza. Per queste ragioni l'individuazione dei referenti sociali della nostra azione politica comincia con il lavoro di inchiesta: perché solo attraverso questo è possibile conoscere le condizioni e i bisogni di queste figure sociali e stabilire con esse una relazione dinamica che già di per sé costituisce una pratica politica e non solo conoscitiva.

CONFALONIERI, FERRARI, BORDO, BOZZI, Giovanna CASATI, COLZANI, MARAGLINO, SCIANCATI, BANDINELLI