TESI 2-
LA GUERRA GLOBALE
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GLOBALIZZAZIONE

La guerra in corso ha i caratteri di un conflitto globale: non solo perché ha per teatro effettivo il pianeta, ma perché il suo vero obiettivo è la costituzione di un "nuovo ordine mondiale" unipolare. Di un governo autoritario della crisi.

Il feroce abbattimento delle Twin Towers, con migliaia di vittime incolpevoli, e la desertificazione di Kabul, con altre migliaia di vittime innocenti, ci restituiscono oggi una disperante immagine del mondo, stretto nella spirale guerra\terrorismo.
Questa situazione è definibile, appunto, come conflitto civile planetario, non solo nel senso che ha per teatro l'intero pianeta e le sue principali nazioni, come è accaduto nel '900, ma nel senso che ha come vera posta in palio il governo della globalizzazione economica. Anche per fronteggiare la crescita del "movimento dei movimenti", questo governo tende a costituirsi nella forma di un inedito dominio autoritario su scala mondiale: dove l'intreccio di espansionismo militare, manovra diplomatica, ricatto geopolitico, controllo delle risorse, appare inestricabile. In questo processo, è palese la centralità politica, strategica e militare degli Stati uniti d'America, unica superpotenza del globo. Ma la logica che presiede al conflitto, e che lo agisce, non è certo riducibile a uno scontro di tipo classico tra Stati nazionali e i loro contrapposti interessi. In effetti, dal punto di vista politico, si va realizzando un sistema di alleanze, pur conflittuale, pur a geometria variabile, del tutto nuovo, che vede oggi schierati dalla stessa parte gli Usa, l'Europa, la Russia, i regimi arabi "moderati" e la Cina. Soprattutto, quel che va emergendo è un possente meccanismo di inclusione, politica ed economica, in un più largo sistema di relazioni a dominanza nordamericana. Esso, a sua volta esclude i molti Sud, le diverse periferie, le resistenze variamente antiliberiste e anticapitaliste del mondo. L'alternativa che viene prospettata è drastica: o con il modello americano o nell'inferno dell'inciviltà. Anche questo è un effetto che si tenta di rendere stabile della nuova guerra del XXI secolo.