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R. (...si legge "ar"...)
Per la serie: "uno spazio sul web ce l'hanno cani e porci"...


R. come ROMA

MODI DI DIRE

A
  • A ciccio de sellero         (sellero=sedano: al punto giusto)
  • A dilla papale papale    (parlare senza peli sulla lingua)
  • Abbitą ar vicolo der bove    (essere cornuti)
  • Abbozzą e fa mosca    (sopportare in silenzio)
  • Aiuto pe' la scenta    (scenta=discesa: aiuto inutile)
  • Allustrą li serci    (camminare molto)
  • Anną a faciolo    (andare a puntino)
  • Anną a rimette li zeppi alle cerase (cerase=ciliege: partire per un affare inutile)
  • Anną in brodo de giuggiole    (non capire pił nulla per la gioia)
  • Anną in cappella    (perdere il lume della ragione)
  • Anną liscio    (procedere senza ostacoli)
  • Anną pe fratte    (imboscarsi, infrattarsi)
  • Annacce pe le piste    (rimetterci per colpa non propria)
  • Annassene all'arberi pizzuti    (morire)
  • Aprģ bocca e daje fiato    (parlare senza riflettere)
  • Arampicasse su li specchi    (cercare giustificazioni impossibili)
  • Armą tre pigne e na tenaglia    (essere avari)
  • Arzą li tacchi    (scappare)
  • Arzasse cor culo a pizzo    (svegliarsi di malumore)
  • Auffa    (gratis)
  • Avč du belle cipolle in pizzo a la credenza    (donna ben fornita di seno)
  • Avč la bottega aperta    (scordarsi la patta dei pantaloni aperta)
  • Avč la coda de paja    (sentirsi in colpa)
  • Avč scajato    (prendercele)
  • Avč 'n'occhio che manna a morģ ammazzato l'altro     (strabismo)
  • Aveccene poche spicce e poche da spiccią    (essere franco nel parlare)

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Non so voi, ma io sono ospite di:

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