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La nascita dei popoli di Seattle costituisce l'evento positivo del nostro tempo: il primo movimento, dopo la lunga sconfitta, che pone le basi per una risposta da sinistra alla crisi della globalizzazione, avanza una critica radicale al sistema dominante, afferma la possibilità, qui ed ora, di "un altro mondo". Da qui può rinascere un nuovo movimento operaio.
La nascita dei "popoli di Seattle", del "movimento dei
movimenti", costituisce l'evento positivo del nostro tempo, il primo
movimento dopo la lunga fase della sconfitta che indica la possibile
nascita di un nuovo movimento operaio.
Questo movimento - di cui
i prodromi si erano potuti vedere già nell'esperienza zapatista come
nella conferenze delle donne tenutasi a Pechino nel 1995 - avanzando
una critica radicale all'attuale sistema di relazioni economiche,
sociali e politiche dominanti e affermando che "un altro mondo è
possibile", pone le basi per una risposta "da sinistra" alla
globalizzazione capitalistica e alla sua crisi.
Dopo anni in cui
l'egemonia del pensiero unico aveva operato una gigantesca campagna
ideologica di occultamento dei meccanismi di sfruttamento
presentando i rapporti sociali capitalistici come naturali,
oggettivi, immodificabili, il movimento è stato in grado di rendere
evidente - a livello di massa - che le sofferenze, lo sfruttamento,
la perdita di diritti, non sono un processo naturale ma il frutto di
precise scelte politiche operate a partire dalle decisioni assunte
dagli organismi internazionali a-democratici che guidano il processo
di globalizzazione capitalistico. L'aver individuato nel Fondo
Monetario Internazionale, nella Banca Mondiale, nell'Organizzazione
Mondiale del Commercio i corresponsabili principali dei grandi
potentati economici nella distruzione dei diritti del lavoro, delle
persone e dell'ambiente, ha dato un volto all'avversario "di tutti"
e nel contempo ha posto i presupposti per l'apertura di un dialogo
tra i diversi soggetti sfruttati e la costruzione di comuni percorsi
di lotta. L'aver delegittimato e demistificato la funzione di
governo mondiale da parte di organismi antidemocratici quali il G8,
l'aver contestato la natura iniqua della globalizzazione
neoliberista, l'aver reso visibili le scelte politiche che generano
l'insicurezza a livello globale, l'aver dato un volto ed un nome
all'avversario e per questa via l'aver reso possibile percorsi di
unificazione dei conflitti prodotti dalle diverse contraddizioni
generate dal processo di globalizzazione, costituiscono il vero dato
storico di questo movimento, che ha segnato la possibilità di
riproporre il tema dell'alternativa a livello mondiale. Si tratta di
un processo certo non compiuto, con diversa forza e diversi gradi di
consapevolezza da paese a paese, ma il tema è stato posto.