SIMONA MIELE |
LEZIONE VII
DIGITALIZZAZIONE DELLE IMMAGINI
IL MONDO BIDIMENSIONALE Ai tempi di Leonardo, come si faceva a trasportare un disegno a distanza? La risposta è: attraverso coordinate matriciali. Nel mondo dei computer ritroviamo questa logica matriciale in alcuni programmi di uso corrente quali Adobe Photoshop. Tale logica è chiamata LOGICA RASTER (cioè per punti scemi) ed è utilizzata per le immagini, non per la scrittura. Le immagini, considerate dal computer un insieme di punti singoli, occupano una porzione di schermo e possono essere modificate attraverso la selezione delle regioni comprendenti le parti da cambiare. Nel 1984 nasce la prima versione di Photoshop; nel corso degli anni, il programma è stato raffinato inglobando in sé molte logiche pur rimanendo sostanzialmente raster. Quando si lavora con un programma rastrer, le cose da dover tenere presenti sono: la risoluzione dello schermo, la matrice dello schermo e la risoluzione del progetto. La matrice dello schermo è 72 DPI, questo dato è molto importante perché ottimizza le immagini sul computer (per immagini da stampare si possono utilizzare risoluzioni maggiori di 72 DPI). Nella logica raster, i colori diversi dal nero, essendo infiniti, vengono ottenuti attraverso la combinazione, in diverse percentuali, dei colori rosso, verde e blu. Tale sistema è chiamato RGB. Anche lo scanner lavora con logica raster considerando l'immagine scansionata come una matrice di minimo 72 DPI (più lo scanner è buono, più la matrice avrà DPI). Se volessi aumentare i DPI dal computer, dovrei fare un interpolazione, in tale modo verrebbero calcolati i punti intermedi mancanti. Lo scanner ha inoltre la profondità in bit che stabilisce la sua capacità di essere accurato in base alla gamma di colori che ha.
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