Riflessioni conclusive - Divino e demoniaco in Isaac Singer
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Vorrei concludere cercando di delineare le alternative
fondamentali che Singer propone all´ebreo, ma anche all´uomo
in generale. Ritengo a questo punto chiaro come nessuna ricetta possa
dare ragione del pensiero dello scrittore sulla via d´uscita dalla
crisi che ha coinciso con la modernità. |
Quelle che apparivano come soluzioni convenienti come
l´amore, l´impegno politico, ma anche il ritorno ai padri,
si sono rivelate inconsistenti o impraticabili. Il mondo che alcune di
esse rappresentano è scomparso per sempre, ma questo per Singer
non significa che la loro voce non possa ancora giungere fino a noi come
un richiamo. Non più, però, come un invito a tornare indietro,
ma ad accogliere e far propria quella disposizione
a credere contro ogni evidenza che, forse, può ancora esercitare
il suo potere di liberazione. |
Le alternative disegnate da Singer non sono altro che
suggerimenti che si raccolgono attorno ad un´unica consapevolezza,
quella della crescente difficoltà di sostenere il peso della libertà.
A partire dalla riflessione su di essa l´uomo
può ancora scegliere se perdersi o ritrovarsi, e su come
ciò debba avvenire, l´Autore non vuole tracciare nessun programma.
La sua definizione dell´ebraismo è tanto semplice quanto
significativa: si tratta di " una particolare fede"(1),
non della strada sicura per la salvezza. Questa fede è " un
compromesso tra Dio e i demoni"(2), espressione
che riassume il senso della narrativa di Singer meglio di ogni altra,
ponendo al centro della scena l´uomo e la sua libertà, in
un orizzonte che rimane sempre aperto a nuove possibilità. |
La proposta di Singer parte da Gimpel per arrivare fino
al protagonista di Solo: l´uomo deve coltivare
la dimensione del mistero e mettersi in ascolto delle voci divine e demoniache
che lo accompagnano nel cammino dell´esilio |
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