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LA FONTE DELL'ARCOBALENO. C'era una volta, tanto tanto tempo fa, quando la terra era ancora giovane, un grandissimo branco di dinosauri erbivori con una strana e lunga cresta sulla testa: i parasaurolofi. Essi vivevano in pace in una zona paludosa e protetta da una fitta foresta. Anche se di tanto in tanto dovevano sfuggire agli attacchi dei predatori sempre in agguato, la loro vita scorreva lenta e relativamente tranquilla. Nel branco v'erano moltissimi piccoli che giocavano spensierati sotto gli occhi vigili degli adulti, tra loro spiccavano due fratellini, Dino, il maggiore, per il suo portamento fiero e la sua tendenza a guardare gli altri dall'alto in basso e la piccola Dina perchè si portava sempre dietro, ovunque andasse, una grande e resistente foglia che lei usava come copertina. C'era talmente affezionata che non se ne separava mai e la mamma doveva lavargliela mentre lei dormiva profondamente e non se ne accorgeva. Quella mattina, come ogni giorno al levar del sole, i due fratelli fecero colazione nella Palude del Mattino con i loro genitori e poi, accompagnati da mille raccomandazioni, si avviarono verso la scuola. Durante la strada Dino non fece altro che vantarsi del fatto di aver finito per primo di mangiare e di essere stato il più bravo a scovare le foglie più tenere. Dina, conoscendo bene il fratello non faceva quasi più caso alle sue vanterie e aveva imparato a non replicare più, anche quando lui si vantava per qualcosa di cui in realtà il merito andava a qualcun'altro. Ma non era così per gli altri cuccioli, infatti molti lo evitavano perchè non sopportavano questa sua aria da saputello, altri lo temevano, soprattutto i più piccoli, molti dei quali erano scoppiati più di una volta in lacrime per le sue parole ingiuste. Ma Dino non si curava minimamente di tutto ciò, continuava a fare lo spaccone e a prendere in giro coloro che a scuola o giocando commettevano qulche errore. E quella giornata non fu diversa, Dina venne premiata dal maestro per il disegno più bello e Dino venne lodato per aver saputo ripsondere a domande molto difficili sulla terra e le sue piante. Quindi, entrambi erano felici nel tornare a casa, ma, mentre Dina canticchiava fra se tenendo stretta la sua foglia, Dino continuava a ripetere al gruppetto di cuccioli che camminava davanti a loro: "Avete visto? Non ho sbagliato neppure una risposta! Ma c'era da aspettarselo. Sono molto in gamba, io! A differenza di voi che non sapete neppure la differenza tra l'acqua limpida e quella sporca. Ah! Ah! Ah!" Ma a ridere era solo lui mentre gli altri lo guardavano male e affrettavano il passo. "Chissà cosa direte ai vostri genitori. Io posso dire d'essere stato il migliore, ma voi? Beh! Potreste dire d'aver fatto una figuraccia!!" "Ora basta!" Sbottò il più grande fra i derisi. "Hai parlato anche troppo. Visto che sei tanto bravo e noi non siamo al tuo livello, vatttene e lasciaci in pace!" "Ok. Ok. Come siamo permalosi! Vado, vado. Farò un giro qua attorno prima di tornare a casa. Tu, Dina, avverti mamma e papà. Prima di cena sarò a casa con una sorpresa!" E prese il sentiero che portava alla Palude Calda con l'idea di raccogliere quei germogli teneri che piacevano tanto alla mamma. In fondo anche lui aveva un cuore buono, ma che non riusciva spesso a farsi sentire. Ad un tratto nell'aria vi fu un suono di una dolcezza talmente profonda da far sentire l'animo contento e la mente leggera. Senza pensarci due volte Dino si mise alla ricerca della sorgente di questa musica e si inoltrò, quasi senza accorgersene, nella Palude Misteriosa, una parte del loro territorio che nessuno amava attraversare e che tutti preferivano evitare. Ma quella musica era carica di magia e infondeva una tale pace che Dino si sentiva coraggioso e ottimista come non mai. Il cammino non fu breve, ma ad un certo punto, scostate alcune fronde, il piccolo dinosauro si trovò davanti allo spettacolo più incredibile che avesse mai visto. Davanti a lui si stendeva un bellissimo laghetto dalle acque limpide ma allo stesso tempo rilucenti di mille colori. Le sue sponde erano circondate da una sabbia finissima e tanto bianca da abbagliare gli occhi. La musica sembrava scaturire dal movimento lieve dell'acqua che come per magia si increspava nonostante non ci fosse un filo di vento. Dino si avvicinò cauto e sempre più meravigliato, quando si sentì domandare: "Chi sei, giovanotto? Non si usa più presentarsi entrando in casa altrui?" La voce che lo aveva interpellato era così profonda e grave che il piccolo si ritrovò a pensare allo scorrere del tempo senza sapere il