SIMONA MIELE |
Lezione IV CONCETTO DI CRISI Negli anni venti, il modello architettonico derivante da quello rinascimentale entra in crisi ed è sostituito, con grande difficoltà, da uno nuovo, ossia quello che portò al Movimento Moderno (oggigiorno anche quest’ultimo modello è entrato in crisi portando alla nascita di uno nuovo). Al contrario che negli altri campi del sapere, in architettura ci sono voluti ben 120 anni affinché la rivoluzione industriale potesse coinvolgerla. Tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 si scopre come produrre artificialmente energia, tale conoscenza muta fortemente il quadro urbano, sociale e politico. Si ha quindi la nascita di una nuova classe sociale poiché enormi masse di persone, dedite all’agricoltura, si spostano in città per trovare impiego nell’industria. Ciò comporta il sorgere di conflitti sociali tra operai e classe detentrice del potere economico. Ma questo è anche il periodo di fioritura di nuovi pensieri scientifici e filosofici grazie anche alla formulazione della teoria dell’evoluzione. Come già detto, l’architettura rimane ancorata alle vecchie conquiste ossia al modello legato all’architettura del ‘400 caratterizzato dalla tecnica lapidea, al concetto di continuità strutturale e all’idea di città chiusa. La città rinascimentale è riconducibile al castro romano, alla città-castello medievale e alla città chiusa con una forma data a priori. Il modo di progettare nelle varie fasi della storia umana è strettamente collegato alle conoscenze del tempo: si progetta ciò che si conosce. Ad esempio le piramidi egizie furono realizzate grazie alla geometria e alla trigonometria. La nostra concezione spaziale, e di conseguenza l’architettura, muta nel tempo, possiamo acquisire nuove conoscenze e dimenticarne delle vecchie. Nel Rinascimento si instaura un nuovo rapporto tra spazio mentale e rappresentazione dello spazio grazie alla codificazione delle regole prospettiche. Si inizia quindi a rappresentare lo spazio secondo questo nuovo modello che per essere utilizzato ha bisogno di essere normalizzato. Per far ciò si riscoprono gli ordini architettonici, la simmetria, la centralità ed i rapporti proporzionali. L’architettura derivante dal modello rinascimentale è quindi figurativa, composta da elementi nominabili e collegabili ad aspetti simbolici. Nel progettare si parte sempre da figure a priori, ed è perciò proprio in età rinascimentale che si iniziano a codificare le tipologie. Pur essendoci state delle evoluzioni, si può affermare che i principi di riferimento del modello non siano mutati. Nell’800 l’architetto si trova in posizione arretrata rispetto alle altre figure scientifiche ed artistiche, la crisi è dovuta all’inerzia che caratterizza l’architettura; il progettista si trova in questo periodo fuori del tempo, mentre la figura propulsiva diventa l’ingegnere (nascono i primi politecnici). Per rispondere alla crisi viene eroso il concetto d’architettura come fatto aulico ed è introdotta a pieno titolo nelle esposizioni universali (Crhistal Palace di Paxton). A Chicago, dove la società è più dinamica e dove sono presenti nuovi valori, supportati dal benessere economico, nasce un modello di città costruita in altezza. Pur se i primi grattacieli usano ancora gli ordini architettonici, anche se deformati, il nuovo modo di costruire non è più legato alla continuità strutturale, ma, al contrario, alla struttura a scheletro. La contemporanea presenza dei due modelli viene percepita dagli architetti dell’epoca come un’incompatibilità cui soprattutto Sullivan cercherà di rispondere. Contemporaneamente Morris, esponente del movimento antimacchinista, acquista la consapevolezza che l’architettura appartiene ad una sfera più ampia che va dagli oggetti artistici al design. Nel frattempo Victor Horta, fondatore dell’Art Nouveau, gioca con gli stili alterandoli, usa temi naturali, adopera materiali moderni lavorati, però, in modo artigianale e non industriale. L’Art Nouveau si diffonderà in tutto il mondo divenendo così lo stile rappresentativo dell’epoca. Accanto a questo stile non va dimenticato l’Eclettismo presente in tutto il secolo XIX e caratterizzato dalla manipolazione degli stili. L’edificio simbolo dell’era industriale e la stazione ferroviaria, per essa sarà definita una nuova tipologia che entrerà dirompente nel cuore delle città. Nelle prime stazioni sarà ancora presente, in facciata, il modello rinascimentale mentre sul retro si apre il mondo delle macchine (stazione di Milano 1926).
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