Petra 1999
Petra, in Giordania,
è uno scrigno in cui si fondono meravigliosamente antichità e
mistero e in cui le opere immortali dell'uomo si uniscono alle opere ancora più
immortali di Dio.
Gruppi di turisti accorrono
qui aspettandosi il sublime, ma davanti a loro si apre un
qualcosa di ancora più sublime.
La città è nascosta,
segreta, infatti il suo ingresso è costituito dal siq: un canyon
lungo un chilometro e mezzo e largo solo due metri; chi alza lo
sguardo scorge pareti di roccia liscia, altissime, che si premono
l'una sull'altra, guardiane del segreto di Petra.
Anche il sole riesce ad
entrare a fatica e deve farsi largo nella stretta valle donando
alla roccia colori indescrivibili: giallo oro, rosso porpora,
rosa
le ombre sembrano tracciate col carboncino! Col passare
del tempo le tinte cambiano all'infinito, si rivelano nuove rocce,
se ne occultano altre, si creano affreschi che non sono opere
umane.
Ad un tratto, usciti dalla
semioscurità del canyon, appare in piena luce una facciata.
Questa sì, ha preso forma 2000 anni fa dalle mani esperte dei
Nabatei.
Il visitatore stupito ha
davanti uno tra i monumenti più belli della città: Al Kaznah=Il
Tesoro: una tomba che niente ha a che fare con gioielli e pietre
preziose, ma è un gioiello essa stessa! Scavata direttamente
nella roccia fucsia e dorata, svetta con le sue eleganti colonne
corinzie.
Dopo averla oltrepassata , si
apre davanti una valle priva di vegetazione, con rocce forgiate
dal vento e dal sole, sotto un cielo di un azzurro sfolgorante.
Ogni tanto, nata da una
lastra di arenaria, spicca una porta enorme, o una stele, o una
finestra, misteriose testimoni di un tempo in cui Petra era un
centro fiorente prima di essere dimenticata per secoli dagli
Europei.
L'area archeologica è
vastissima, punteggiata di tombe monumentali e di un teatro dall'aspetto
classico; sentieri e gradini portano verso la sommità dei monti
. La parte estrema della zona ci racconta la presenza dei Romani
che hanno lasciato la loro firma con alte colonne ancora in piedi.
Il ristorante all'interno del
sito è un punto indispensabile per dissetarsi
ma da lì un'escursione
suggestiva porta al più grande monumento di Petra: il Monastero.
Ci vuole abbastanza fiato per
arrivarci perché il sole batte e 45 minuti di percorso sono
tanti! Il sentiero si inerpica aprendosi di tanto in tanto su
dirupi profondi. Gli unici animali che si scorgono sono intrepidi
uccelli e alcune lucertole blu indaco, immobili al sole.
Quando la salita termina
improvvisamente in una zona aperta, i visitatori aspirano solo a
buttarsi sul piccolo bar e su una bottiglia di acqua fresca, ma,
percorrendo il pianoro, la coda dell'occhio nota che sulla parete
destra c'è qualcosa: tutti si fermano, il fiato si blocca, si
vorrebbe comunicare la propria emozione, ma si è troppo colpiti,
catturati
Un'enorme parete di roccia di 40 metri per 45 è
stata tramutata in un'altra tomba con colonne, porte ciclopiche
ed un'urna sulla sommità dell'edificio. Il Monastero, chiamato
così forse perché utilizzato dai monaci nell'era cristiana, è
l'emblema più eccezionale della città, è grandioso ed elegante
e suscita ammirazione per l'antico e soddisfazione per essere
giunti (a fatica) in un luogo così esclusivo.
E da lì la vista spazia fino
alla Valle di Araba, alla Tomba di Aronne
il silenzio è
assoluto, interrotto, solo a tratti, dal respiro del vento.
Silvia Tessari 31/07/99
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