DISTRIBUZIONE ED EFFETTI
Esaminando gli effetti
delle più importanti catecolamine su vari tessuti bersaglio, nel
1948 Ahlquist suggeriva che la differenza delle risposte osservate
poteva essere spiegata con due tipi distinti di recettori
adrenergici denominati
α e
β. Successivamente nel 1967 Lands e
collaboratori, sulla base di risposte fisiologiche ottenute da vari
organi stimolati con agenti β-agonisti diversi, distinguevano il
β-recettore adrenergico in due
sottotipi β1 e
β2. Più recentemente sono stati
descritti recettori adrenergicici
β3, entità
recettoriali a sé stanti, da cui dipendono alcune attività
metaboliche delle catecolamine come ad esempio la lipolisi. Infatti,
recettori atipici β3
sembrano essere operanti nell'adipocita, nello stomaco e
nell'intestino; tuttavia la loro presenza nei tessuti dell'apparato
broncopolmonare sembra essere esclusa.
La distribuzione dei
β-recettori adrenergici è stata
studiata in varie specie animali, uomo compreso (Hamid et al. 1991).
È così emerso che la muscolatura liscia delle vie aeree superiori è
dotata quasi esclusivamente di recettori
β2 adrenergici, mentre le vie
respiratorie terminali e gli alveoli presentano una popolazione
mista di recettori β1 e
β2. Inoltre gli epiteli bronchiali e le
ghiandole delle mucose sembrano possedere recettori adrenergici
β2 il cui ruolo è di primaria
importanza nella regolazione delle secrezioni. Recettori
β2-adrenergicì sono anche operanti
nelle cellule infiammatorie delle vie aeree e nei macrofagi
alveolari. Le più importanti azioni dei composti ad attività
β-adrenergica nell'uomo
sono riassunte nella relativa
tabella
MECCANISMO D'AZIONE
I farmaci
β-adrenergici agiscono direttamente sui loro recettori specifici. Il
complesso che si crea tra β-recettore adrenergico e membrana
cellulare consiste di tre principali componenti che possono trovarsi
tutte e tre in uno stato d'inattività o di attività:
il β-recettore,
il trasduttore (la
proteina regolatrice di guanina nucleotide),
il catalizzatore (l'adenilato-ciclasi).
La stimolazione del
β-recettore adrenergico con un agonista specifico causa un
cambiamento transitorio in cascata di tutte le componenti
recettoriali che passano dallo stato di inattività a quello di
attività: il complesso agonista-recettore stimola il trasduttore che
a sua volta stimola l'adenilato-ciclasi. L'attivazione dell'adenilato-ciclasi
(AC) catalizza la conversione intracellulare dell'adeno-sin-trifosfato
(ATP) in 3'-5'-adenosin-monofosfato ciclico (AMP-ciclico).
L'accumulo intracellulare di AMP-ciclico comporta l'attivazione di
protein-chinasi (PK) che, nel caso della muscolatura liscia
bronchiale, riduce il grado di fosforilazione della catena leggera
della miosina, con successiva inibizione del legame
calcio-dipendente actina-miosina e conseguente rilassamento dei
tessuti (fig. 1.5)(Gilman 1987).
Entrambi i recettori
adrenergici
β1 e
β2 sono stati ottenuti per clonazione e
la loro struttura proteica ipotizzata da Strader (1987) consiste di
sette α-eliche che attraversano la membrana
cellulare con un azoto terminale extra cellulare, un carbonio
terminale e tre anse intracellulari; inoltre è stato calcolato che
la massa dei β-recettori adrenergici è intorno ai
60.000 dalton e la loro emivita in culture cellulari è pari a 20-30
h. Studi recenti hanno mostrato che in presenza di elevate
concentrazioni di farmaci β-adrenergici agonisti, i
β-recettori sono
disaccoppiati dalle componenti regolatrici e catalitiche dell'AC da
un processo che coinvolge la fosforilazione del recettore.
È noto che in tali
circostanze di elevata concentrazione di agonista, i recettori
β-adrenergici possono andare incontro
a desensibilizzazione oppure a degradazione o a internalizzazione
sia nella membrana plasmatica che nel citosol dove possono essere
riciclati e restituiti alla superficie cellulare. Queste
modificazioni recettoriali (down-regulation) sono
agonista-specifiche (desensibilizzazione omologa), poiché la
stimolazione dell'AC ad opera di altri agenti, diversi dai
β-stimolanti adrenergici, è ancora in
grado di formare AMP-ciclico. Tuttavia, quando il
β-recettore è in presenza di
concentrazioni molte basse dell'agonista specifico si osserva il
fenomeno inverso ovvero il numero di
β-recettori adrenergici
sulle membrane cellulari possono aumentare (up-regulation). Tali
meccanismi svolgono un ruolo imperiante nel proteggere le cellule da
un'eccessiva stimolazione o nel facilitarne la risposta quando le
concentrazioni dell'agonista sono molto basse (feed back control).
La desensibilizzazione
recettoriale (o tolleranza), ovvero la tendenza di una determinata
risposta biologica ad affievolirsi in presenza di uno stimolo di
costante intensità, è un fenomeno largamente diffuso nel nostro
organismo che riguarda non solo i recettori
β-adrenergici ma quasi
tutta la pluralità recettoriale.
Anche nell'uomo,
l'insorgere della tolleranza con dosi elevate di
β-agonisti è stata documentata e
discussa. Tuttavia l'evento, sia pure con diverso grado di
suscettibilità, è stato osservato per quanto riguarda il tremore e
la generazione di AMP-ciclico da parte dei leucociti e linfociti.
Fortunatamente la muscolatura liscia bronchiale del paziente
asmatico sembra mostrare una relativa resistenza alla tolleranza ai
farmaci broncodilatatori (β-adrenergici.
Tuttavia è stato
sottolineato che pazienti asmatici trattati a lungo con dosi elevate
di β-stimolanti adrenergici possono
mostrare una minor protezione verso stimoli broncocontratturanti
aspecifici. A questo riguardo esiste qualche preoccupazione per i
tarmaci β-agonisti selettivi
dotati di una lunga durata d'azione (formoterolo, salmeterolo)
rispetto a quelli provvisti di una minor durata (terbutalina,
salbutamolo).
Cambiamenti della
responsività della muscolatura liscia bronchiale a ripetute
somministrazioni di farmaci (β-adrenergici possono essere messe in
evidenza utilizzando misure di PERF o di FEV1. In questo
ambito i risultati che emergono dalla pratica cllnica confermano che
l'attività del (β-recettore in pazienti in terapia da
anni con β-stimolanti è ben
mantenuta e che l'insorgenza della tolleranza a questa classe di
broncodilatatori è comunque un evento poco comune (Hall et al.
1992).