SIMONA MIELE

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Lezione III

 

INFORMAZIONE MARSUPIALE

Oggi la società si può dire basata sull’informazione.

Ci si domanda ora come l’informazione giochi un ruolo decisivo nell’arte e soprattutto nell’architettura. In quest’ultimo campo la si definisce informazione marsupiale poiché è l’architettura stessa veicolo d’informazione. Questa nuova concezione è stata la causa di una grande crisi, in altre parole gli architetti sono portati a domandarsi quale sia il modo critico più giusto per rispondere a quest’informazione.

 

Nel Movimento Moderno l’architettura non aveva un problema di tipo comunicativo, il suo rapporto con l’industria non aveva come parola chiave l’informazione, il suo approccio era invece di tipo tautologico verso tutto ciò che si rappresentava. Lo scopo dell’architettura era dimostrare che funzionava come una macchina. Dunque macchina e funzione erano gli elementi centrali.

Oggi, al contrario, l’elemento più importante è l’informazione.

 

Modernità

Il nostro concetto di modernità si fonda su alcuni principi ed è:

1)      a temporale poiché è un modo di porsi rispetto al mondo;

2)      è un concetto di crisi poiché si ha difficoltà a collocarsi di fronte ad un quadro in netta trasformazione. Dunque crisi e modernità si legano tra loro poiché quest’ultima è la risposta alla crisi;

3)      trasformazione della crisi in un nuovo valore cioè la creazione di un’estetica di rottura.

Di fronte ad una crisi ci si può richiudere sui vecchi valori, che prima o poi cadranno, o la si può “cavalcare”.

 

Simbolo del Movimento Moderno è certamente il Bauhaus, esso è un edificio-macchina che rappresenta tutto ciò che è e cioè la sua funzionalità. 

Oggi, invece, le informazioni da comunicare sono talmente numerose, grazie al progresso tecnologico, da creare delle nebulose, le cosiddette interconnessioni in rete.

Nel nostro modo di comunicare si recuperano valori che sembravano sepolti. Mentre nell’era industriale la comunicazione era di tipo deterministico causa-effetto, oggi si tende ad usare figure retoriche come nella Scuola d’Atene di Raffaello. Si usano, quindi, massaggi complessi, stratificati e veloci attraverso l’uso di modalità di comunicazione passate come il parlare metaforico.

Un esempio emblematico è rappresentato dalla pubblicità. Nell’era industriale oggettivamente si comunicava la bontà del prodotto ed il suo livello di prestazioni: tutte virtù oggettive ed enumerabili. Oggi il modo di fare pubblicità è totalmente cambiato, infatti spesso non si capisce cosa un’immagine pubblicitaria voglia reclamizzare. Si opera attraverso associazioni d’idee sottintendendo una storia, non si dice quasi nulla del prodotto e dei suoi lati tecnici. Ci si sposta, quindi, su altri valori rispetto a quelli del Movimento Moderno.

 

Il Beaubourg si può considerare l’ultimo esempio della fase industriale. In esso è presente ancora una concezione macchinista legata al concetto industriale di fare architettura. L’edificio si propone come una macchina, si spoglia dei suoi attributi diventando sola funzione, infatti, si può affermare che non abbia forma; la struttura e gli impianti sono all’esterno per lasciare l’interno completamente libero.

 

Un edificio inaugurato da poco è il Museo della Scienza ad Amsterdam di Renzo Piano. Essendo ubicato nel porto della città, l’architetto lo ha modellato come un transatlantico (il transatlantico, inteso come macchina autosufficiente, era molto apprezzata dai modernisti come Le Corbusier). Questo edificio, pur non essendo architettonicamente rilevante,ci fa capire come esso non sia più legato alla funzione, che si dà per scontata, ma a valori più importanti quali la comunicazione.

 

Altri esempi sono:

la Mediateca di Toyo Ito. Al primo sguardo essa appare quasi razionalista e minimalista, ma è l’esatto contrario. È un edificio incomprensibile che trasmette una storia in modo molto sofisticato: in realtà esso è una foresta. Si evidenzia quindi uno stretto rapporto tra natura e tecnologia.

 

Il Museo dell’Olocausto di Libeskind a Berlino dove è simboleggiato tutto il dramma ebraico attraverso muri spezzati e zigzaganti.

 

Il Guggenheim di Gehry a Bilbao. Esso può essere incluso nella categoria delle cattedrali per la sua grande carica simbolica. L’edificio, dunque, è una cattedrale laica munita anche di una torre, fondamentale nella costruzione dell’immagine poiché ricorda un campanile e perché offre un punto di vista molto interessante essendo collocata sul lungofiume, in prossimità di un ponte. Il museo diventa quindi un edificio simbolo meta di pellegrinaggio.

 

Eisenman ha invece una concezione diversa della natura che vede entrare in relazione stretta con   l’informazione. L’architettura odierna, quindi, diviene più aperta nei confronti dell'ambiente.

 

La necessità di comunicare un’infinità di informazioni, non più numerabili come in passato, fa sì che la comunicazione avvenga in modo metaforico. Un esempio di tale procedura è offerto dai sistemi operativi dei computer dove ogni icona racchiude in sé una serie d’informazioni. Ciò non era così fino alla metà degli anni ’80. Si viene quindi ad istituire l’importanza del simbolo.

A questo punto occorre riflettere criticamente sull’edificio come informazione ed è qui che nasce la definizione di informazione marsupiale.

Nell’età industriale i problemi erano risolti in materia analitica uno per volta e poi messi in sequenza come in una catena di montaggio. Oggi invece si adottano meccanismi di tipo sintetico a rete, ogni elemento è portato ad una singola informazione, da qui l’uso della metafora. Per quanto riguarda l’architettura si assiste, quindi, ad un ritorno alla figurazione cioè all’interpretazione attraverso immagini.

 

Diario di Bordo

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