TESI 10
LA CRISI DELLO STATO NAZIONE

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Gli stati nazionali crescono di numero, ma vanno progressivamente smarrendo potere. La politica economica viene esercitata dalle multinazionali, da grandi organismi internazionali (dal Fmi al Wto), mentre le priorità di bilancio (ma anche le politiche di sicurezza) sono decise a livello sovranazionale (la Ue). Si svuota la tradizionale funzione di mediazione dello Stato che diventa "garante" degli investimenti del capitale internazionale e dell'espansione del mercato.

Se queste sono le principali modificazioni intervenute sul piano strutturale ed economico, quelle che riguardano il terreno istituzionale e delle relazioni internazionali possono essere riassunte nelle seguenti.
Assistiamo da tempo ad un processo di crisi dello stato-nazione. Questo non significa la sparizione degli stati - anzi il loro numero è in continuo aumento - ma una rilevante perdita di potere e di autorevolezza in molti campi ed una marcata modificazione di ruolo. Lo stato-nazione è messo in discussione da due lati e da due processi, dall'alto e dal basso.
E' messo in discussione perché perde la sovranità su molte materie che un tempo erano di sua tradizionale pertinenza. Nel campo della politica economica assistiamo ad una drastica limitazione delle stesse possibilità di programmazione economica, poiché le leve di comando dell'economia risiedono nei grandi organismi costruiti su basi a-democratiche a livello internazionale, come il Fondo monetario internazionale (FMI), l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), la Banca mondiale (BM), l'organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (OCSE). Le decisioni di politica economica e di bilancio sono condizionate in modo assolutamente prevalente da accordi sovranazionali, come, nel caso europeo, dal trattato di Maastricht e dal conseguente Patto di Stabilità. La tradizionale funzione mediatoria che lo stato ha avuto, pur nella sostanziale difesa della società capitalistica, anche sul terreno di una certa ridistribuzione del reddito e della organizzazione dei servizi sociali, tende ad essere sostituita da quella di porsi come migliore garante dell'allocazione degli investimenti del capitale internazionale e della creazione di nuovi terreni per il mercato, con la riduzione dello spazio pubblico.
Nello stesso tempo le forme sovranazionali di comando spingono verso una costante diminuzione della democrazia, verso sistemi a-democratici e di democrazia autoritaria all'interno degli stati nazionali. Questi processi sono ulteriormente amplificati dallo stato di guerra permanente instauratosi in questi ultimi anni, dai conseguenti fenomeni di militarizzazione in atto e dall'enfatizzazioni di logiche sicuritarie.
Persino le funzioni di ordine pubblico che venivano gestite dai governi nazionali entro il proprio territorio, dipendono sempre più da decisioni e ordini che provengono da centri di comando internazionali, come si è verificato in occasione dei recenti vertici, come quello di Genova.