SIMONA MIELE |
LEZIONE VI CATALIZZATORE Argan compara l'edificio del Bauhaus ad una biella poiché compie una conquista dinamica dello spazio attraverso un "movimento meccanico e circolare". La scuola del Bauhaus è stata chiusa nel 1933; in seguito l'edificio ha subito una serie di trasformazioni. Di recente è stato operato un accurato restauro riportandolo alle forme originarie da dei restauratori del moderno i quali, non si occupano soltanto della classica materia del recupero, ma anche dello studio delle tecnologie e dei materiali dell'epoca. Nella storia dell'architettura spesso il Bauhaus viene associato alla teoria della relatività, ma ciò non è esatto (anche se in quegli anni nasce una coscienza di frammentazione del paesaggio industriale). Bisogna però sottolineare che è proprio l'edificio del Bauhaus a trasformare in valore la caratteristica costituzionalmente frammentaria del paesaggio industriale cambiando esso stesso in relazione alla funzione che deve assumere ogni sua parte. Nasce, dunque, una coscienza estetica nuova: LA FRAMMENTARIETA' DELLA VISIONE. Nel Movimento Moderno la progettazione segue la funzione ed è proprio dall'analisi di quest'ultima che nasce la forma. Le varie funzioni vengono separate non assegnando più forme a priori, come invece avveniva nel modello rinascimentale, ma facendo derivare quest'ultime dalle funzioni che dovranno ospitare. Esiste un altra visione del Bauhaus: esso viene associato al roteare di un elica. Tale definizione è stata data da un giornalista che vide l'edificio da un aeroplano. Con questa associazione di idee si evidenzia ancora di più la differenza che intercorre tra il progetto di Gropius ed il modello rinascimentale come ad esempio Palazzo Farnese che incapsula in sé un meccanismo di staticità. Una relazione molto stretta, invece, intercorre tra il Bauhaus ed il Neoplasticismo dove l'architettura viene ridotta a segni primari quali lastre ed a colori primari puri. La parola chiave diventa quindi ASTRAZIONE svincolando le forme da ogni idea di figurazione. Il Neoplasticismo, però, seppur nato all'interno del Bauhaus, viene visto come un elemento scomodo da quest'ultimo poiché considerato troppo dogmatico, tanto da sacrificare la funzionalità in favore del disegno. Inoltre il Neoplasticismo si rivelerà debole soprattutto dal punto di vista costruttivo poiché usa, al posto della gabbia strutturale, la muratura portante; solo Mies van der Rohe riuscirà, in parte, a risolvere il problema inserendo la struttura puntiforme. Un'altra caratteristica fondamentale del Bauhaus è la corrispondenza oggettiva tra interno ed esterno: la scelta degli elementi da parte dell'architetto è sempre oggettiva e mai basata sui gusti personali. Questa affermazione non è però del tutto vera, esistono, infatti, alcune eccezioni come ad esempio l'uso della finestra in lunghezza che viene utilizzata, non solo per ragioni funzionali, ma soprattutto per ragioni estetiche poiché dilata il quadro diminuendo la profondità prospettica e quindi portando all'astrazione di una visione piana. L'elemento catalizzatore di tutto ciò è la TRASPARENZA come voce figurativa dell'oggettività, trasparenza che diventa l'etica di tutto un mondo diverso e nuovo e di una concezione spaziale di cui prima non c'era coscienza. Quando, nel 1925, viene inaugurato l'edificio del Bauhaus, nasce un paradigma diverso; si può affermare che finalmente l'architettura sia riuscita ad assorbire i paradigmi dell'era industriale.
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