perchè. Si voltò cauto ma non riuscì a vedere nessuno. "Chi ha parlato?" chiese con un filo di voce. "Io! Il Guardiano della Fonte dell'Arcobaleno, dove adesso tu ti trovi!" A quelle parole Dino sollevò il capo e quasi cadde all'indietro quando si accorse che chi gli parlava era un dinosauro altissimo, dal collo lunghissimo e dal corpo grossissimo. "Mi scusi..." Si ritrovò a balbettare, cosa assai insolita per lui sempre così sicuro di sè. "....non sapevo fosse casa sua...credevo..." "Ora non ti agitare tanto!" E il grande dinosauro piegò il suo lungo collo fino ad avere il muso alla stessa altezza di quello del piccolo Dino, che si intimorì ancora di più sotto lo sguardo indagatore di quegli occhi senza tempo. "Se sei arrivato fino a qui c'è un motivo! Certo non è stato un caso..." "Certo che non è stato un caso!" Dino riacquistò prontamente gran parte della sua spavalderia. "Ho seguito questa bellissima musica e sono riuscito a trovare in fretta questa fonte....come hai detto che si chiama?" "La Fonte dell'Arcobaleno. Vedi, è qui che nasce l'arcobaleno che tu vedi nel cielo dopo la pioggia. Ed è qui che si riposa in attesa del suo momento per apparire...Comunque non sei tu ad averla trovata! E' stata la Fonte a trovare te! E ora dovrò cercare di capire il perchè!" "Beh! Non ci credo molto a questa cosa! Ma se davvero fosse stata lei a trovarmi, sarebbe senz'altro perchè io sono il migliore del mio branco! Non c'è nessuno che mi possa battere a scuola come nel gioco!" "Capisco. Ora capisco." La sua voce divenne ancora più profonda e grave nel pronunciare queste parole. Mentre Dino, che ormai aveva perso ogni timore, continuava con le sue domande: "Certo che sei uno strano dinosauro, tu! Devi essere molto vecchio, ma non riesco a capire perchè tu voglia fare la guardia ad una pozza d'acqua. Sarà anche la casa dell'Arcobaleno, ma non ci trovo niente di speciale, oltre la musica s'intende." "Ti sbagli. Quest'acqua, proprio perchè è la culla dell'Arcobaleno, non è come tutte le altre. Essa è magica...se ti bagnassi in questa fonte, la tua pelle diventerebbe splendente e rivestita di mille colori...saresti veramente meraviglioso." Davvero? Diventerei veramente di tutti i colori?..pensa come sarebbero invidiosi gli altri...sarei certamente il più bello di tutti....Credi che potrei? Intendo, fare il bagno nella Fonte..." "Beh! Perchè no! In fondo hai detto d'essere il migliore del tuo branco...che male ci sarebbe a farti diventare anche il più bello? Ma sai, per mantenere l'effetto, dovresti bagnartici tutti i giorni..." "Oh! Questo non è un problema! Potrei ritornare ogni giorno dopo la scuola...ormai so la strada, non sarà difficile per me ritrovarti in fretta." "Allora non vedo un solo motivo per vietartelo! Vai pure!" Dino non se lo fece ripetere due volte, con una gran corsa si tuffò nel laghetto e ci sguazzò dentro fino a che non fu sicuro di essersi bagnato ogmi minima parte del corpo. Quando uscì dal'acqua saltò dalla gioia vedendosi luccicare e risplendere di tanti colori. L'effetto era veramente spettacolare, mai s'era visto un parasaurolofo più appariscente di lui. Tutto felice salutò il vecchio collo lungo e fece ritorno a casa. Non vi dico lo stupore e la meraviglia della sua famiglia e del resto del branco. Tutti accorsero per vederlo e per ammirare la sua pelle colorata mentre lui si vantava di essere stato premiato da un vecchissimo e saggio dinosauro per essere sempre il migliore in tutto. Quando Dina lo vide, gli sorrise gentilmente e gli disse: "Ora ti vedrò anche al buio!" Passarono molti giorni e ogni pomeriggio Dino ritornava alla Fonte dell'Arcobaleno per bagnarsi nelle sue acqua e mantenere la pelle di mille colori. Ogni volta che arrivava il vecchio guardiano gli chiedeva perchè non avesse portato qualcun'altro con lui. "Non vuoi dividere questa bella scoperta con chi ti vuole bene?" "Beh! Vedrò domani...sai com'è non a tutti stanno bene tanti colori addosso!" "E cosa mi dici della tua sorellina? Anche a lei non starebbe bene una pelle colorata?" "Ma, come fai a sapere che ho una sorella? Io non te ne ho mai parlato!" "E' vero! Tu non mi parli mai d'altri che di te stesso...ma io so tante cose! Ho visto tramontare il sole ormai talmente tante volte che niente su questa terra mi è sconosciuto...." "Allora dovresti sapere che gli altri non si meritano un regalo simile. Meglio che continui a godermelo da solo per un altro pò di tempo." "Sappi che il giorno della Prova è ormai vicino, spero tu possa superarla senza farti male, ma sarà tua sorella a dover decidere!" Con queste parole il Guardiano si allontanò lentamente e, nonostante la sua mole, senza