Nome: Dita Parlo (Grethe Gerda Kornstadt)
Data e luogo di nascita: 04 settembre 1906, Stettino, Polonia
Data e luogo di morte: 13 dicembre 1971, Parigi, Francia
Attrice dotata di una candida bellezza, di un temperamento dolcissimo ma deciso, allusivo e coinvolgente, Dita Parlo ha debuttato sullo schermo nel 1928 in Die Dame mit der Maske, per affermarsi subito dopo in film come Geheimnisse des Orients (1928) e Manolesu - Der Konig der Hochstapler (1929). Da allora divenne una stella di prima grandezza del cinema tedesco e francese. In Francia interpretò tre dei suoi film migliori, Mademoiselle Docteur (1936) di Georg Wilhelm Pabst, L'Atalante (L’Atalante, 1934) di Jean Vigo e La grande illusion (La grande illusione 1937) di Jean Renoir. Per un breve periodo ha lavorato anche in America, dove ha partecipato a qualche pellicola di modesto rilievo, come Honor of the Family (1931) e Mr. Broadway (1933). In seguito a un decennio di stasi, tornò a portare il suo garbo e la sua inarrivabile raffinatezza in film come Justice est faite (Giustizia è fatta, 1950) e La dame de pique (1965).


Nome: Jean Vigo
Data e luogo di nascita: 26 Aprile 1905, Parigi, Francia
Data e luogo di morte: 5 Ottobre 1934, Parigi, Francia
Discendente degli antichi vicari di Andorra, Jean Vigo nasce a Parigi nel 1905, da Eugène Bonaventure de Vigo e Emily Clero, in una misera mansarda. Il padre, fotografo, ma soprattutto militante anarchico, già da alcuni anni passa la maggior parte del tempo in prigione, ed è qui che assume lo pseudonimo di Miguel Almereyda, il cui significato è l'anagramma di una frase tra lo sberleffo e l'urlo di ribellione ("Y a la merde"). La sua infanzia è tumultuosa e disordinata, vissuta tra continui spostamenti e riunioni politiche. Quando il padre muore, in prigione, a causa della sua posizione contraria alla guerra, nel 1917, Jean è costretto ad andare a vivere con i nonni materni. Forse anche a causa della disperazione per la morte del padre, si ammala, e su consiglio di un medico viene inviato a respirare l'aria più salubre di Millau, ospite di un Collegio che si dovrà occupare anche della sua educazione. Jean viene iscritto sotto falso nome, per timore che venga riconosciuto come il figlio di un famoso militante anarchico. Ma il Collegio impone a Jean una disciplina incompatibile con la sua precedente educazione libertaria. La sofferenza che ne consegue sarà in seguito fonte d'ispirazione per il suo primo lungometraggio, Zero in condotta. Nel 1925 lascia il Collegio e inizia a frequentare il Liceo di Chartres, dove si diploma in Filosofia tre anni dopo. Si iscrive alla Sorbona, ma dentro di lui già è nata la passione per il cinema. E' la sua salute a fermarne momentaneamente lo slancio creativo, e a costringerlo a un ricovero nel sanatorio di Font-Romeu. Qui incontra la sua futura compagna, Lydu (Elisabeth Losinska), che sposerà il 24 Gennaio 1929 e dalla quale avrà una figlia (Luce).
Si trasferiscono a Nizza, dove Jean inizia la sua attività come aiuto regista. Di lì a poco realizzerà un cortometraggio (A proposito di Nizza) che otterrà un buon successo di critica. Questo gli consentirà di ricevere l'incarico per due cortometraggi sportivi: uno su Jean Taris, campione di nuoto, e l'altro sul tennista Henri Cochet. Ma il successo tarda ad arrivare, e a causa delle difficoltà economiche Jean è costretto a vendere la sua cinepresa. Sul punto di arrendersi, Jean fa però un incontro decisivo: quello con Jacques-Louis Nunez, un uomo d'affari che ha intenzione di diventare produttore cinematografico. Da questo sodalizio nasce il progetto di Zero in Condotta. Purtroppo il film cadrà sotto i colpi della censura. Verrà vietato e non potrà essere visto dal pubblico fino al dopoguerra. Nel 1934 Vigo, sempre con il produttore Nunez, realizza L'Atalante, quello che da molti registi che verranno dopo di lui sarà considerato come il film più importante nella storia del cinema, quello che traccia una linea di demarcazione tra il cinema delle origini e il cinema moderno. Avendo a disposizione finalmente un cast d'attori all'altezza (Michel Simon,Jean Dasté,Dita Parlo), e un soggetto che però non ama affatto (una banale storia d'amore ambientata nel mondo dei marinai fluviali), Vigo riesce a realizzare un'opera che crea una nuova grammatica cinematografica, e che in moltissimi suoi aspetti anticipa quello che è il cinema dei giorni nostri.
Ha solo 29 anni, e pochi giorni di vita: riuscirà solamente a vedere la proiezione dell'opera non ancora del tutto montata, per morire subito dopo di tisi.