TESI 16
LO STATO DELL'UNIONE EUROPEA
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Drammatica è la crisi della costruzione europea, mera unità monetaria sempre più prigioniera dei suoi vincoli di compatibilità, sempre meno soggetto politico dotato di autonomia. Sempre più evidente la sua natura a-democratica, a cui non ha certo ovviato la Carta di Nizza.
L'attuale situazione mondiale mostra per intero la debolezza
politica della costruzione europea. Di fronte alla attuale guerra,
come già successe nel caso dei Balcani, i vari governi della Unione
Europea (UE) si sono messi in gara nell'offrire i migliori servizi
agli Usa. Questi ultimi hanno così potuto risottolineare la loro
totale preminenza politica sui singoli paesi europei e sull'Unione
in modo addirittura mortificante per quest'ultima. Il comportamento
dell'Italia è stato un esempio lampante.
In sostanza l'Unione
Europea è sempre più un'unità monetaria e una potenza commerciale e
sempre meno un soggetto politico dotato di autonomia sulla scena
internazionale.
Non solo, ma anche sul terreno squisitamente
economico l'UE si rivela priva di qualunque capacità di iniziativa
autonoma. Mentre negli USA vengono riproposte politiche economiche
di deficit spending, seppure di destra, i paesi europei sono
paralizzati dall'osservanza dei vincoli imposti dal Patto di
Stabilità. La Banca Centrale Europea si è finora rifiutata infatti
di avviare politiche anticicliche con la scusa di prevenire il
rilancio dell'inflazione.
Contemporaneamente in molti paesi
europei vengono portati avanti processi di privatizzazione, di
distruzione dello stato sociale, di liberalizzazione del mercato del
lavoro che tendono ad omologare il modello sociale europeo a quello
americano o comunque ad assumere ed applicare nella loro interezza
le dottrine neoliberiste.
Intanto è sempre più evidente il
carattere a-democratico dell'attuale processo di costruzione
europea. Il Parlamento Europeo che pure è un organo elettivo, per di
più secondo una legge elettorale di tipo proporzionale, è privato di
poteri decisionali a vantaggio di organismi (come la commissione
europea) a carattere non elettivo. Questo carattere a-democratico
non è stato affatto modificato dalla Carta dei diritti approvata a
Nizza nel 2000 che infatti abbiamo già criticato per le sue
caratteristiche del tutto astratte dalla condizione sociale che si
vive in Europa. Nello stesso tempo assistiamo ad un'impasse della
discussione sull'allargamento dell'UE a nuovi Stati.
In sostanza
la costruzione europea versa in una grave crisi, che rischia, data
l'attuale stretta mondiale, di farsi irreversibile. L'unica
possibilità per rilanciare l'idea di un'Europa unita, soggetto
democratico e attivo politicamente sulla scena mondiale, è
rappresentata dal protagonismo di movimenti di massa, di nuovi
attori sociali e politici che sappiano, assieme alla battaglia per
la democratizzazione della costruzione europea - e quindi per una
Costituzione europea capace di affermare i diritti universali e la
partecipazione dei cittadini - portare al più alto livello le
conquiste della civiltà e del modello sociale del nostro continente
frutto di lotte ormai secolari del movimento democratico e delle
classi subalterne. Anche la realizzazione di questa possibilità,
oltre che riguardare la crescita dei movimenti su scala europea e
mondiale, nonché di un nuovo soggetto politico europeo capace di
unire le forze politiche dell'alternativa, dipende dall'evoluzione
della nuova fase di crisi del processo di globalizzazione che è
sotto i nostri occhi.