fare il minimo rumore. Anche quella sera, dopo cena, i cuccioli del branco si riunirono tutti sotto il Grande Albero per ascoltare la storia della sera. Era il vecchio Rasau a raccontare le avventure vissute nel corso della sua lunga vita, trascorsa viaggiando da un branco all'altro ed era talmente bravo che i giovani dinosauri non si lamentavano neppure quando raccontava per l'ennesima volta di quando perse la vista lottando con un grosso carnivoro. E fu proprio per il fatto che lui non poteva vedere il pericolo avvicinarsi e che i piccoli erano intenti come non mai ad ascoltare la storia che veniva loro narrata, che un grande e affamato predatore riuscì ad avvicinarsi senza essere scorto. Solo all'ultimo momento Dina lanciò l'allarme urlando e ci fu un fuggi fuggi generale. Tutti i piccoli si nascosero tra la fitta vegetazione come era stato loro insegnato. Ma, tra loro, ce n'era uno che, per quanto cercasse di nascondersi, rimaneva sempre visibile: Dino con la sua bellissima pelle colorata attirava il carnivoro come la luce attira gli insetti. Vicino a lui Dina tremava come una foglia e teneva stretta al petto la sua copertina. "Vattene di qua! Dino! Ci farai mangiare tutti. Spostati altrimenti vedrà anche noi!" Così lo incitavano gli altri cuccioli vicini a lui. La paura era ormai altissima, persino Dino aveva gli occhi sbarrati e cercava di ricoprirsi di fango per coprire i suoi colori luminosi, ma il fango scivolava sulla sua pelle senza lasciare traccia. Ormai il carnivoro era vicinissimo, i dinosauri nascosti potevano sentire chiaramente il suo ringhio feroce e il rimbombo dei suoi passi. "Che posso fare?" Si domandò con un filo di voce Dino. "Se non riesco a coprirmi mi mangerà!" A quelle parole Dina aprì gli occhi e guardò il fratello che si sforzava di trattenere le lacrime, intanto il predatore si avvicinava sempre di più. "Tieni, prendi la mia foglia! E' abbastanza grande da coprirti tutto. Non importa se la rovini!" "Ma..." Dino si commosse profondamente dalla generosità della sorellina. Lei, così piccola, gli aveva appena dato una grande lezione di generosità. Aveva rinunciato alla cosa a cui teneva di più proprio per lui che non le aveva mai rivolto una parola gentile. Coprendosi con la grande foglia si ripromise di cambiare. Non avrebbe pensato più solo a se stesso, ma anche agli altri e magari li avrebbe anche aiutati nello studio. Proprio il quel momento il grosso dinosauro cacciatore passò vicino a loro e emise un urlo talmente potente da far tremare persino le fronde degli alberi. Grosse gocce della sua saliva cadevano vicino ai piccoli nascosti, mentre loro trattenevano il respiro in attesa che smettesse di fiutare l'aria e si spostasse. Dopo qualche momento, che ai piccoli sembrò un'eternità, il predatore emise un altro urlo di frustrazione e si allontanò a stomaco vuoto. Dino venne fuori da sotto il suo nascondiglio con cautela ed aiutò la sorella ad uscire dal suo rifugio. "Ecco la tua foglia, grazie...mi hai salvato la vita!" Poi abbassò lo sguardo cercando cos'altro dire. "Mi spiace si è tutta rovinata...è tutta bagnata dalla saliva di quell'odioso predatore!" "Non fa niente! Sono contenta che tu stia bene, e poi ormai sono grande per queste sciocchezze!" I due fratelli risero insieme, poi Dino agiunse:" Domani verrai con me alla Fonte dell'Arcobaleno! Ti faccio vedere che bel posto è, ma ti sconsiglio di farci il bagno! Da ora in poi, anch'io rivoglio una pelle il più normale possibile!" E fu così che dopo la scuola Dino e Dina, ridendo e cantando insieme, andarono alla ricerca della fonte magica, ma, con il rammarico di Dina e il più grande stupore di Dino, la culla dell'Arcobaleno non c'era più! "Eppure sono sicurissimo che questo è il posto giusto...ci sono venuto troppe volte per sbagliarmi..." In quel momento si alzò un vento leggero e la musica bellissima che aveva condotto Dino alla Fonte e dal suo Guardiano riecheggiò per la Palude Misteriosa. La voce grave e profonda del grande e saggio collo lungo si insinuò nei loro pensieri: "Ora non hai più bisogno dell'acqua magica! Finalmente anche tu hai capito che la bellezza nelle cose sta nel condividerle con chi ti è caro. Tutti siamo speciali ed unici a questo mondo. Tutti siamo i migliori!!!" Cia Dino....abbi cura di chi ti vuole bene!" "Lo farò, stanne certo e grazie!" rispose Dino senza vergogna. Poi, con sua sorella fece ritorno dalla sua mamma e dal suo papà con una gioia e un'allegria in fondo al cuore mai provata prima. <<<<< scritta nel mese di giugno 2001 dall'autrice del sito. Tutti i diritti sono riservati.

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